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Quanti di quei 60miliardi di euro del Q.E. finiranno nelle tasche dei lavoratori?

Creato il 09 marzo 2015 da Freeskipper
Quanti di quei 60miliardi di euro del Q.E. finiranno nelle tasche dei lavoratori?di Gerardo Lisco. Se ancora non fosse chiaro, il mondo ormai è diviso in due: da una parte coloro che vivono di finanza speculativa, creativa, ecc. dall’altra coloro che sperano di poter ricevere un qualche beneficio dal trickle-down. Mario Draghi ha annunciato all’Unione Europea che i prossimi giorni la inonderà di denaro. Tanto, davvero tanto, 60 miliardi di euro al mese fino a quando l’inflazione non raggiungerà il 2% secondo quanto prescritto dagli accordi UE in materia di equilibri finanziarie. Evviva ! Evviva!
Qualche giornalista si è spinto a dire che mai la BCE ha messo tanto denaro in circolazione. Per la verità la BCE in un solo colpo, qualche anno fa, immise nel mercato finanziario 1000 miliardi di euro con risultati praticamente nulli. Ad onor del vero lo stesso Draghi ha dichiarato che il QE da solo è insufficiente per la ripresa economica dell’Eurozona. In ogni modo tutto questo denaro dovrebbe servire a sostenere la ripresa. Staremo a vedere. Per il momento l’unica cosa certa è il risveglio degli “animal spirits”. I mercati finanziari, al solo annuncio del QE si sono attrezzati. L’individualismo finanziario è esploso. Banche e finanziarie hanno iniziato ad inondare di offerte i loro clienti; offrono denaro non per ciò che realmente servirebbe alla ripresa, cioè prestiti per investimenti produttivi, ma pacchetti che garantiscono rendimenti più o meno interessanti. E’ chiaro che coloro che hanno molto denaro vedranno moltiplicarsi i capitali investiti in operazioni finanziarie. Vengono offerti prodotti finanziari a rischio nullo, per profili di investitori a basso rischio, con interessi rilevanti data la deflazione. Se questi sono gli interessi per prodotti finanziari a rischio nullo immaginate quali possano essere le offerte di prodotti finanziari per investitori con profilo psicologico ad alto rischio. In sostanza la giostra per un nuovo ciclo di speculazione finanziaria è partita. L’Italia medievale e rinascimentale è la culla degli “animal spirits” dell’economia finanziaria. I Chigi, i Medici, gli Strozzi sono, per ricordarne alcune, le grandi famiglie che hanno controllato la finanza nei secoli XV - XVI ed oltre. Purtroppo sentendo l’amico di Renzi, Davide Serra, mi rendo conto che aveva ragione Guicciardini quando individuava nella difesa tout court del proprio “particulare” uno dei limiti degli italiani. Gli effetti dello “sgocciolamento” per gli italiani che non potranno acquistare il biglietto giusto che li farà salire sulla giostra della speculazione finanziaria, sono lavoro precario con contratto a tutele crescenti, tagli alla spesa pubblica prevista per i beni e i servizi di interesse sociale e conseguente crescita della pressione fiscale, in sostanza un ulteriore allargamento della diseguaglianza sociale. A fronte di coloro che realizzeranno ingenti profitti grazie al QE, c’è una massa che dallo “sgocciolamento” potrà godere si e no delle “gocce”. Un esempio? In questi giorni i media e molti politici si esaltano per la ripresa degli impianti FCA di Melfi. Ripresa anche in termini occupazionali, grazie al Jobs Act e indirettamente al QE, che favorisce le esportazioni per l’allineamento del cambio tra euro e dollaro. Sono in pochi ad evidenziare come quelle assunzioni riguardino persone comprese tra i 18 e i 29 anni escludendo, perché ritenuti “vecchi”, coloro che hanno un’età che va da 30 anni in su. Cosa ancora più tragica è che i neoassunti, secondo questa logica, a trent’anni, dato il ciclo di vita di un determinato prodotto si troveranno espulsi dal mercato del lavoro. In conclusione Draghi ha ragione quando afferma che il QE da solo è insufficiente per la ripresa; i suoi limiti, però, non sono nelle mancate riforme, o meglio controriforme, che auspica lo stesso Draghi ma nella mancanza di politiche redistributive in grado di rilanciare la domanda interna. Mancano in sostanza politiche capaci di mettere materialmente denaro fresco nelle tasche dei lavoratori. Per fare questo, ad esempio, si potrebbe cominciare a rinnovare tutti i CCNL scaduti da anni.

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