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"Quasi Amore" personale di Tommaso Santucci a cura di Carlo Polvara e Paola de Riva

Creato il 05 gennaio 2014 da Roberto Milani
77 ART GALLERY in Corso di Porta Ticinese 77 Milano
ospita dal 8 gennaio 2014 al 14 gennaio 2014
la personale di Tommaso Santucci “QUASI AMORE”
a cura di Carlo Polvara e Paola de Riva
Vernissage con art performance dell’artista
mercoledì 08 gennaio 2014 dalle ore 19.00 alle ore 00.00
in mostra tutti i giorni dalle 15.00 alle 00.00
In occasione dell’inaugurazione della personale “QUASI AMORE” 100 frammenti originali di un’opera realizzata ad hoc dall'artista Tommaso Santucci verranno regalati ai primi 100 ospiti della serata.
Tommaso Santucci segna, scrive, incide.
Certo guardando fuggevolmente il suo fare potrebbe apparire una cosa tutta sua, assolutamente autoreferenziale come si usa dire.
Diario di vita, cronaca di una personalissima quotidianità.
Che può essere interessante per ciò che testimonia (non solo aneddotistica del vivere, sia chiaro) e quindi rimanere nel palato e in qualche parte della memoria di superficie di tutti noi.
Santucci fa altro. Scardina il sentire. Con il suo fare svelle cortecce per dar respiro ai tronchi, non toglie ruggine dalle armature che tutti noi indossiamo, le smonta pezzo per pezzo.
In sintesi taglia la coltre d’omertà che molti di noi, spesso inconsapevolmente, poniamo tra noi e il se’. Santucci non è omertoso. Tutt’altro.
Urla, e per usar il suo dire, va a dritto, nel senso che disarciona se stesso per rialzarsi sporco e aver conoscenza di cosa e da cosa si deve pulire.
Santucci usa i suoi strumenti con fare deciso e sa portarsi fuori da se’, come una marea montante, come parola/azione che in una qualsiasi notte delle nostre notti, dona inaspettata energia, come persona che conosce il lavoro che si deve fare con la terra e con l’acqua.
E non teme di dare, di segnare, scrivere e guardare. Sempre.
Certo Santucci non è semplice ma il silenzio, quel silenzio che spesso costringe a prender distanza da noi, a lui proprio non appartiene. Santucci urla.
Santucci è toscano, ma le sue parole non appartengono al dolce stil novo dell’entroterra, non ci sono ricercate metafore o virtuosi simbolismi, il suo dire non ha duplici significati. Santucci è pisano, usa le parole in modo deciso, orgoglioso, emotivamente schietto e diretto, come il mare. Nessun formalismo e nessuna ipocrisia si può ritrovare nei suoi lavori, ma solo la continua ricerca arguta ed irriverente del perfetto punto di rottura tra il dire pensato, strutturato e viziato, e il pensare schietto, emotivo, passionale ed irrazionale. Sono onde che arrivano una dietro l’altra regolari, ma mai uguali le une alle altre, figlie uniche della stessa onda perfetta e dello stesso mare.
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