Ogni giorno ascoltiamo dai notiziari di gente che si suicida. In genere sono piccoli imprenditori, o artigiani, o gente rimasta senza stipendio e senza pensione a causa della crisi e delle decisioni prese dai governi, sia in minima parte quello preceente, che soprattutto quello attuale, di tecnici, mandato a governare dai politici che non hanno avuto il coraggio di prendere decisioni impopolari durante il loro mandato.
Tra tutti non hanno capito, o come al solito fanno finta di non capire, che non avere il coraggio di applicare leggi impopolari non è solo e semplicemente vigliaccheria – che comunque c’è – ma è soltanto la normale constatazione di inapplicabilità di leggi studiate da menti malsane per togliere dignità alla specie umana.
La crisi quindi non può, non deve, essere pagata dal cittadino comune. Perlomeno non può essere pagata dal cittadino comune, dall’uomo, in termini di dignità.
Si possono accettare ristrettezze economiche quando queste siano condivise dall’intera società, certo.
Si può imparare a vivere in maniera più sobria? Ci si può provare, certo, ma come si fa a vivere in maniera più sobria di quanto ti permette un comune stipendio da 1000/1500 € al mese?
Non si può accettare certamente, invece, che qualcuno senza alcun titolo, a parte quello di “ragioniere”, sia messo lì a dire “Cambieremo il modo di vivere degli Italiani”, perchè il mio modo di vivere non me lo deve imporre il ragioniere di turno.
I tecnici ragionieri di turno al massimo possono cominciare a cambiare il loro modo di vivere da parassiti che succhiano stipendi e prebende da 25.000 € mensili facendosi eleggere senatori, oppure possono cominciare a cambiare le loro pensioni da 34.000 €/mese e stipendi e pensioni anche milionarie annuali.
Questo sarebbe un modo per uscire dalle crisi!
Non, quello di aumentare gli anni di lavoro ai 60/65enni che già tanto hanno penato nella loro vita lavorativa.
Non, togliendo la garanzia del lavoro sicuro agli anziani per poi farli ritrovare senza lavoro e senza pensione, e con l’impossibilità a volte di raggiungere il minimo contributivo per andare in pensione.
Non diminuendo i minuti della pausa caffè.
Queste soluzioni sono di un mondo vecchio, antico, che non ci appartiene più, e ammazzano la gente.
Per questo i suicidi di questi giorni e di questi mesi non devono più essere considerati suicidi, ma omicidi di stato.
Gente ammazzata da amministratori asettici e senza scrupoli, questo sono le morti che vengono chiamati suicidio.
La dignità dell’uomo, la dignità dei padri e delle madri di famiglia è sacra, assolutamente sacra.
E se non lo capiscono vuol dire che è arrivato il tempo che gliela dobbiamo fare capire noi.
In ogni modo.
Costi quel che costi.
IL CRONISTA
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