Quanto conta la salute dello scrittore in ciò che scrive?...

Creato il 23 maggio 2011 da Marcodallavalle

Quanto conta la salute dello scrittore in ciò che scrive? A quanto pare molto se consideriamo l'articolo che trovate qui sullo stato di salute di James Joyce, l'autore dell'Ulisse. Molto perché questo libro, che fa del monologo interiore e dell'introspezione il fondamento, appare come una confessione del proprio sé. Non è la stessa cosa per quanto riguarda il metodo autobiografico? Certamente nell'Ulisse Joice mette un personaggio diverso, ma credo che vada ancora una volta sottolineato quanto sia importante a tutti i livelli della Biblioterapia l'uso di personaggi diversi da sé per parlare di sé. Mettersi in gioco pesonalmente non è facile. Molto più praticabile la via altra, un alter-ego che non ci scopra completamente, come accade per i bambini, che hanno bisogno di confessare una marachella incolpando la propria mano, e non se stessi, della propria azione. Se Joice nel suo essere malato ha saputo creare i suoi capolavori letterari, abbiamo una prova di più che la letteratura è la via maestra per rimanere capaci e creativi malgrado tutto. I libri salvano!

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