Avrete certamente notato che in Italia, dopo il successo della serie tv Gomorra, parlano in tanti un dialetto napoletano fluente, e che in momenti di sconforto per rassicurarci è stata sostituita dal vocabolario italiano l’espressione “Non preoccuparti” con “Sta senza penzier”.
Questo è dovuto al fenomeno del virale: tranquilli, non si tratta di una malattia esotica, in passato è probabile che abbiate contribuito al proliferare di un video virale, ma la vostra salute non è a rischio.
L’idea, un po’ romantica, è che una volta immesso nella rete web, un video venga apprezzato e condiviso click dopo click dagli utenti, che così facendo creano una reazione a catena. Sistema usato non solo per seguire strane mode (spesso pericolose) ma anche come vera e propria strategia di marketing da molte aziende.
In questi giorni potrebbe capitarvi di imbattervi in filmati e vedere Cristiano Ronaldo, Jennifer Lopez, o Jessica Alba, rovesciarsi in testa un secchio di acqua ghiacciata. Non stanno lanciando la campagna di un nuovo film o promuovendo i rimedi per combattere l’eccessivo caldo estivo. Non ci crederete: sostengono un’azione benefica, che sta già ottenendo risultati notevoli.
Tutto è cominciato da Pete Frates, un uomo di Boston che, approfittando della catena che girava da qualche settimana in Rete, ha deciso di provare a legarla alla malattia di cui soffre, la sclerosi laterale amiotrofica, per sensibilizzare le persone e convincerle a fare donazioni per la ricerca.
Pete, che è costretto in sedia a rotelle e non può muovere gli arti o parlare, ha girato un video in cui inclina la testa al ritmo di Ice Ice Baby, la canzone del 1989 di Vanilla Ice.
In pochissimo tempo, Bill Gates, Mark Zuckerberg, moltissimi campioni sportivi e tanti altri hanno cominciato a fare lo stesso, ed è nata l’Ice Bucket Challenge, diventando un mezzo per una buona causa: fai una donazione o fatti una doccia di ghiaccio, oppure fai entrambe le cose.
Critiche per il narcisismo delle star a parte, in un mese la Onlus ha ricevuto 13 milioni di dollari in donazioni e la lista dei nuovi donatori è in aumento.
Una lavata di testa non ha mai fatto male a nessuno.