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"Quanto ghiaccio su Titano!"

Da Risveglioedizioni
Risveglio Edizioni, Libri, Spiritualità, Meditazione, Medicina, Cosmologia, Arte, Filosofia, Ufologia, Federico Bellini, Ambra Guerrucci, Osho, TV C'è ghiaccio su Titano, il più grande satellite di Saturno. E anche parecchio, stando agli ultimi dati arrivati dalla sonda Cassini, che hanno rivelato caratteristiche inaspettate del "guscio" che ricopre Titano...
Secondo gli scienziati, lo strato superficiale di ghiaccio sarebbe estremamente rigido e spesso, almeno 40 chilometri. E nell'oceano sottostante si estenderebbero altre strutture di ghiaccio, ramificate per migliaia di chilometri. Nello studio, pubblicato sulla rivista Nature e condotto da Douglas Hemingway e Francis Nimmo della University of California, Santa Cruz insieme a Luciano Iess della Sapienza Università di Roma, gli scienziati hanno scoperto una correlazione negativa tra gravità e topografia del satellite: "Normalmente, quando si vola su una montagna", spiega Nimmo, "ci si aspetta che la sua massa faccia aumentare la gravità. Su Titano avviene il contrario. È molto strano". Il modello costruito dai ricercatori per spiegare quest'osservazione prevede che le deformazioni topografiche (cioè le "montagne" di ghiaccio) sulla superficie di Titano siano compensate da una "depressione" abbastanza profonda da bilanciarne l'effetto gravitazionale. Tali depressioni potrebbero essere, per esempio, enormi iceberg ramificati nell'oceano sotto il guscio di ghiaccio: "Pensiamo si tratti di ghiaccio", continua Nimmo, "perché è meno denso dell'acqua, quindi il campo gravitazionale che genera è minore". In questo modello, gli scienziati ritengono che queste "radici", spinte verso l'alto dalla forza idrostatica, siano mantenute sommerse dallo strato di ghiaccio: "Condizione necessaria perché gli iceberg sommersi non emergano", spiega Hemingway, "è che lo strato di ghiaccio superficiale sia abbastanza spesso e rigido". Quaranta chilometri, per la precisione, stando ai calcoli degli scienziati. Una stima che sembra essere corente con quelle ottenute dai geomorfologi che studiano i crateri e l'erosione sulla superficie del satellite. I ricercatori proveranno ora a capire quali meccanismi hanno portato alla formazione di caratteristiche topografiche così insolite. Una possibile spiegazione potrebbe essere la marea generata dall'orbita eccentrica del satellite, che ne surriscalda e deforma la superficie. Riferimenti: A rigid and weathered ice shell on Titan; D. Hemingway, F. Nimmo, H. Zebker & L. Iess; Nature doi:10.1038/nature12400 Fonte: www.galileonet.it

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