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Quando una vittoria è vissuta come una sconfitta

Creato il 18 marzo 2013 da Ilrattodellospazio
Il Movimento 5 Stelle già in campagna elettorale aveva conseguito un importante risultato, quello di costringere il PD ad aprirsi di più al rinnovamento. Tanto che erano arrivati i pensionamenti di D'Alema, Veltroni ed altri notabili del partito (peccato non tutti, ma considerando che il PDL contemporaneamente si faceva carico degli Scilipoti ed epurava coloro che avevano osato criticare Berlusconi...). Sabato Bersani ha spiazzato tutti proponendo due candidati per le presidenze delle aule parlamentari fuori dai giochi di partito. Boldrini e Grasso, alla prima esperienza politica ed in possesso di curricola importanti, oltre che dell'apprezzamento generale per la professionalità dimostrata nell'esercizio del loro lavoro. Non i soliti politici. Aria nuova, e fresca. Grillo, ed i suoi fedeli, non hanno voluto vedere in questo la prima vittoria parlamentare del M5S, e questo è preoccupante. Come ancor più le reazioni (isteriche è stato detto) che ne sono seguite. Ed oggi: La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore. La coppia senatoriale è stata decisa a tavolino dal pdl e pdmenoelle. I due gemelli dell'inciucio sapevano perfettamente che Schifani non sarebbe stato eletto. I capricci di Monti che voleva diventare presidente del Senato, ma è stato costretto a prolungare il suo incarico di presidente del Consiglio e per ripicca aveva minacciato di votare Schifani era una pistola scarica. I giochi erano già fatti per mettere in difficoltà il MoVimento 5 Stelle. Qualcuno, anche in buona fede, ci è cascato. Lo schema si ripeterà in futuro. Berlusconi proporrà persone irricevibili, il pdmenoelle delle foglie di fico. Il M5S non deve cadere in queste trappole. Comunque, il problema non è Grasso. Se, per ipotesi, il gruppo dei senatori del M5S avesse deciso di votare a maggioranza Grasso e tutti si fossero attenuti alla scelta, non vi sarebbe stato alcun caso. In gioco non c'è Grasso, ma il rispetto delle regole del M5S. Nel "Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento" sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato: - Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S. Non si può disattendere un contratto. Chi lo ha firmato deve mantenere la parola data per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori. Accostare il procuratore antimafia a Schifani (due malattie, solo una assai peggiore) è segno di ignoranza totale, o di assoluta mala fede. Come pure mala fede, o fanatismo ideologico, pensare che solo gl ieleti del Movimento siano persone perbene, in grado di esercitare funzioni pubbliche con onestà. Solo nelle peggiori dittature funziona così. Addirittura ipotizzare un "inciucio" tra PD e PDL per gabbare gli onesti ma sprovveduti grillini (cittadini senatori) è una cosa assurda. Forse si tratta di un suggerimento del cittadino deputato convinto che gli americani siano controllati con chip sotto pelle. Infine il richiamo al contratto, che poi è il punto centrale: in qualsiasi vera democrazia l'eletto ha libertà di mandato, può votare in assoluta libertà di coscienza. Grillo invece vuole che siano vincolati alle sue direttive. L'unica foglia di fico, infatti, è quella della democrazia interna: lui sa benissimo che se stronca qualsiasi dissidio interno la linea che la maggioranza darà sarà quella decisa da Grillo. Come il peggior centralismo democratico di comunista memoria, o come le falangi compatte di berlusconiani che votano allegramente circa le innegabili capacità volanti degli asini, o sulle parentele di giovani prostitute africane.

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