Magazine Diario personale

Quaranta giorni! di Lucia Immordino, Aletti Editore

Da Svolgimento @svolgimento
Sez. Amici della Maestra
Svolgimento
Quaranta giorni! di Lucia Immordino, Aletti Editore
Cercavo dentro i cassetti dell’enorme scrivania, tra i libri della polverosa e strafogata libreria, tra le “veterane” carte nel “vecchio” studio di mio padre col mobilio in mogano scuro, un atto di un “vetusto” immobile, quando mi ritrovai tra le mani una carpetta logora dentro cui vi erano fogli di diversa consistenza, di differente misura e ingialliti dal tempo; qualche foglio macchiato forse da gocce di sangue o di ruggine; altri sbiaditi, poco leggibili.
Incuriosito incominciai a sfogliarli.Capii dalla numerazione dei giorni che avrei dovuto seguire un certo ordine.La scrittura sembrava della stessa mano: talvolta fitta, altre volte più distesa, altre ancora, presentava un tratto nervoso.Chi scriveva era una ragazza, mentre i giorni sembravano numerati da qualcun’altro.Ad un tratto persi interesse per l’atto e cominciai a cercare ulteriore materiale tra quei fogli.Trovai documenti, appunti vari tracciati da mio padre.Provai una stranissima sensazione.In un pezzo di carta c’era annotato: “Giorno 24 giugno 1944 muore Sarah Tamar all’età di trentatre anni, nel campo di sterminio di Mauthausen”.Su un’altra striscia di carta, scritta con del sangue, vi era vergata questa epigrafe “Ricordatevi di me con riso e gioia. Se di me ricorderete con pianto e lacrime, allora non ricordatevi affatto”.Sarah Tamar, questo nome non mi diceva nulla.Cercai ancora fra le carte: capii subito che i numeri dei giorni erano stati compilati da mio padre.In un appunto era sottolineato che gran parte degli scritti di Sarah Tamar era andato perduto e lui aveva messo insieme ciò che ne era rimasto, tentando di tenere il conto cronologico degli eventi in cui ella aveva scritto.Spulciai ancora un poco e trovai delle lettere.Queste però erano di un periodo anteriore alla tragedia, sembrava certa corrispondenza tra Sarah Tamar e un tale Leone.Che fosse lo stesso Leone detto “l’ateo”, medico, amico di mio padre, che scelse da sé il confino in Aspromonte dopo la morte di Matteotti?Dalle notizie tracciate nelle lettere sembrerebbe proprio di si …
Fogli di Sarah Tamar
Anno XVI dell’era fascista
Primo giorno

Di questi tempi non è facile portare il mio cognome: Almansi Macchioro, ci sono le leggi razziali!
Ho paura, e credo che le cose andranno sempre peggio.Mio padre teme per il suo lavoro all’Università: delle nuove circolari non lo fanno più dormire la notte e di giorno lo rendono prudente e guardingo.
Secondo giorno.
Ci stiamo preparando al peggio!Non possiamo più comprare il pane da Ninni; ci è assolutamente vietato: siamo ebrei!Già papà non insegna più all’Università e mia sorella Esther nonpuò frequentare i corsi di letteratura della sua Facoltà.Lara, la mia migliore amica, è partita la notte scorsa con la sua famiglia: andranno in America.Credo che presto andremo anche noi.
Terzo giorno.Dalla finestra della mia stanza vedo molti prendere le loro cose e fuggire.Ieri un funzionario del Comune è venuto a comunicarci che dobbiamo lasciare la nostra casa: troppo grande, e trasferirci in una più piccola.La mamma, senza far trapelare alcuna preoccupazione cerca di organizzare il trasloco, ma io lo so che è preoccupata e triste: la notte la sento piangere e parlare sottovoce con papà.
Quarto giorno.
Oggi fa caldo.
Sono stata invitata a bere un’aranciata fresca presso la mia vicina di casa non ebrea.Vorrei andare ma papà ritiene che è più prudente non farlo.Non posso più uscire, non posso più fare spese, non posso più frequentare le persone che frequentavo, non posso più … nulla.A quale “non vita” ci sta preparando il Signor Mussolini?

Quinto giorno.Ho deciso di tenere questa specie di diario per fare il punto degli eventi: troppo veloci e strani.

Ieri notte ho dormito per la prima volta nella casa nuova; non ho dormito in verità, non ci sono riuscita: papà, in gran segreto, sta organizzando per tutti noi un viaggio ben più lungo, l’Argentina .È in contatto con un suo amico di là che sta pianificando tutto.Speriamo bene.Io intanto ho paura.
Lucia Immordino
Quaranta giorni! di Lucia Immordino, Aletti Editore

Dedica dell'autrice:


All’amabile Maestra,
che trova del buono in ogni situazione e ha la capacità di trasformare le fragilità dei propri allievi in meravigliose potenzialità.
Grazie Maestra per essere così come sei.
Con affetto,
Lucia

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