Partiamo da vicino, per arrivare lontano invece di partire da lontano e rischiare di perdersi, vuoi?
Allora cominciamo ad avvicinarci ancora di più, alle cose. Poniamo ben saldo il sedere sulla sedia; scriviamo definendo ogni lettera; parliamo scandendo ogni parola con la sua correlativa dizione, e poi ricordiamoci di far sentire anche le finali; salutiamoci con un grande “Ciao” ma bello forte, che si senta che stiamo salutando; e camminiamo, con compostezza e precisione: punta, pianta, tallone, peso del copro e su tallone, pianta e punta dell’altro piede; ascoltiamoci veramente ma veramente-veramente e se non abbiamo capito bene non vergogniamoci, e con gentilezza “Scusa, puoi ripetere cosa hai detto?” via l’orgoglio e ammettiamolo se “non hai capito?“, “no, perdonami!”. Quanto potrà costare la coscienza di sé stessi?
Di letture sulla nostra coscienza se ne trovano tanti – per ogni campo artistico, culturale, sociale, storico e scientifico che sia – tra cui:
Lavoro dell’attore su sé stesso di Kontantin Stanislavskij
Tu sei il mondo di Rajneesh Osho
Democrazia, legge e coscienza di Claudio Magris e Stefano Levi della Torre
Post Scriptum: Vorrei ringraziare l’autore di Liquido Mercato per avermi citata sul suo blog descrivendo la mia Valigia di Caffè un “blog sorpresa, liquido, a onde, profondo, allegro” sull’articolo che potete continuare a leggere QUI.