La mattina della partenza mi telefona Hervè dicendomiche causa bronchite si vede costretto a rinunciare al viaggio…
Mi dispiace moltissimo, perchè ci tenevo veramente tanto a fare questo viaggio con lui. E non solo perchè è stato lui a propormelo, ma perchè pur conoscendoci da poco, si è sviluppata immediatamente una certa sintonia.
Alla sera, come previsto, mi incontro all’aeroporto di Malpensa con Luigi e facciamo conoscenza.Sarà il mio compagno di viaggio per i prossimi 15 giorni.
26/3/2012
ore 16,30 ora locale, arriviamo a Katmandu e l’aria è torrida. Ad aspettarci, come previsto c’è Lakpa. Ci avviamo alla macchina e nel tragitto che ci porta all’albergo, si coglie subito una molteplicità di sensazioni. Katmandu è molto caotica, strade polverose e l’aria è piena di smog che costringono molti a tenere una mascherina sul volto.
Si vede una marea umana di donne, uomini e bambini in movimento,sia a piedi che con qualunque altro mezzo possibileintasare ogni angolo di strada.
L’albergo in cui siamo alloggiati The Shanker Hotel, anticamente era una reggia dei Maraja. Uno degli Hotel più lussuosi della capitale ed il silenzio che si ascolta sembra surreale ed in contraddizzione con il chiasso infernale distante solo pochi minuti.
La sera siamo stati ospiti di Lakpa e della sua famiglia. Abita in una casa molto bella di Katmandu. In casa si entra spogliando le scarpe poichè loro ocnsiderano l pavimento sacro e inizio da qui a conoscere la cultura e lo stile di vivee in Nepal. L’accoglienza della sua famiglia colpisce per il calore ed è veramente molto belo respirare l’aria Nepalese nei modi con cui essi sanno stare in relazione.
27/3/2012
ore 8,00 pronti gia per iniziare il trekking. Colazione abbondante a base di caffè, succo d’arancia, bakkon e pane tostato. In attesa di muoverci per l’aereoporto, abbiamo appuntamento con Lakpa alle 11,00, siamo andati a fare un giro in citta. Arrivare in centro Katmandu è gia un impresa con il caos del traffico e la polvere che si respira. Dopo poco iniziano tutte le vie colorate e piene zeppe di negozietti che vendono di tutto e nel tragitto si respira anche la miseria, ragazzini intenti a inalare colla, chi sdraiati sul marciapiede coperti di stracci.
Torniamo in albergo e pranziamo in modo frugale un piatto di riso e carne, cucinata all’indiana..e dopo un pranzo veloce si parte per l’aereoporto. L’aereoporto per I voli interni è particolare. La stanza adiacente alla zona d’imbarco assomiglia piu ad un porto, all’interno non vi sono posti a sedere e ciascuno si arrangia come puo, chi seduto sui bagagli chi n terra, piccioni che svolazzano all’interno e cavi elettrici che ballano stancamanete da un punto all’altro della stanza.
Una volta passati nell’altra stanza dell’imbarco sembra di essere in un altro aereoporto. Una serie di file di sedie pronte ad accogliere I passeggeri, sui displey vi sono gli elenchi delle partnze con relativi orari..sembra quasi di essere in un altro aereoporto..mentre invece si è solo varcato una soglia… Orario previsto per il volo ore 13,00..ma attenzione, siamo in Nepal..orario parteza effettivo ore 16,00 e ci imbarchiamo su un aereo di diciotto posti, ma bisogna aspettare perchè devono fare le pulizie e sopratutto…il carburante..Viaggio tranquillo, c’erano pure le cinture di sicurezza e oltre le caramelle di rito, offrivano anche del cotone per le orecchie per chi voleva attenuare il rumore dei motori. Ma mi sono detto che voglio sentire qualsiasi rumore in Nepal. Atterraggio nella norma. Chiei a Laka se quando non volano gli aerei la pista viene utilizzata come campo da calcio. Lui conferma con la sua caratteristica risata.
Arriviamo a Lamidanda, uno sperduto villaggio famoso solo per l’aereoporto e con un unico negozietto grande come un ripostiglio, ma di quelli piccoli, dove piu tardi ci siamo gustati un birra, un po calda non essendoci frigoriferi, o comunque a temperatura ambiente…. Sai, a volte capita di gustarsi cose a cui solitamente siamo abituati a loro sapore, solo perchè diamo per scontato di poterlo aver ogn volta che lo deisderiamo..Ma quando ti trovo incerte situazioni anche una birra puo avere un gusto particolare e tu, proprio per questo la apprezzi come fosse la prima volta che la assaggi. Inizio a fare foto ai bambini ed agli adulti chiedendo loro permesso e ad un gruppo di ragazzi intenti a giocare a calcio su un improbabile campetto..Ma su questo credo che I ragazzi siano uguali in tuto il globo. E’ sufficente avere un pallone fatto di stracci o di cuoio poco importa. E suficente che rotoli un po e per la porta basta mettere due pali di legno…
Per cena un piatto di spaghetti della verdura cotta e una sorta di ravioli e per l’occasione hanno messo pure una tovaglia e alle pareti formate da assi una splendida carta da parati, olo fatta con fogli di gionale…La casa è stat pagata 5000 euro…
Il primo pensiero rivolto a questa gente è che sembra che viva sospesa in attesa di qualcosa che possa accadere…..
Alle 20,00 ci mettiamo nella nostra tenda a dormire…
283\2012
ore 5,30 sveglia, si prepara lo zaino e intato ci preparano la colazione, the,uova, pane tostato. Poi ci si mette in viaggio. I colori della terra sul rossiccio, sono straordinari e si incntra moltisima gente al saluto di Namastè e mi metto a fare foto a non finire cercando di cogliere nei volti delle persone ogni sfumatura umana possibile. Ci fermiamo a metà mattina a fare una sosta e ci offrono della papaia dimstrando di essere molto gentili ed accoglienti.
Attraversiamo uno dei poni piu vecchi lungo un centinaio di metri. A pranzo ci fermaimo a Dumbai e ci offrono succo di mais mentre viene preparato il panzo. Un pranzo abbondante, come saranno del resto tutti quelli successivi, a base di riso patate e fagiolini lessi. Dopo prano, alle 13,00 ripartiamo ed incontriamo una serie di piccoli villaggi, formati da poche case sparse e tantissimi bambini con indosso quel poco che hanno e tanta speranza che ci guardano curiosi. Nell’ultimo in cui volevamo fermarci, Lakpa decide che non è il caso, troppa gente ubriaca dice, e ci spostiam allora piu avanti cosi ci portiamo avanti per la tappa successiva.
L’organizzazzione è impeccabile e ci hanno meso una tenda come toilette, facendo un buco nella terra per ogni bisogno…anche se io mi sento un po a disagio per avere 10 persone a nostra disposizione, 8 portatori e due guide. Solitamente sono abituato ad avere meno comodita, ma poi mi dico che per loro questo è anche un moo per lavorare..
La prima tappa si è svolta sotto un sole che ha toccato I 35 grad. Peccato solo per la foschia che non ha prmesso di vedere molto.
Solita cena, primo contatto con casa per dire che tut andava bene, e non ce ne saranno altri per I prossimi 6\7 giorni, ed ale 20,00 di nuovo in tenda a dormire.
293\2012
Sveglia alle 5,00 con un the caldo fumante, poi colazione a base di mandarini, uova a e mango cotto. Fantastico.Poi una volta smontato il campo si parte. Solita andatura lenta e tranquilla di Lakpa.
Passiamo ancora tra innmerevoli minuscoli villaggi e nessuno di questi ha un inicazione che ne dica il nome. Arriviamo e attraversiamo Aiselukharka, il villaggio piu grande incontrat fin’ora e olti si fermano a guardare noi incuruisiti e forse piu incuriositi di noi.e faccio passare I volti che incontro e che esprimono fierezza, altri solcati da rughe, segnati dalla fatica, dal sole e dalla miseria..Una ragazza ci fotografa con il suo cellulare ma poi si nasconde a non vuole essere fotografata…
proseguiamo ed incontriamo tantissmi piccoli negozietti tutti uguali e tutti in atsesa di un possibile cliente….forse I negozi sono cosi tanti perchè non si pongono tanti problemi di affitto, contributi, tasse ecc…Usciti dal villaggio poseguiamo ed entriamo in una foresta ed ogni volta che incontriamo qualcuno, sguardi che si incrociano, qualche saluto….Curioso il fatto che I sentieri che noi stiamo facendo per questo tekkiing, per loro sono l’unica via di cmunicazione ed anche I sentieri che fanno per lavorare portandoi sulla schiena dei pesi enormi..ma questa è la loro vita.
Arriviamo a quota 2400 metri, quota massima per oggi ed iniziamo ad incontrare gli Stupa. Sono costruzioni buddiste che stanno ad indicare in quale territorio ci stiamo addentrando, che rappresentano il pasaggio dal territorio indu a quello buddista. Gli stupa sono monumenti buddisti molto grandi, ma quelli che si trovano sui sentieri sono costruzioni in terra e pietra alte poco piu di un metro e mezzo dove sulle pieter sono incise delle preghiere e che bisogna pasare rigorosamente a sinistra.
Alle 10,30 ci fermiamo per il pranzo, per dare modo ai portatori di preparare per noi, ci stendono un telo dove poterci stendere e nell’attesa ci portano del succo di fragola caldo.
Alle 12,15 riprendiamo la marcia in direzione Kurima attraversando la foresta per saliscendi…
Ci fermiamo da un cugino di Lakpa che è un custode di un monastero, il quale ci offre del the tibetano che apprezzo moltisimo. Apprendo in seguito che il the tibetano, pò cha, è del latte in polvere, con del burro, the nero e del sale fino.
Riprendiamo la marcia ed interessante questo camminare lento interrotto di tanto in tanto di momenti in cui riposare o da incontri con cui ci si intrattiene a chiaccherare ea, mi verrebbe da dire.. “perdere tempo” in fondo, siamo in Nepal ed andare di fretta qui non serve assolutamente a nulla perchè sono i ritmi della natura a dettare i tempi e non quello degli impegni inderogabili o peggio della tv. qui tutto scorre lentamente ed inesorabilmente, come la poca acqua e la vita delle persone. Che senso ha affannarsi se non si puo scambiare un sorriso o perdere tempo nelle relazioni?..
Poi verso le 16,30 arriviamo dai genitori di Lakpa nel villaggio di Kurima e fa un certo effetto vedere la casa dove è cresciuto e vi è rimasto fino a 20 anni, fino a quando non se ne è andato a gestire la sua agenzia turistica diventando un punto di riferimento importante per chi vuole andare in Nepal. Lapka ci dice che è la prima volta che ritorna da quando se ne è andato 16 anni prima…
La casa è uguale a molte altre, con una grande stanza con annesso un altare buddista.le loro abitazioni hanno delle panche lungo il perimetro della stanza e dei tavolini rettangolari a cui appoggiarvi le tazze. E negli angoli della stanza vi sono le panche dove dormon.
E tutto cio che possiedono è in questa stanza.In un’altra, spesso fa parte dell’ingresso, c’è la parte adibita a cucina. Che consiste in un fuoco in terra in cui fanno scaldare il cibo.
anche qui grande accoglienza e ci offrono immediatamente del the tibetano con dei biscotti, mentre altrici preparano la tenda.
Quando poi ci trasferiamo in tenda arrivano un nugolo di bambini incuriositi a vedere cosa sia quella strana struttura gialla che assomiglia ad una piccola astronave a forma di igloo, ma soprattutto chi sono quei due personaggi che ci dormono dentro iniziando ad affacciarsi alla tenda per poi scappare via e ritornarvi subito dopo. Abbiamo capito che oggi non si riposa, d’altronde, andando a dormire alle 20,00 ne abbiamo di tempo per riposare… e quindi ci mettiamo a giocare con loro continuando a scattare fotografie ogni volta che si affacciano, sorprendendoli in sguardi di meraviglia, stupore e divertimento.
Quando poi Lakpa inizia a distribuire caramelle, arrivano bambini da tutte le parti. E’ impressionante quanti siano e come siano vestiti e chissa ogni quanto riescono a lavarsi, dato che per loro l’acqua è cosi preziosa che non la sprecano di certo..
Quando Lakpa chiede di fare una foto di gruppo, le foto si moltiplicano perché una volta messi in posa non si spostano, fino a quando, dopo una ventina di foto, mi metto a fare altro…
La cena viene preparata a base di spaghetti, pizza ?! e pesce…e dire che è abbondante ormai è superfluo. Non sono abituato a mangiare cosi tanto, soprattutto quando sono in giro, equando glie lo faccio presente e Lakpa mi dice che va bene cosi, perché cosi torno in Nepal. Ma io non ho bisogno di ingozzarmi per tornare in Nepal. Ci torno comunque!
La cena viene preparata e consumata in casa e mentre cenavamo il padre di Lakpa pregava recitando un mantra, una sorta di rosario con dei grani. Suo padre ha un volto segnato dalle rughe e dalla fatica, come del resto quasi tutti qui in Nepal, ma con uno sguardo molto dolce.
Dopo cena, alle 20,00 ci ritiriamo nei nostri “alloggi” ed una leggera pioggia accompagna il nostro viaggio verso morfeo, mentre in sottofondo sentiamo le risa di Lakpa e gli altri portatori…
30\4\2012
oggi ci feremero qui a Kurima, questo villaggio che ha solo la definizione di villaggio, almeno nel’idea comune che abbiamo noi, poiché vi sono una seie di case sprse sui diversi versanti della montagna, poiché in questa zona non vi sono spazi pianeggianti che permettono di costruire case una di fianco all’altra, ed anche la coltivazione avviene su delle minuscole terrazze ricavate in questa eterna lotta con la montagna per prendersi un pezzo di terra per poter sopravvivere….
Questa mattina ci siamo alzati tardi, alle 7,00 e siamo andati a vedere la zona dove dovrebbe sorgere una centralina elettrica. Luigi si è preso una piccola forma di indigestione. Vedremo come andrà.
Come previsto ci siamo incamminati per il sentiero che porta al posto stabilito, ma dopo poco Luigi si ferma e decide di tornare indietro, mentre con Lakpa e un suo cugino che poi diventerà il referente per il progetto proseguiamo e per tutto il tragitto lor hanno parlato mentre io naturalmente non ci ho capito nulla.. Scendiamo tutto il versante della montagna fino al ponte che attraversiamo, poi risaliamo un po fino ad arrivare al torrente ed allo spiazzo individuato, Un piccolo fazzoletto di terra dove sorgerebbe la costruzione.
Al torrente Lakpa ha provato l’intensità dell’acqua e mi ha spigato il tragitto che bisogna fare fare ai tubi, scavando naturalmente tutto. Ma qui siamo in Nepal e certi lavori per loro sono del tutto naturali. E’ l’unica terra che hanno. Una vola terminato il sopraluogo siamo poi passati da alcuni conoscenti di Lakpa che ci hanno offerto de the tbetano e del vino di riso mettendo una punta di farina sulla tazza come segno di rispetto degli ospiti. Questo vino è molto aspro ed ho sorsegiato appena, mentre ho bevuto volentieri diverse tazze di the che continuano a riempire e tu potresti stare li a berne liti interi.
Ritornati al campo Temba ci offre subito una tazza di succo di fragola. La sua attenzione e premura nei nostri confronti è impeccabile. Pranziamo e poi facciamo delle foto con Lakpa e suo padre. Dopo una breve pennichella sentiamo i bambini che tornano a farci visita e a curiosare, e quella che definisco la mia amica, una ragazzina tra le piu grandi con la quale fin da ieri scambiamo sguardi e sorrisi. Luigi si è messo a parlare con loro. Oltre la lingua sherpa i ragazzi conoscono anche un po di nepalese e questo ha permesso loro di avvicinarsi maggiormente. Lakpa ci diceva che di turisti qui non ne passano mai..Poco dopo è venuta una signora che si è messa ad interagire con Luigi. Una signora a cui non manca certamente la parola e che ride in continuazione con il volto solcato dalle rughe che sembrano aver disegnato la sua storia e le sue fatiche e che si accentuano ogni volta che ride..
Siamo l’attrazione del momento e tutti vengono a scrutare la nostra tenda ed i nostri volti diventano oggetto di attrazione.
I miei capelli non hanno piu forma e al tatto sembrano essere un ammasso informe. Daltronde sono solo cinque giorni che non mi lavo e non mi cambio..Da qualche parte ho letto che lavarsi troppo fa male… stiamo a vedere cosa succederà..non mi sembra di puzzare piu del solito e meno male che non c’è Giulia, mia figlia che altrimenti avrebbe iniziato a storcere il naso gia qualche giorno fa…Questa esperienza mi sta aiutando anche a ridefinire le priorità… per lavarsi ci sarà tempo…magari prima di salire sull’aereo per L’Italia converrà fare una doccia per scongiurare un eventuale allarme per un attacco chimico… intanto viviamo tutto e cerchiamo di succhiare il piu possibile da questo viaggio..che bel mondo il Nepal…
A cena era presente anche una cugina di Lakpa. Una donna molto bella. Mi ha colpito per questo suo sguardo triste e malinconico ma che si scioglieva e che diventava radioso quando sorrideva,
Lakpa ci racconta brevemente di lei e cosi veniamo a sapere che ha 14 figli ed il marito è morto tre anni fa e vive con i suoceri poiché non ha altro sostentamento.
Dopo cena ci hanno festeggiato dato che l’indomani partiamo, regalandoci magnifiche sciarpe di seta e sorseggiando del vino di riso.
31\3\2012
Ci siamo svegliati tardi, alle 6,30 e dopo la consueta colazione ci hanno ringraziato nuovamente donandoci ancora le sciarpe di seta come buon auspicio e poi abbiamo fatto la foto di gruppo.
Salutando ed uscendo dal villaggio di Kurima si ripete la stessa scena, due donne ci sono venute incontro salutandoci anch’esse con le sciarpe ed una di loro ci ha invitato insisentemente in casa sua per offrirci del vino di riso.. ( e sono solo le 7,30 di mattina..) le case sono essenziali, povere ma di una poverta dignitosa e ciascuno ci offre il meglio di ciò che ha…
Chissà quanto tempo dovrò passare prima che vedano ancora qualche altro turista da queste parti?
Mentre ci incamminiamo Lakpa ci dice che i suoi familiari pensavano che io e Luigi fossimo sposati e questo semplicemente perché ho i capelli un po lunghi secondo il loro modo di vedere..e mentre lo dice scoppia in una fragorosa risata seguito a ruota da noi..
La cugina di Lapka ci ha accompagnato per un tratto iniseme al suo ultimogenito che dovrebbe essere preso in adozione a distanza per permettergli di poter studiare…
poi, ad un bivio mentre lei proseguiva per casa sua e noi prendevamo la direzione per il villaggio suceivo ci siamo salutati..
Mentre proseguivamo per il sentiero Lakpa ci diceva che quel tragitto fatto di due ore di sentierino lui lo faceva tutti i giorni per andare a scuola… E’ davvero curioso il fatto che noi stiamo facendo un tekking sui sentieri che i nepalesi utlizzano per vivere.
A pranzo ci fermiamo a Lakimo, un villaggio dove Lakpa ha studiato e siamo stati ospitati da un suo maestro, in una casa fatta di assi di legno un po traballanti, ma confortevole.
Nel pomeriggio ripreso il viaggio, dopo una discesa 1400 metri di dislivello e saliti per 300 metri siamo arrivati a Karto dove ci hanno preparato la tenda. Lo spiazzo assomiglia piu ad un pollaio e non solo perchè ci sono diverse galline, ma piu in la non c’è piu acqua. Poco dopo ecco arrivare un nugolo di bambini che spuntano da tutte le parti quando si diffonde la notizia della nostra presenza e, sopratutto, quando Lapka distribuisce caramelle e matite.
E consuetudine qui in Nepal, di mettere a disposizione la propria abitazione per chi arriva, un usanza straordinaria di disponibilita ed accoglienza.
Rimane giusto il tempo per la cena e alle 19,30 siamo gia in tenda a dormire, un record… che ci permette di sperimentare, noi che non siamo per nulla abituati a vivere le giornate regolate dalla luce.
1\4\2012
Sveglia alle 5,15 con la solita tazza di the nero fumante poi colazione abbondante ed alle 6,00 ci incamminiamo ancora e al solito passo lento ma costante di Lakpa ci muoviamo verso Laki.
E da quando siamo partiti per il trekking che non incontriamo che nepalesi e nessuna traccia di turismo ed è probabile che da queste parti non ne vedano mai.
Il percorso è un saliscendi continuo, centinaia di metri in salita fino a lambire il torrente e poi risaliamo il versante ed è molto piu divertente che le montagne russe…gia, qui le montagne sono tutte verdi.. Queste vallate sono immense e lo sviluppo sempre notevole.
Tra i nostri portatori ci sono due ragazzi veramente molto giovani di circa diciotto vent’anni ed uno di loro e sta facendo lo stesso nostro trekking con un paio di ciabatte di piscina ai piedi.
Ciò che più mi colpisce in questo viaggio sono le persone che incontriamo ed i loro sguardi ed i loro vestiti. Alcuni di essi sembra che abbiano indosso tutto ciò che possiedono e spesso sono vestiti lgori e sporchi. non hanno certo l’affanno del guardaroba e non devono specchiarsi per capire se la maglietta che indossan è intonata con le scarpe o se è meglio mettere i sandali o le scarpe…
Alle 10,30 ci fermiamo per dare modo ai portatori di preparare il pranzo ed alle 11,50 siamo ripartiti sotto un caldo torrido e ci siamo poi fermati in n posto di ristoro per fare bere i portatori di cui mi chiedo come facciano a portare quelle ceste con pesi cosi enormi sulla schiena.
Poi ripartiamo nuovamente con questa curiosa carovana per arrivareverso le 17,00 in un villaggio dove ci hano preparato la nostra suite e per fare questo con una mazza hanno rotto i sassi che spuntavano dal terreno menre intorno, capre galline e pulcini gironzolavano annoiati e forse indispettiti per che gli stavamo portando via il posto per la notte, ma forse loro non conoscono l’abitudine nepalese di cedere la propria abitazione agli ospiti..
[ Diario di viaggio di Roberto Cattaneo ]