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Quanti refusi negli ebook

Creato il 30 maggio 2011 da Gloutchov

Questo è un argomento di cui volevo parlare da tempo... esattamente da quando ho letto questo articolo in cui si fa notare l'arretratezza (n.d.r. non solo italiana) in cui ci troviamo rispetto alla realizzazione di un ebook di qualità.
Cosa intendiamo per ebook di qualità?
Non sto parlando dei contenuti. Si presume che il testo contenuto negli ebook, così come nei libri tradizionali, valga la pena di essere letto ma... piuttosto, ci si domanda perché gli ebook non riescano a essere raffinati tanto quanto le rispettive pubblicazioni cartacee.Parlo di refusi non dovuti all'editor della casa editrice e/o all'autore che si autoproduce.
Se l'ebook reader è in grado di simulare la carta a tal punto da farci dimenticare di avere in mano uno strumento molto diverso dal libro tradizionale (forse esagero ma... più o meno è ciò che ci si aspetta da un ebook reader), il formato elettronico dei libri non è altrettanto efficace.
A oggi non esistono strumenti professionali veramente efficaci per produrre gli ebook. Esistono programmi che, da un testo già pronto, permettono con un click la conversione al formato ePub (InDesign, Apple Pages, il plugin di Open Office, Calibre...) ma, durante la conversione nessuno sa cosa succede e, soprattutto, vista l'assoluta e variegata vastità di dispositivi su cui quel file verrà letto... è praticamente impossibile essere certi che esso apparirà a tutti quanti nello stesso modo in cui lo vediamo noi.
Io, per esempio, controllo i miei ebook attraverso tre dispositivi. Il formato ePub lo verifico a video, sul viewer di Calibre, e sul display del mio Smartphone. Il formato Mobi lo "porto" sul Kindle per controllare che tutto sia a posto (n.d.r. tenete conto che uso il Kindle per fare l'editing dei miei manoscritti... per cui sono abbastanza sicuro che la conversione avvenga correttamente). 
Ciò però non basta. 
Lavorando su un Mac ho ben imparato a non fidarmi di ciò che vedo a video. So bene che esistono diversi standard di codifica dei testi (n.d.r. ASCII, UTFUnicode, e altri) e, nella creazione del mio sito mi sono immediatamente scontrato sulle difficoltà di far vedere i caratteri accentati nel modo corretto su tutti i browser e su tutti i sistemi operativi. I formati degli ebook derivano direttamente dal linguaggio utilizzato per le pagine web e, di conseguenza, si portano dietro strascichi dello stesso problema... senza contare che non si può avere la certezza che tutti i lettori di ebook siano compatibili con tutti gli standard di codifica dei testi che esistono... figuriamoci poi se dovessimo discutere di impaginazione. Specie negli ebook che contengono illustrazioni, le dimensioni del display diventano fondamentali. Agli inizi di questa tecnologia era facile. Tutti gli ebook reader avevano display da 6 pollici. Poi la tecnologia e-ink si è sviluppata a tal punto da rendere possibile la produzione di display di ogni formato (dai 5 pollici ai 10 pollici... più o meno, ma non mancano dispositivi in formato A4). Poi ci sono gli smartphone, e i tablet.Se volete capire visivamente di cosa sto parlando è sufficiente che vi mettiate a giocare con la finestra del vostro browser facendole cambiare dimensione... il mio stesso blog, fino a un certo punto, tenta di adattarsi ma, non può fare l'impossibile e prima o poi qualcosa finisce per perdersi fuori dallo schermo e/o a "sformare" l'impaginazione che ho pensato al momento della sua creazione.La stessa cosa accade per gli ebook.
Insomma, a oggi è molto difficile realizzare un file ePub che possa essere letto su un qualunque apparecchio così come noi lo abbiamo pensato e realizzato.Ci vuole competenza, attenzione, gli strumenti giusti e, soprattutto non ci si può fidare dei one-click converter, strumenti sicuramente utili per un amatore ma, non adatti per scopi professionali.
Cosa ci vorrebbe?
Uno standard universale per tutti i device (che possa essere il futuro ePub3? qui e qui). Software capaci di costruire con certezza assoluta degli ebook di qualità (quindi non semplici convertitori che partono dalle tradizionali piattaforme di DTP*). Maggiore professionalità e attenzione da parte di chi si occupa di editoria.Gli esempi da seguire, secondo la mia piccola esperienza, è sicuramente Amazon. Ma c'è ancora tanta strada da fare...
Nota a margine:qui

 


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