Quanta vita è trascorsa
e un ricordo perdura
di ginocchia sbucciate,
di giochi per strada,
di rami spezzati
dalla foga bambina
che il frutto coglier voleva.
Altri giorni, altri sogni
e il senso di precarietà
che mia madre mi trasmetteva
Quanta vita è trascorsa.
Ricordo che il mio volto si tese
verso una carezza che non venne.
Mio padre e il suo vizio assurdo
che mi spense il sorriso per sempre
e mi riempì gli occhi di lacrime mute.
Sono lontani quei mattini
in cui cercavo rifugio tra i banchi di scuola.
Fu un treno a portarmi lontano
dalla paura
e subito si profilarono
i giorni degli abbandoni.
Altri giorni, altre attese.
Quanta vita è trascorsa.
Ricordo l’imbarazzo
di non esser più bambina,
ma non ancor donna
e piano l’età in cui tutto
sembrava promessa, svaniva.
Altri giorni, altre voci.
Poi l’amore, finchè non mi persi.
Quanta vita è trascorsa
lungo il tempo che continua
la sua corsa.
Altri giorni, nuovi risvegli
e ogni giorno mi incammino
lungo la linea del tempo
con nuove speranze dentro.
Anna