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E' una domanda che pochi si sono posti, perchè spesso si tende a trascurare il costo della ricerca scientifica. In realtà, la questione dei costi è il vero motore che porta alla scoperta: è vero soprattutto per settori come la ricerca di base, la ricerca medica, e la scienza dei materiali, ma è un problema reale per qualunque altra area d'indagine.
Nel 2000, l'Università di Harvard aveva stimato un costo di 5 miliardi di dollari per la completa catalogazione di tutte le specie viventi terrestri, ma la nuova stima dei ricercatori dell'Università di São Paulo parla di cifre ben diverse: 263 miliardi di dollari, e soltanto per la scoperta e la classificazione della biodiversità animale.
Attualmente la scienza ha identificato circa 1,4 milioni di specie animali, ma molti milioni potrebbero ancora nascondersi in angoli remoti o poco esplorati del pianeta. E in un periodo in cui alcuni sospettano l'arrivo della Sesta Grande Estinzione, e in cui molte specie viventi sono dirette verso il declino, catalogare la biodiversità diventa una delle priorità dei biologi, che altrimenti vedrebbero sparire specie uniche nel loro genere senza nemmeno aver avuto una possibilità di studiarle.
"Perdiamo specie a causa dell'estinzione più velocemente di quanto ne descriviamo di nuove" dice Antonio Marques, co-autore della ricerca assieme a Fernando Carbayo. "Dobbiamo conoscere i biota per preservarli e conservarli".
Chi fa della classificazione delle specie viventi una professione? I tassonomisti. Perchè quindi non chiedere direttamente a loro informazioni sui costi e sugli sforzi da compiere per la scoperta di nuovi animali o piante?
E' ciò che hanno fatto Carbayo e Marques intervistando 44 tassonomisti brasiliani, che corrispondono a circa il 9% dei tassonomisti del Paese, per determinare il ritmo a cui descrivono nuove specie e i costi coinvolti in questo processo, a partire dall'educazione, i salari, le attrezzature e le spedizioni.
Il Brasile sembra essere un campione particolarmente adatto per poi estrapolare dati a livello globale, dato che nel Paese si trova circa 1/10 dell'intera biodiversità animale e vegetale del mondo, e una comunità di tassonomisti molto attiva, con stipendi molto simili alla media planetaria.
In media, un tassonomista descrive circa 25 nuove specie durante la sua intera carriera, con un costo annuale di 97.000 dollari. Il computo non è semplice: molte specie, ad esempio, presentano costi differenti l'una dall'altra. Descrivere un nuovo vertebrato brasiliano costa circa due volte rispetto ad un invertebrato. Classificare un insetto costa in media circa 39.000 dollari, e un uccello circa 122.000 dollari.
Calcolando che ci sarebbero ancora 5,4 milioni di specie animali da scoprire, si arriva presto a fare un calcolo su scala globale che raggiunge i 263 miliardi di dollari.
Il problema, però, non è soltanto di natura economica: si tratta anche di risorse umane da impiegare, e di tempi di ricerca. Al ritmo attuale con cui si scoprono nuove specie animali (circa 16.000 all'anno), occorrerebbero altri 360 anni per finire la catalogazione con l'attuale forza-lavoro. Tempo che probabilmente non abbiamo a disposizione per i ritmi sempre crescenti di estinzione.
I tassonomisti, inoltre, non si trovano dietro l'angolo. Il loro numero non sembra essere destinato ad aumentare, specialmente per l'educazione completa che un tassonomista deve necessariamente avere per svolgere correttamente il suo lavoro. "Non ci saranno più tassonomisti in futuro" dice David Person, specialista di scarabei per l'Arizona State University. "E' solo un sogno, per quanto mi riguarda".
Marques e Carbayo sostengono che il costo per la scoperta e la classificazione potrebbe essere inferiore se si facesse affidamento anche sugli appassionati, una mossa che i due ricercatori sostengono possa espandere gli orizzonti della ricerca di nuove specie viventi.
How Much Would It Cost to Identify Every Animal on Earth?
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