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Quanti sono i tempi?

Creato il 21 maggio 2010 da Renzomazzetti

QUANTI SONO I TEMPI?Risulta dunque chiaro che futuro e passato non esistono, e che impropriamente si dice: Tre sono i tempi: il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro. Queste ultime tre forme esistono nell’anima, né vedo possibilità altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente è l’intuizione diretta, il presente del futuro è l’attesa. Se mi si consente questa terminologia, vedo anch’io ed ammetto tre tempi: sono tre. Del resto si dica pure, come vuole abusivamente la consuetudine, che i tempi sono tre: il passato, il presente, il futuro; si dica pure. Non me ne importa, non faccio opposizione, non biasimo; purché ci si intenda su quello che si dice e non si sostenga che hanno una esistenza il futuro e il passato. Raramente parliamo con proprietà di linguaggio; per lo più usiamo termini impropri, pur intendendo quello che si vuol dire.

-Sant’Agostino-

AI COMPAGNI

Beviamo, amici, è tempo di battere

col piede sciolto il suolo e distendere

sui sacri letti degli dei

scelte vivande degne dei Salii.

Nessuno osava togliere il Cecubo

dagli orci aviti, mentre una stolida

regina ordiva crolli e morte

al Campidoglio ed al nostro impero,

con una mandria d’uomini sordidi

per turpe vizio, accesa da illecite

speranze ed ebbra per propizia

sorte. Ma spense la sua follia

un solo legno salvo all’incendio,

e lei, confusa dal Mareotico,

Cesare spinse a veri orrori

mentre scappava dall’Italia,

coi remi urgendo, come la trepida

colomba il falco, o come sollecito

cacciatore un leprotto sui banchi

campi di Emonia, per dare ai ceppi

l’infame mostro; lei che, cercandosi

più degna morte, non, come femmina,

temé la spada, né veloce

spinse la nave a porti sicuri,

ma osò guardare, senza una lacrima,

la reggia infranta e impavida stringere

feroci serpi ed assorbire

nel suo corpo il mortale veleno,

con quella fine ancora più indomita,

perché non fosse, lei, non spregevole

donna, condotta sulle navi

per il trionfo del suo nemico.

-Orazio-

 


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