Ti spiazza, Quando verrai di Laura Pugno (Minimum Fax), perché è uno di quei libri che sembrano fatti apposta per sgretolare le aspettative con cui lo hai attaccato.
Lo comincia e ti scaraventa subito in un mondo marginale, dove le case sono malandate roulotte e vivere è arrangiarsi, lontani dal cuore della città ma anche dalle strade che portano davvero verso orizzonti lontani. Fai presto a classificarlo come una storia di periferie e illegalità varie, iniezione di crudo realismo, che fa certamente bene, sempre che la lucidità dello sguardo riesca a farsi anche buona letteratura.
Poi però diventa qualcos'altro, storia di appetiti e morbosità, romanzo di formazione, trama che si insedia nei paraggi della letteratura fantastica.
Pagine che staccano gli ormeggi e vanno altrove. Non che nemmeno questo regali la gioia della libertà, sia ben chiaro. Il cielo sospeso su questa storia rimane livido. E perfino Eva, la ragazzina protagonista, inchiodata a una vita che non pare nemmeno vita, mi sa che appartiene a un altro pianeta.
Libro scritto benissimo (di Laura Pugno, che non conoscevo, voglio leggere anche Sirene, di cui dicono un gran bene), libro gelido, libro da cui mi sono congedato con un senso di vuoto.
A volte c'è bisogno anche di questo.