Magazine Cultura

Quasi Innocenti di Marin Ledun

Creato il 21 luglio 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

Quasi Innocenti di Marin LedunMarin Ledun;

Marin Ledun (Aubenas, 7 maggio del 1975) nel 1993 iniziano i suoi studi di Scienze Economiche a Grenoble conclusi con una tesi di dottorato in Scienze Umane e Sociali sul tema delle nuove tecnologie nella vita politica. Scopre la gioia della paternità e nel 2000 diventa ricercatore in un centro di Ricerca & Sviluppo a Grenoble. E’ autore di romanzi, articoli e saggi di ricerca, pittore e chitarrista.

 

Quasi Innocenti di Marin Ledun
Titolo: Quasi Innocenti
Autore: Marin Ledun
Serie: #
Edito da: Zero91
Prezzo: 17,90€
Genere: Adult Book, Thriller Psicologico, Noir
Pagine: 216 p.
Voto:
Quasi Innocenti di Marin Ledun

Quasi Innocenti di Marin Ledun
  
Quasi Innocenti di Marin Ledun
Quasi Innocenti di Marin Ledun

Trama: Grenoble, Francia. L’ispettore Eric Darrieux si ritrova immerso in una nuova inchiesta, un caso che da subito appare psicologicamente difficile. La scomparsa di un ragazzino, poi di un secondo, entrambi studenti dello stesso istituto. Il romanzo è ambientato nel quartiere grenoblino di Eaux-Claires, lo stesso nel quale Darrieux è cresciuto; quel quartiere da sempre luogo di immigrazione italiana che verrà battuto in ogni angolo, al quale verrà fatta una vera e propria autopsia, scavando nel profondo dei suoi abitanti, nelle loro storie di vita che porteranno alla verità grazie ad un lavoro di maieutica che lo stesso Eric compirà a sua insaputa su se stesso. È facile affezionarsi al personaggio di Eric Darrieux, uno sbirro che ama il proprio lavoro, che mette anima e corpo nelle ricerche, che lavora nell’ombra in aiuto dei colleghi e con una storia privata complicata che lo vede diviso tra l’amore semplice per le proprie figlie e la moglie e quello carnale e forte verso la collega Catherine. Un ispettore attaccato al collo della bottiglia che alterna a brevi attimi di coscienza e lucidità fasi in cui l’alcol fa il suo corso, portandolo tra le nebbie delle scoperte e i fumi indefiniti del passato. Poi, una terza fuga. L’ipotesi di rapimento avanza rumorosa e pesante galoppando nella mente di Eric, mescolandosi alla paura, a vaghi tormenti, all’incertezza di una pista che risulta sempre troppo indefinita. È a questo punto che Marin Ledun, autore del romanzo, presenta il tema della pedofilia con delicata incertezza, mostrandola dall’interno, dal lavoro deleterio e corroborante che porta allo sfinimento delle persone. Un tema questo che si attacca alla memoria e che lacera da dentro fino a esplodere tra le strade di un quartiere e tra le stanze buie del passato. Modus Operandi è un thriller psicologico, una cronaca sociale, un giallo che mette in luce il rapporto tra aggressore e vittima con quel gioco macabro e crudele di deresponsabilizzazione del primo che impedisce al secondo di sentirsi libero per sempre. Eric dovrà camminare su strade scomode e segrete portando avanti un’indagine personale e lasciando all’oscuro alcuni colleghi fino a quando il caso gli verrà tolto, fino a quando scoprirà la verità accompagnandoci verso un finale stupefacente per logica fluidità e fredda coerenza.

Recensione:

 Sulla scia dell’entusiasmo nei confronti del romanzo “La terapia” di Sebastian Fitzek, mi sono accostata a questo “Quasi Innocenti” con un’aspettativa forse fin troppo marcata, purtroppo. O, molto più semplicemente, i thriller psicologici non possono essere considerati il mio genere preferito, se vogliamo essere più diretti.

Di fatto, però, dalla lettura di questo libro non sono riuscita ad ottenere quella scarica d’adrenalina che mi aspettavo né, purtroppo, quella piacevolissima sensazione derivante dal veder alla fine tutti i tasselli del mosaico incastrarsi perfettamente al fine di mostrare la soluzione, in questo caso psicologica, del problema.

Il numero di cliché è piuttosto elevato e il lettore con un minimo di thriller psicolgici alle spalle si ritroverà a predire a grandi linee l’evolversi della situazione senza troppi sforzi. Considerando che la sottoscritta non ha alle spalle un gran numero di thriller psicologici la situazione fa porre diverse domande.

Di fatto ci viene ripresentato il solito e vecchio cliché del poliziotto alle prese con l’alcol e con una situazione familiare disastrosa di base, che si vedrà affidare un caso che vede coinvolti tre giovani ragazzini. Un caso quasi accertato di pedofilia, visto che non sono stati richiesti i riscatti delle sparizioni.

Darrieux, ovviamente, si ritroverà a dover seguire il caso da solo. Il cosiddetto “lupo solitario” che se ne frega poco della “pura legalità” ma che mira a salvare la vita dei giovani alternando, fra un interrogatorio e una visita della sua “collega”, cicchetti fin dalle prime ore del mattino. La trama del romanzo ci invita a provare “tenerezza” nei confronti di questo sbirro povero e incompreso che però ama il suo lavoro: purtroppo questo affetto da parte del lettore non arriverà mai. Darrieux è irritante, inquietante e spesso piuttosto fuori di testa, soprattutto all’inizio del libro.

Che dire poi della collega che va a trovarlo ogni giorno per la fantomatica iniezione, verso la quale prova una profonda attrazione? Gatta ci cova? Sì, assolutamente e non quella che i romantici vorrebbero. Non ci vuole molto a comprendere che, con ogni probabilità, il caro e vecchio Darrieux ha alle spalle un qualche tipo di trauma che lo spinge a doversi affidare alle cure della fantomatica collega.

Da lì ad immaginare il seguito del romanzo, o per lo meno le parti salienti, il passo è breve. Anche se il finale riesce a spiazzare il lettore più avvezzo e fa riacquistare al libro qualche punto, il problema fondamentale è che Darrieux  non conquista, almeno non me. Le sue azioni, che dovrebbero essere disperate ed espressione tenace di integrità morale e testardaggine, spesso appaiono semplicemente illogiche e quasi folli.

Spesso se qualcosa cammina come una papera, sembra una papera e fa “qua qua” come una papera, semplicemente quello che stiamo vedendo “è” una papera.

Va dato merito che l’argomento trattato, la pedofilia, quando finalmente viene svelato al lettore, è piuttosto duro e difficile da gestire. Da questo punto di vista, l’autore è stato molto bravo e ha saputo gestirlo con grazia e delicatezza, senza compromettere però il ritmo del romanzo.

In definita è un romanzo intrigante, ben scritto e ben tradotto, che avrebbe potuto tranquillamente conquistare tre stelline se non fosse per i personaggi che, nonostante tutto, non riescono a fare loro il cuore del lettore.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :