Quante volte ci sentiamo senza radici, come se non sentissimo il terreno sotto i piedi…
Aallo stesso tempo desideriemo avere le ali per andare lontano, per bramare sicurezza e destrezza da vendere, vestirsene ogni giorno prima di affrontare il mondo, come una pellicola magica stampata sul volto, incarnata nelle ossa… un diamante dell’anima!
Eppure se mancano le radici, non potranno (mai)spuntare le ali…
C’è un 11° comandamento:
“Onora il figlio e la figlia” il 4 bis, se così si può dire, che forse, Dio ha dimenticato di dettare a Mosè.
Ovvero, dopo il quarto: “Onora il padre e la madre”.
Questa frase, partorita da Don Benzi, può davvero essere illuminante per quanti,adulti responsabili, vorranno misurarsi con la riflessione in merito a che cosa i genitori possono offrire ai bambini e ai ragazzi, persone in crescita, per “onorarli”, per rispettarli, per Amarli…davvero, nel tempo ed oltre il tempo limitato della vita propria, seminando in loro le radici salde, le fondamenta interiore dove sentire sostegno e fiducia dentro se stessi, per poi imparare a prendere il volo, essere Grandi, andare col cuore leggero verso l’isola dells piena Autonomia.
I genitori possono dare ai figli soltanto due cose: Radici e Ali (antico proverbio del Québec)
LE RADICI
1. I genitori comprenderanno che la maternità e la paternità non sono soltanto eventi biologici ma un’esperienza dell’anima e una possibilità della vita, un’espressione importante di amore, di crescita, di oblatività e generosità della vita. Madre e padre sono persone che si prendono, con amore e responsabilità, cura della crescita di un bambino e lo amano, lo rispettano, lo tutelano, ne costituiscono un punto di riferimento affettivo, una guida amorosa e trovano le giuste alleanze e si preparano con la dovuta competenza ad assolvere a questo compito che è insieme un compito d’amore e di formazione.
2. I genitori favoriranno i rapporti tra i propri figli e i nonni paterni e materni (i nonni rappresentano le radici delle radici di ogni bambino).
3. I genitori si prenderanno cura anzitutto della propria salute mentale e fisica. Per garantire, così, quella dei propri figli.
4. I genitori, responsabilmente, amorevolmente, si prenderanno quotidiana cura, a livello sentimentale e sessuale, della loro coppia, per garantirne, se possibile, la felice continuità. Per garantire, così, anche la felice continuità della famiglia che hanno formato.
Qualora la loro coppia attraversasse momenti di crisi, troveranno le opportune occasioni (dialoghi, chiarimenti) e/o le opportune alleanze (ad esempio mediazione terapeutica di coppia) per sostenere la loro coppia in crisi.
I genitori responsabilmente, dignitosamente, anche in caso di separazione e divorzio, al fine di tutelare e rendere sopportabile ai propri figli il trauma di dover affrontare la frantumazione della propria famiglia e per non rendere ancor più “fragile” il loro nido in difficoltà, cercheranno, laddove è possibile, di rimanere, comunque, una “coppia genitoriale”. Per poter continuare ad amare, assistere, educare “insieme” i propri figli.
LE ALI
5. I genitori faranno in modo che ogni bambino che viene al mondo, maschio o femmina, abile o “diversabile” ( aggettivo coniato da Claudio Imprudente, giornalista, responsabile del Centro documentazione Handicap di Bologna ) che sia, venga accettato ed amato dalla sua famiglia per quello che è. E i genitori, siano essi naturali o adottivi, rispetteranno il suo temperamento, favoriranno la formazione della sua personalità e del suo carattere tenendo conto di quelle che sono le sue predisposizioni.
6. I genitori comprenderanno che il gioco è una necessità e un diritto dei bambini. I genitori favoriranno le esperienze di gioco e la creatività dei bambini considerando il gioco e la creatività una necessità e un diritto dei bambini che consente loro di crescere e di affrontare con gradualità, armonia, libertà e sempre maggiore possibilità di esplorazione ed autenticità, la vita.
7. I genitori faranno in modo di rendere la scuola , alleandosi con gli insegnanti, veramente il “secondo nido” dei bambini poichè il sapere è un patrimonio al quale i bambini non possono né debbono mai rinunciare. La scuola è il luogo dove si realizzano le prime esperienze di socializzazione, “le prove di volo” e, dunque, il confronto con il mondo degli altri che maggiormente è impegnativo per i ragazzi. I genitori sapranno, dunque, allearsi con gli insegnanti per aiutarli in questo percorso dal primo “nido” della famiglia al “nido” della scuola e lungo tutto il percorso scolastico, affinché i ragazzi possano, acquisire e sperimentare, il piacere del sapere e conservarlo per tutta la vita.
8. I genitori, pur rendendo consapevoli i figli della situazione economica della loro famiglia, (compatibilmente con la loro capacità cognitiva ed emotiva di comprendere le situazioni e nel rispetto dovuto alla gradualità del loro sviluppo psicofisico emotivo) non li coinvolgeranno mai in modo inadeguato,eccessivo, totalizzante sia nel benessere che nelle difficoltà di tali condizioni economiche e sociali.
9. I genitori rispetteranno le profonde esigenze spirituali che animano, comunque, ogni persona in crescita, ogni bambino ed adolescente. Daranno, perciò, la possibilità ai bambini di sviluppare l’aspetto spirituale della loro personalità e di indagare, elaborare, analizzare, esplorare creativamente, esprimere le proprie emozioni ,ricercare risposte alle proprie esigenze, domande e ai dubbi interiori rivolgendosi al mondo della filosofia, della cultura, della religione, dell’arte, della scienza, sui grandi temi della vita: la nascita , la morte, la solitudine, i conflitti, le prove, le malattie, il diritto alla felicità, le virtù, la fede , l’eroismo, il coraggio… per imparare poi ad essere genitori di sè stessi, prima che di nuove anime innocenti cui donare la vita
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