Quanta violenza sprecata
mercoledì 19 ottobre 2011 di Maria Crisitina Vasile
In questi giorni accendendo il pc e leggendo qua e là sul web, non ho potuto fare a meno di imbattermi in articoli, editoriali, commenti e opinioni accazzo sulla protesta di sabato scorso a Roma. C’è chi inveisce contro la violenza incontrollata dei cosiddetti black bloc, chi incolpa partiti politici, chi addirittura tira fuori cospirazioni e movimenti e chi, tra i più intellettuali, si limita a citare Pasolini. In particolare, mi ha colpito un articolo che titolava “Centinaia di violenti hanno rovinato la manifestazione del 15 Ottobre”. Mi sono chiesta: rovinato? Perché dite che hanno rovinato? Ma cosa credevano? Che avrebbero potuto sfilare in migliaia con bandiere colorate e tamburi da capoeira per smuovere le coscienze di Capi di Stato, politici, leccapiedi e tutto l’entourage? Gli stessi che adesso manipolano a loro vantaggio, per gonfiare i propri discorsi, le bravate di quei “disturbatori della manifestazione”. Al massimo hanno deviato l’attenzione dei media sul corteo! Migliaia di persone con cartelli in mano…e non se li è cagati nessuno!
Rischierò di risultare impopolare, lo so benissimo, però mi sento di dire che ciò di cui ha bisogno questo paese non è una manifestazione pacifica, bensì di una rivolta incazzata. Altro che indignati, dovrebbero chiamarsi incazzati! Al giorno d’oggi non si può più sperare che un cambiamento avvenga in modo pacifico, ormai c’è troppa differenza tra chi governa questo paese, ricchi prepotenti e classe dirigente, e chi è veramente il paese. C’è poco spazio e meno dialogo. I Potenti ci dicono che è nostro diritto indignarci e manifestare, però se l’indignazione sfocia nella violenza si viene repressi, emarginati e cacciati1.
I lettori di questo blog vogliano per piacere non fraintendere le mie parole, non sto facendo l’apologia del coglione di turno che incendia un cassonetto, al contrario! È inutile incendiare le auto e i cassonetti, andate piuttosto a tirare pietre a Palazzo Chigi! Questo penso: che è inutile manifestare sfilando con addosso slogan e impugnando megafoni. Non serve a niente. E neanche incendiare cassonetti e automobili. Quanta violenza sprecata! Bisogna incazzarsi, e farlo sul serio.
Stimo ad esempio chi è andato ad insultare personalmente Pannella, e non per le ragioni (quelle sono opinabili) ma per il gesto in sé. Non si sono comprati magliette con slogan o fatto cartelli, sono andati da lui e gliene hanno dette quattro. E in più rovesciare a terra una Madonna per me non è “voler offendere la cultura millenaria di un paese”2, dire di essere il miglior Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni mentre vai a puttane lo è! Rovesciare a terra una statua, come si fa alla fine delle dittature, è un gesto simbolico, di rivolta verso uno status, verso una casta. Io non ho niente contro una vergine partoriente di un messia, ma sono contro quelli che la esaltano incappucciati, con anelli d’oro al dito e ragazzini al seguito.
Mi sono rotta dell’informazione manipolata, di tutte quelle facce di politici che ripetono a pappagallo “dobbiamo intervenire per punire i violenti, non è giusto che i cittadini ci vadano di mezzo”. I cittadini non devono andarci di mezzo, devono essere IL mezzo. Molti non lo capiscono e pensano ancora che sia possibile cambiare qualcosa mettendo dei fiori nei loro cannoni. È arrivato il momento di scegliere, scegliere da che parte stare.
La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia, la rivoluzione è un atto di violenza (Mao Tse-Tung).
1 Il tg5 del 17/10/11 ha esordito con “è caccia ai violenti”.
2 Fonte: tg5 del 17/10/11.