quarto post dal Vietnam: gioie e disavventure di un viaggio nel viaggio

Da Dony
Ok, confesso, non ero del tutto sicura che ce l'avrei fatta a scrivere questo quarto capitolo del nostro soggiorno in Vietnam...diciamo che nell'ultimo weekend le mie certezze sono vacillate in piu' di un'occasione...Nonostante tutto resto dell'idea che viaggiare in totale liberta' senza i vincoli di un tour operator sia il modo migliore per conoscere il volto piu' autentico di un Paese sconosciuto.Diciamo che l'ultima esperienza ci ha insegnato pero' ad organizzare le cose un po' meno alla carlona, la prossima volta.
Venerdì sera abbiamo nuovamente abbandonato il nostro nido a Rang Beach, puntando verso il nord del Vietnam.Trattandosi di un viaggio molto lungo, il mezzo prescelto è stato il treno.Esisteva anche la possibilita' di un volo interno, ma non avendo ricevuto garanzie sufficienti sulla sicurezza degli aerei vietnamiti, abbiamo preferito non rischiare.Peccato non esserci documentati altrettanto bene sulle condizioni dei treni.A proposito...voi lo sapevate che sui treni vietnamiti non ci stanno i servizi igienici?Ecco, noi no.Immaginateci durante otto ore di treno, con la vescica piena perché la cena pre - partenza accompagnata dalle piu' svariate salsine piccanti ci aveva indotti a bere acqua come spugne...considerando che la nostra eta' avanza, abbiamo fatto le prove generali in vista di una futura, prossima incontinenza sfinterica...siamo stati bravi eh, per ora del pannolino mutandina possiamo ancora fare a meno.
Il sole è gia' alto nel cielo, quando dopo una lunga notte scomoda il treno arriva ad Hanoi, la capitale del Vietnam.In realta' la nostra meta è un'altra, ma dobbiamo scendere per forza in quanto tale meta non è raggiungibile in treno e occorre cambiare mezzo, e siccome ci sembra un po' da insolenti proseguire oltre senza degnare di uno sguardo proprio la capitale, dopo che la nostra muscolatura si è finalmente rilassata e abbiamo provveduto a rifocillarci, ci fermiamo per una tappa intermedia in questa metropoli.
Preparati a qualcosa di simile al traffico di Ho Chi Minh City, restiamo invece colpiti dalla tranquillita' che ci accoglie...nonostante sia la capitale del Vietnam, Hanoi ci pare addirittura meno popolata rispetto alla citta' concorrente...
ehm...piu' o meno insomma, poi dipende dalle zone ;)


Buon riposo neh!
Passiamo la mattinata nel centro della citta',


visitando il Mausoleo di zio Ho, ehm, volevo dire, di Ho Chi Minh, ex presidente del Vietnam che traghetto' il Paese verso l'indipendenza,

ed il Museo delle Belle Arti, dove assistiamo ad un singolare spettacolo di marionette danzanti sull'acqua :)Pranziamo quindi in un grazioso ristorante: io prendo un primo a base di tagliolini di riso ai funghi, tipo le nostre tagliatelle per intenderci, ma di riso invece che di pasta, e siccome sono una fogna assaggio anche dal piatto di Luca un raviolo fritto con ripieno di fagioli rossi.Per secondo Luca sceglie una squisita - a suo dire - anatra in agrodolce, con ananas e solite salsine varie, mentre io preferisco degli involtini di verdure cotti in forno, un'insalata di patate, servita dentro ad una foglia di banano, e per dessert ci concediamo entrambi una fettona di cheesecake.Usciamo da lì belli satolli e con il portafogli alleggerito - 30 dollari in due - pronti a riprendere la nostra camminata.

Se il centro moderno non ci ha particolarmente catturati, a rapire il nostro cuore è il Quartiere Vecchio di Hanoi, con il mercato all'aperto che è un tripudio di colori in cui si vende di tutto e di piu'


per non parlare dei negozi dove la merce è ammassata in quantita' esorbitanti come se non ci fosse un domani


ma è nei pressi di una cattedrale cristiana che ci sciogliamo davanti ad un'immagine dolcissima...
...teneriiiiiii loro!!!!!!
Il tempo intanto è volato, e si sono gia' accese le prime luci della sera quando facciamo ritorno alla stazione per prendere l'autobus che ci condurra' alla vera meta di questa escursione.All'ultimo minuto pero' cambiamo idea, vedendo altri turisti diretti verso la stessa destinazione che scelgono il taxi.Ci pensiamo su un attimo...in fondo con i taxi finora abbiamo sempre avuto esperienze positive, e si tratta di due ore di macchina, addirittura meno di quelle che abbiamo percorso, sempre in taxi, da Rang Beach ad Ho Chi Minh City la scorsa settimana.Peccato che stavolta andiamo a beccare il taxista piu' rincoglionito del Vietnam, che conosce le strade della sua nazione piu' o meno come le conosciamo noi...cioè per niente!Quando dopo due ore di viaggio ci accorgiamo che del mare non c'è ancora traccia e che il tizio continua a girare a vuoto per le strade di campagna, inizialmente pensiamo che lo stia facendo apposta per spillarci qualche soldo in piu', ma poi vedendolo sudare e con un'espressione fortemente preoccupata che trapela dallo specchietto, capiamo che si è perso.Oltretutto parla l'inglese peggio di me, siamo messi bene.In campagna l'illuminazione è scarsa, le indicazioni stradali assenti, non c'è anima viva a cui chiedere.Guardo Luca in cerca di conforto, ma è terreo in volto pure lui.Non so come accade, ma dopo che ci abbiamo rimesso qualche anno di vita per lo spavento, finalmente ci ritroviamo sulla strada costiera...delle due ore previste, ne abbiamo impiegate esattamente il doppio, ma ce l'abbiamo fatta ad arrivare.Il tipo ci scarica davanti all'hotel che abbiamo prenotato da Rang Beach e intasca i nostri soldi mentre gliene diciamo di tutti i colori in italiano. 
Nel frattempo la proprietaria del piccolo albergo, notando la nostra espressione sconvolta, ci ride in faccia e pare voglia dirci " Turisti fai da te? No Alpitour? Ahiaiaiaiaiaiaiaiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!"
Cornuti e mazziati, come si usa dire.Ma ci passiamo sopra, consolandoci con il pensiero che adesso abbiamo una stanza, un bagno, una doccia a disposizione.Un minuto, ma il letto dove sta???Ah eccolo, due materassi buttati lì in terra, senza cuscini e senza coperte.Fortunatamente nell'armadio troviamo dei teli da spiaggia, e usiamo quelli per coprirci.Ricordo che se durante il giorno qui fa caldo, di notte l'escursione termica fa precipitare le temperature in picchiata.La nostra seconda terribile notte in trasferta passa così, dormendo su due materassi scomodissimi, a gelare di freddo al punto che dopo essere riuscita ad appisolarmi un pochino mi sveglio di soprassalto chiedendomi cosa ci faccio sull'Himalaya, quando dovrei essere in Vietnam.Ma passa anche questa.Il mattino seguente, dopo aver sbafato la nostra colazione senza alcun ritegno - praticamente dal pranzo ad Hanoi del giorno prima non abbiamo mangiato piu' niente - la vista sulla meta raggiunta ci ripaga di tutti i disagi vissuti finora.
Baia di Ha Long, un insieme di 3000 isolette calcaree, dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'umanita'.
Il battello a bordo del quale, dopo quella sul delta del Mekong, facciamo una seconda
minicrociera nella baia, stavolta pero' senza il pernottamento a bordo.
La giornata trascorre zigzagando tra questi affioramenti rocciosi, che nel loro ventre piu' profondo nascondono delle autentiche meraviglie naturali.
A bordo di una scialuppa ne raggiungiamo uno, saliamo lungo la scalinata scolpita nella roccia e attraversiamo l'ingresso che ci catapulta, mentre io mi sento tanto Alice nel paese delle meraviglie,
dentro il buio delle grotte carsiche :)
All'esterno degli isolotti invece qualcuno addirittura ci vive, dentro a delle baracche galleggianti.
Al tramonto, il battello ci riporta sulla terraferma.
Un ultimo sguardo alla baia, e corriamo a prendere il bus per tornare giu' al sud.Basta treni e basta taxi.Ci rimane da provare solo lo sleeping bus, ovvero un autobus che al posto dei sedili ha le cuccette.Non male come idea, visto che stavolta il viaggio sara' di almeno 12 ore se non di piu', e almeno possiamo passare la notte stando sdraiati.
Neanche il tempo di salire a bordo, che gia' siamo i protagonisti della scena, essendo gli unici due presenti a non avere gli occhi a mandorla.E bastano pochi minuti per pentirci di questa ennesima scelta.Indovinate chi sono gli unici due sfigati, che oltre ad essere privi di occhi a mandorla si ritrovano pure senza la coperta?Oltretutto con l'aria condizionata in funzione ed un finestrino, sì proprio il nostro, con il vetro rotto e incollato alla bell'e meglio con del nastro isolante, che rischia di andare in frantumi ad ogni buca beccata dall'autista, una ogni cinque minuti per essere precisi.A tutto questo si aggiunge un bambino vietnamita che vomita e fa pipì direttamente sul pavimento del bus, costringendoci a fare il viaggio praticamente in apnea.L'unico bagno presente sul bus è inagibile - ma è una persecuzione!!!! - e l'autista è costretto a fermarsi piu' volte per consentire ai passeggeri di espletare i propri bisogni fisiologici.State immaginando per caso delle aree di servizio?No, avete toppato. Esistono solo zone deserte in aperta campagna.Ad ogni sosta la scena è sempre le stessa.Gli uomini che urinano tutti in fila sul ciglio della strada, le donne - tra le quali una volta anche la sottoscritta - dietro ai cespugli in mezzo ai prati, in balìa dei serpenti, e non sto mica esagerando, uno ci è passato davanti giusto qualche giorno fa' proprio fuori dal bungalow, che mi hanno sentita urlare fino in Cambogia e si è spaventato pure il serpente, figuriamoci se qui siamo al sicuro...nonostante le mie paure riesco pero' a portarmi a casa il culo intatto.Mentre torno sul bus, un motorino si materializza sul ciglio della strada, con due tipi loschi a bordo.Il conducente scende dal nostro mezzo e consegna loro un sacchetto nero di natura sospetta - visto niente io eh!!!
Mentre il viaggio riprende e io mi chiedo a cos'altro ancora dovro' assistere dopo il probabile narcotraffico, la terza notte da incubo passa piu' lenta che mai e alle prime luci dell'alba, volgendo lo sguardo fuori dal finestrino, davanti a un edificio che deduco essere un bordello noto due ragazzine vietnamite seminude appiccicate ad un turista occidentale...ecco, il turismo sessuale era cio' che mi mancava da vedere :(Nauseata, stanca dopo tre notti una peggio dell'altra e con la sindrome premestruale alle porte, ve lo confesso, un pianto me lo sono fatta.Ma intanto il mar Cinese del sud è ricomparso alla nostra vista, e dopo un ultimo tragitto in taxi siamo finalmente rientrati a Rang Beach.Dalla quale oggi non abbiamo alcuna intenzione di muoverci.
Inutile tentare di convincermi.A schiodarmi dal lettino oggi ci riuscirebbe solo uno tsunami.E non diciamolo troppo forte, che ci manca solo quello ;)Ah dimenticavo...buona Epifania!!!


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