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Più o meno così succede con le amicizie italiane quando espatriate in paesi lontani.
Quando annuncerete la notizia della vostra partenza gli amici saranno presenti, vorranno sapere tutto sulla vostra motivazione, su cosa farete se le cose si mettono male, se avete pensato a questa o quell'eventualità. Preparatevi ad ascoltare fiumi di consigli.
Vi diranno infine che dispiace moltissimo non potervi rivedere per molto tempo.
Allora voi li rincuorerete ricordando l'esistenza di e-mail e di social network così da potervi scrivere, chattare, videochiamare ecc.
Verrà organizzata una cena in pizzeria per festeggiarvi, sarete al centro dell'attenzione, riceverete biglietti e regalini e vi commuoverete come vitelli.
Penserete a quanto siete stati fortunati ad essere cresciuti e aver convissuto con persone così.
L'unica bugia è quando vi augureranno ogni successo, perché, dentro di loro, non ve lo augurano affatto, anzi.
Badate, i vostri amici, non sono cattivi, sono solo molto umani e il fatto che il loro compagno di bar sport, di pizzeria o di calcetto, vada all'estero e, per qualche strana ragione, diventi milionario fa loro girare le scatole perché penserebbero: «Ma perché io non l'ho fatto anch'io?»
Se invece ritornerete in patria con la coda fra le gambe, saranno rincuorati dal fatto che la loro scelta prudente era quella giusta. Non si dice infatti 'Meglio un uovo oggi che una gallina domani'? Qui in Messico il proverbio è: 'Meglio un uccellino in mano che cento in volo'.
Arriva poi il giorno della fatidica partenza. Nella sala d'aspetto dell'aeroporto vi arriveranno gli ultimi saluti, gli 'in bocca al lupo', e i 'ci mancherai tanto'.
Spegnerete il cellulare e salirete in aereo con un groppo al cuore.
Durante le vostre prime settimane da espatriato riceverete una fitta corrispondenza. Passerete ore a chattare con i vostri amici per raccontar loro le vostre avventure in terra straniera. Sembrerà che la vostra stanza sia una parentesi italiana e vi sentirete una star.
Le vostre avventure avranno titoli quali: 'Io e l'ufficio di migrazione', 'Io e il primo colloquio di lavoro in lingua straniera', 'Io e il mio primo viaggio'.
Piano piano, il ritmo delle lettere diminuirà, non sentirete più l'urgenza di comunicare la vostra vita perché le 'prime volte' si trasformano inesorabilmente in comportamenti abitudinari e quindi, in cose da sbadiglio.
Così faranno i vostri amici che, passato il momento della novità, volgeranno lo sguardo alle proprie faccende e tenderanno a discuterne con chi sta loro vicino.
Se usate un Social Network vedrete foto di feste e di momenti lieti ai quali non avete partecipato. Vi sembrerà che dall'altra parte dell'oceano sia in corso un eterno carnevale mentre voi tirate la cinghia e soffrite per integrarvi nella nuova società.
State tranquilli, Facebook è solo un'illusione ottica, nessuno pubblica foto di quando è in coda in banca o è bloccato nel traffico.
E' probabile che nei primi tempi riceviate la visita di qualche amico. Allora ritornerete stelle luminose mentre lo accompagnate con la sicurezza di chi la sa luna per le strade della vostra nuova città.
Poi però gli amici destineranno i loro risparmi in altri progetti e quindi anche il numero delle visite diminuirà.
E cosa ne sarà di voi? Completamente soli al mondo?
Uhm, se pensate agli amici come proprietà probabilmente non sarete molto contenti perché vi renderete conto di averne perso qualcuno. Se invece pensate all'amicizia come una bella relazione fra le persone, probabilmente farete nuove amicizie nel nuovo paese e non rimuginerete pensando a chi non vi scrive più.
Quando tornerete in patria i vecchi amici riprenderanno il loro rapporto con voi nel punto in cui la vostra partenza l'aveva interrotto.
Ci sono novità, vecchio mio?
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