Questo mese ho deciso di non partecipare al concorso per i racconti in 200 caratteri, presposto come di consueto dalla fertile mente organizzatrice di +Romina Tamerici e dedicato alla parola "Livore". Ciò è motivato dal fatto che il Coniglio ha ricevuto delle velate minacce culinarie da alcuni dei concorrenti (che vi invito a leggere, nella deliziosa versione da caccia grossa comparsa fra i racconti in gara); il pavido animale, resosi conto del livore che hanno suscitato i suoi precedenti piazzamenti, si è trincerato nella tana in attesa del prossimo plenilunio, cosa che avverrà il 2 giugno, ben oltre il tempo massimo per la partecipazione alla kermesse.
Rimasto solo, non mi rimane che puntare tutte le mie carte sul torneo parallelo, come specificato qui sotto, inserendo qui i miei racconti da 200 caratteri in forma pubblica, fuori gara.Stante la situazione, ho pensato di dedicare un primo trittico di strofe, tutte al di sotto del limite, al livore che avvelena l'esistenza :-P
PS - per tutti: si scherza, sia chiaro :D
Tre stagioni
Quando sorge, il mattino della vita non conosce livore; la luce tenue scivola morbida dal cielo limpido e tratteggia orizzonti sconfinati, dove si stagliano nitide e colossali certezze.Al sole intenso maturano più in fretta le delusioni che i sogni: con livoreindomabile l’erba del dubbio soffoca il rigoglio effimero della speranza, e il giorno avanza senza concedere respiro.
Giunge presto un cupo crepuscolo, dove il livore, rosso di promesse infrante, si stempera in un alone indistinto di sorda amarezza, e l’incolore rassegnazione riempie il cielo, poco prima del buio.
Questo post partecipa all’iniziativaUna parola al mese. La parola di maggio 2015 è livore (al link maggiori informazioni).