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Quanto la pubblicita’ puo’ persuadere un bambino?

Da Marzia Gianotti @papahopaura
QUANTO LA PUBBLICITA’ PUO’ PERSUADERE UN BAMBINO? QUANTO LA PUBBLICITA’ PUO’ PERSUADERE UN BAMBINO?

Tanto, anzi troppo, da risultare invadente, condizionare e minacciare la vita di una famiglia, se non vi è un affiancamento educativo da parte dell'adulto. I genitori spesso si sentono schiavi perché pressati dalle richieste ripetute ed insistenti dei piccoli fino a quando non raggiungono lo scopo e considerati "cattivi" se non esaudiscono le loro richieste.

Oggi i bambini concepiscono la pubblicità come parte integrante dei programmi televisivi e non come un servizio a parte. Oltretutto ritrovano i loro personaggi preferiti dei cartoni animati protagonisti degli spot pubblicitari. Lo spot televisivo è amato dai bambini perché stimola le emozioni, grazie all'efficacia dei linguaggi e la sua struttura che si adatta molto bene alla loro mente.

Messaggi brevi e ripetuti senza dare la possibilità di riflettere, poche parole e semplici, più volte riproposte e associate ad immagini per essere meglio comprese e ricordate, creazione di personaggi nei quali i bambini si identificano (nei comportamenti, nei movimenti, nel parlare, nel vestirsi...) musiche, sono le caratteristiche tipiche di uno spot pubblicitario per bambini.

Molti ricorderanno il "Carosello". Era il 3 febbraio 1957 quando fu mandato in onda per la prima volta il Carosello sul Programma Nazionale. Si trattava di uno spettacolo serale della durata di 10 minuti trasmesso subito dopo il telegiornale dalle h. 20,50 fino alle 21 rappresentato da una serie di filmati comici e musicali seguiti da brevi messaggi pubblicitari. E' stato per ben 20 anni uno dei programmi più amati e più seguiti. Ogni sera il programma entrava nelle case degli italiani riunendo davanti alla televisione grandi e piccini. Il perché tanto successo? Con il Carosello venne proposto al pubblico un linguaggio televisivo breve, in grado di raccontare storie di senso compiuto in soli 2 minuti e 15 secondi trasmettendo messaggi chiari e convincenti. Anche se lo spettacolo prevaleva sullo spot pubblicitario, ne garantiva però il forte ancoraggio. Per tutti i bambini dell'epoca ha rappresentato la fine della giornata, il momento della buonanotte. In tutte le famiglie la giornata si chiudeva con questa frase: "Tutti a letto dopo carosello!".

Perché la pubblicità è indirizzata ai bambini?

Perché oggi i bambini hanno un ruolo determinante negli acquisti. Le loro insistenti richieste rivolte ai genitori possono influenzare gli acquisti, non solo di prodotti a loro destinati, ma anche quelli di altri componenti della famiglia. Infatti se prestiamo maggiore attenzione ci accorgiamo che negli spot, per pubblicizzare prodotti per adulti, c'è sempre un particolare che attira e coinvolge in qualche modo anche il bambino.

Considerato che oggi si fa un uso, anzi un "abuso", della tv, accedendo a programmi senza prestare un'accurata attenzione alle fasce di età adatte, è necessario intraprendere un percorso educativo.

Dell'impatto e gli effetti che la pubblicità ha sui bambini ormai sono molti a rendersene conto, anche le stesse televisioni. Sembra confermato l'intervento della Rai sull'argomento: dal primo maggio 2016, Rai YoYo, canale per bambini, non trasmetterà più spot pubblicitari. E lo stesso percorso potrebbe essere seguito anche da Rai 5 e Rai Storia.

Non limitiamoci a rispondere ad una loro pretesa di acquisto con: "Non te la compro e basta!", ma approfittiamo della richiesta come un'opportunità per affrontare un argomento attuale ed influente come quello della pubblicità. Si può spiegare perché esiste la pubblicità, quali sono le finalità e che spesso si tratta di un qualcosa di diverso dalle nostre aspettative. Spesso può essere conveniente assecondarlo, con un primo acquisto e riproporgli quella pubblicità che così tanto lo aveva convinto, per renderlo parte attiva e riuscire meglio a comprendere ed in totale autonomia, con ragionamento e riflessione, le reali finalità di spot pubblicitario.

QUANTO LA PUBBLICITA’ PUO’ PERSUADERE UN BAMBINO? QUANTO LA PUBBLICITA’ PUO’ PERSUADERE UN BAMBINO? QUANTO LA PUBBLICITA’ PUO’ PERSUADERE UN BAMBINO?

Tanto, anzi troppo, da risultare invadente, condizionare e minacciare la vita di una famiglia, se non vi è un affiancamento educativo da parte dell'adulto. I genitori spesso si sentono schiavi perché pressati dalle richieste ripetute ed insistenti dei piccoli fino a quando non raggiungono lo scopo e considerati "cattivi" se non esaudiscono le loro richieste.

Oggi i bambini concepiscono la pubblicità come parte integrante dei programmi televisivi e non come un servizio a parte. Oltretutto ritrovano i loro personaggi preferiti dei cartoni animati protagonisti degli spot pubblicitari. Lo spot televisivo è amato dai bambini perché stimola le emozioni, grazie all'efficacia dei linguaggi e la sua struttura che si adatta molto bene alla loro mente.

Messaggi brevi e ripetuti senza dare la possibilità di riflettere, poche parole e semplici, più volte riproposte e associate ad immagini per essere meglio comprese e ricordate, creazione di personaggi nei quali i bambini si identificano (nei comportamenti, nei movimenti, nel parlare, nel vestirsi...) musiche, sono le caratteristiche tipiche di uno spot pubblicitario per bambini.

Molti ricorderanno il "Carosello". Era il 3 febbraio 1957 quando fu mandato in onda per la prima volta il Carosello sul Programma Nazionale. Si trattava di uno spettacolo serale della durata di 10 minuti trasmesso subito dopo il telegiornale dalle h. 20,50 fino alle 21 rappresentato da una serie di filmati comici e musicali seguiti da brevi messaggi pubblicitari. E' stato per ben 20 anni uno dei programmi più amati e più seguiti. Ogni sera il programma entrava nelle case degli italiani riunendo davanti alla televisione grandi e piccini. Il perché tanto successo? Con il Carosello venne proposto al pubblico un linguaggio televisivo breve, in grado di raccontare storie di senso compiuto in soli 2 minuti e 15 secondi trasmettendo messaggi chiari e convincenti. Anche se lo spettacolo prevaleva sullo spot pubblicitario, ne garantiva però il forte ancoraggio. Per tutti i bambini dell'epoca ha rappresentato la fine della giornata, il momento della buonanotte. In tutte le famiglie la giornata si chiudeva con questa frase: "Tutti a letto dopo carosello!".

Perché la pubblicità è indirizzata ai bambini?

Perché oggi i bambini hanno un ruolo determinante negli acquisti. Le loro insistenti richieste rivolte ai genitori possono influenzare gli acquisti, non solo di prodotti a loro destinati, ma anche quelli di altri componenti della famiglia. Infatti se prestiamo maggiore attenzione ci accorgiamo che negli spot, per pubblicizzare prodotti per adulti, c'è sempre un particolare che attira e coinvolge in qualche modo anche il bambino.

Considerato che oggi si fa un uso, anzi un "abuso", della tv, accedendo a programmi senza prestare un'accurata attenzione alle fasce di età adatte, è necessario intraprendere un percorso educativo.

Dell'impatto e gli effetti che la pubblicità ha sui bambini ormai sono molti a rendersene conto, anche le stesse televisioni. Sembra confermato l'intervento della Rai sull'argomento: dal primo maggio 2016, Rai YoYo, canale per bambini, non trasmetterà più spot pubblicitari. E lo stesso percorso potrebbe essere seguito anche da Rai 5 e Rai Storia.

Non limitiamoci a rispondere ad una loro pretesa di acquisto con: "Non te la compro e basta!", ma approfittiamo della richiesta come un'opportunità per affrontare un argomento attuale ed influente come quello della pubblicità. Si può spiegare perché esiste la pubblicità, quali sono le finalità e che spesso si tratta di un qualcosa di diverso dalle nostre aspettative. Spesso può essere conveniente assecondarlo, con un primo acquisto e riproporgli quella pubblicità che così tanto lo aveva convinto, per renderlo parte attiva e riuscire meglio a comprendere ed in totale autonomia, con ragionamento e riflessione, le reali finalità di spot pubblicitario.

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