Questa è proprio roba da curiosità maniacale. E io mi ci sono imbattuta sfogliando Repubblica di qualche giorno fa (che ospitava anche un’altra chicca letteraria di cui vi parlerò nei prossimi giorni). Vi siete mai chiesti: ma quali sono le città su cui sono stati scritti più libri? Ebbene, qualcuno questa domanda se l’è fatta ed ha deciso di scoprirne anche la risposta. Si tratta di tale Edgar Barbosa per la Florida Atlantic University, usando Google N-Gram Viewer (strumento che in pratica, ma perdonatemi la poca tecnicità, dovrebbe permettere di confrontare la presenza di determinate parole all’interno di un database di qualcosa come 5 milioni di libri…).
Obiettivo: misurare la quantità di libri che parlano di dieci metropoli del mondo, tra il 1800 ed il Duemila. Il che non si esaurisce quindi in un esercizio maniacale di qualche appassionato, ma vuol dire comporre un affresco della società mondiale in due secoli, e soprattutto di come è cambiata. E di come si sono spostate le vie del mainstream.
Ed eccole qui, le dieci città raccontate tra le pagine dei libri scrupolosamente passati in una rassegna che però, lo dobbiamo dire per onor di cronaca, mantiene un’identità molto anglosassone. La ricerca viene dalla Florida e qui si parla solo di libri in lingua inglese (anche tradotti da altre lingue, vogliamo sperare, anche se ricordo di aver letto, tempo fa, che negli Stati Uniti le altre letterature, cioè quelle non anglosassoni, venissero lette pochissimo, tanto che si era meritata gli onori delle cronache una piccola casa editrice universitaria, Open Letter Books della University of Rochester, NY, interamente dedita alla traduzione dei classici internazionali.
E quindi è chiaro, e lo pensa anche Paolo Mauri, l’autore dell’articolo de La Repubblica, che se volessimo ripetere l’esperimento prendendo in mano i libri scritti in italiano la mappa sarebbe molto diversa e decisamente più esigua fino ai giorni nostri o quasi, in termini di luoghi stranieri.
Ma torniamo alla mappa degli “americani”: Londra e New York attraversano praticamente incontrastate i due secoli. La nostra Roma si difende più che bene, ma solo fino a metà Ottocento, dopo di che, il “declino” letterario (quantitativamente, si intende) al di là dell’Atlantico (o della Manica). Ma va peggio a Madrid, che brilla solo a inizio ‘800, mentre spicca la Parigi della Belle Epoque e Il Cairo dopo la frequenza di primo ‘800 ha vissuto un nuovo interesse prima del Duemila.
E l’Oriente? Sembra proprio che i Bric (cioè quei Paesi a più forte accelerazione economica negli ultimi anni) abbiano fatto irruzione anche in letteratura: Pechino fa la sua comparsa massiccia solo negli ultimi decenni, Mumbai praticamente l’altro ieri. E Tokyo attende ancora il suo exploit. Siete d’accordo?