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Quanto fatturano i grandi gruppi editoriali internazionali?

Creato il 13 agosto 2015 da Pedroelrey

È noti­zia di ieri – come hanno ripor­tato tutti i gior­nali ita­liani – la tran­sa­zione dal gruppo Pear­son a Exor del 27,8% delle quote dell’Economist Group per 405 milioni di euro (qui comu­ni­cato uffi­ciale). Il resto della pro­pria quota (il 50%) Pear­son lo ha ceduto ad azio­ni­sti già pre­senti (come Exor) nell’attuale board dell’Economist. Un paio di set­ti­mane fa invece le prime pagine dei gior­nali se l’era gua­da­gnata la ces­sione, sem­pre da parte del gruppo Pear­son, del Finan­cial Times ai giap­po­nesi di Nik­kei per 844 milioni di euro.

Bene, ma quando par­liamo (o leg­giamo) di que­ste ope­ra­zioni che coin­vol­gono grandi gruppi edi­to­riali inter­na­zio­nali ci siamo fatti un’idea più o meno pre­cisa della loro reale dimen­sione? Ad esem­pio: quanto fat­tu­rano? Oppure se sono mag­giori i ricavi di Mur­doch rispetto a quelli di Sprin­ger o di Pear­son? O ancora i nostri mag­giori gruppi edi­to­riali come Espresso e Rcs quanto sono grandi in con­fronto ai gruppi edi­to­riali appena citati o rispetto a Guar­dian e New York Times?

Ecco noi abbiamo fatto que­sta sem­plice chart e delle brevi schede, giu­sto per dare un’idea. Visto il caldo ago­stano ci fer­miamo qui ma in futuro abbiamo inten­zione di pub­bli­care qual­che appro­fon­di­mento su que­sto argo­mento e in par­ti­co­lare di pro­porvi dei con­fronti tra edi­tori ita­liani e inter­na­zio­nali (e se su que­sto avete dei sug­ge­ri­menti o dei temi che vor­re­ste appro­fon­dire potete usare la sezione com­menti o i nostri pro­fili social per pro­por­celi). Ecco dun­que gra­fico e schede:

Quanto_fatturano_i_grandi_gruppi_editoriali_internazionali__Ricavi_in_mln_euro_chartbuilder

[I dati della tabella sono sca­ri­ca­bili a que­sto link (Goo­gle Drive)]

News Corp: è il gruppo Mur­doch come viene comu­ne­mente chia­mato, pro­prie­ta­rio di quo­ti­diani come il Times (di Lon­dra), the Sun, New York Post e il Wall Street Jour­nal. Nell’ultimo bilan­cio annuale (anno fiscale chiuso nel giu­gno 2014 a giorni dovrebbe uscire il bilan­cio 2015) le reve­nue sono pari a 8.574 milioni di dol­lari (erano 8.891 l’anno pre­ce­dente) di cui 6.153 milioni rela­tivi al solo set­tore News and infor­ma­tion ser­vice (ovvero il 71% dei ricavi totali, nel 2013 era il 76%). Le spese ope­ra­tive sono pari a 5.139 milioni e l’Ebitda è di 770 milioni. Il gruppo nel 2014 ha rea­liz­zato un risul­tato netto di 294 milioni di dollari.

Axel Sprin­ger: il gruppo tede­sco (che pub­blica tra gli altri Die Welt e Bild) ha rea­liz­zato reve­nue per 3.037 milioni di euro nel 2014 (bilan­cio chiuso a dicem­bre) in aumento rispetto sia al 2013 (2.801 milioni) che al 2012 (2.737 milioni). L’Ebitda nell’ultimo bilan­cio annuale è di 507 milioni anche que­sto valore in aumento dell’11,6% rispettto all’anno pre­ce­dente. Il risul­tato netto nel 2014 è stato posi­tivo di 251 milioni di euro.

Pear­son Plc: il gruppo edi­to­riale bri­tan­nico che ha, come detto, recen­te­mente ceduto il Finan­cial Times e la pro­pria quota dell’Economist, ha fat­tu­rato 4.874 milioni di ster­line nel 2014 (di cui 2,97 milioni rea­liz­zati in Ame­rica del Nord) il 2% in più rispetto al 2013 l’indebitamento netto è di 1.639 milioni. Il mar­gine ope­ra­tivo (Adju­sted ope­ra­ting pro­fit) è stato di 720 milioni ster­line in aumento di 10 milioni rispetto all’anno precedente.

The New York Times Com­pany: l’editore del NYT nel bilan­cio chiuso il 28 dicem­bre 2014 ha rea­liz­zato reve­nue per 1.558 milioni di dol­lari con costi ope­ra­tivi pari a 1.484 milioni. Guar­dando ai bilanci pre­ce­denti notiamo valori costanti nei fat­tu­rati: 1.577 milioni nel 2013, 1.595 nel 2013 e ancora un po’ più indie­tro nel tempo 1.556 nel 2011. Una dif­fe­renza quindi negli ultimi cin­que annua­lità di +1,3% nel segno non certo di grandi passi avanti ma di una sostan­ziale tenuta dei ricavi in que­sti anni di grave crisi per l’editoria. I costi invece sono aumen­tati dal 2011 al 2014 del 4,3%.

The Eco­no­mist Group: il gruppo edi­to­riale che pub­blica l’Economist – che pur non essendo una public com­pany mette online i suoi bilanci – ha rea­liz­zato nel 2015 (anno finan­zia­rio chiuso il 31 marzo) reve­nue per 328 milioni di ster­line con un lie­vis­simo calo rispetto ai 332 milioni del  2014. Nel 2011 il fat­tu­rato era di 347 milioni, met­tendo in evi­denza un voce ricavi molto costante negli anni così come i pro­fitti ope­ra­tivi che nel 2015 sono stati di 60 milioni di ster­line, 59 milioni nel 2014 e 63 milioni nel 2011. i pro­fitti post oneri sono di 46 milioni anche que­sti estre­ma­mente costanti nelle ultime cin­que annualità.

Guar­dian News and Media: l’editore del Guar­dian (che pub­blica anche il perio­dico Obser­ver) ha tota­liz­zato nel 2015 (anno fiscale chiuso a marzo) un fat­tu­rato di 210,8 milioni di ster­line e costi ope­ra­tivi per 232,4 milioni. Nel 2014 erano rispet­ti­va­mente 208,5 milioni e 232 milioni. Il gruppo è in per­dita nell’ultimo anno finan­zia­rio per 26,6 milioni di ster­line, per­dita che nel 2014 era stata di 32 milioni.

Per quanto riguarda i due mag­giori gruppi ita­liani edi­tori di quo­ti­diani Rcs Media­Group e gruppo Espresso-Repubblica riman­diamo alle nostre ana­lisi fatte nei mesi scorsi.


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