Pacato e rispettoso. Ma spietato sul piano delle idee, come suo solito
Ora, che Odifreddi riesca spesso e volentieri ruvido non c’è dubbio. Che altrettanto spesso e volentieri lui ci marci un po’, gigioneggiando simpaticamente con la propria ruvidezza, è anche verosimile. Ma non questo Odifreddi, ben educato e rispettoso, che nella sua lettera a Ratzinger si pone su un piano di sostanziale parità intellettuale, in certi passaggi perfino di inconsueta (per lui) deferenza. Diventando quasi irriconoscibile.
Eppure rimane l’Odifreddi di sempre, perché al Papa non ne lascia passare liscia una che sia una. Senza troppo divagare nell’anticlericalismo (ché troppo facile sarebbe: la Chiesa cattolica è una tale merda…), Odifreddi va dritto alla sostanza e, partendo dal Credo, mostra senza pietà tutte le contraddizioni fra la fede cristiana (e cattolica nello specifico) e una visione del mondo guidata dalla razionalità scientifica, pescando gli argomenti della controparte dalla fonte più autorevole: le opere del Papa e in particolare Introduzione al Cristianesimo e Gesù di Nazaret. Fra metafisica, metastoria, metabiologia, ne viene fuori un confronto fra l’illusione e la realtà. Confronto nel quale la prima le prende e la seconda le dà.
Fa anche piacere veder emergere, qua e là, una professione di panteismo, la religione del logos matematico opposta alla religione del Logos personificato e ipostatizzato.
Piergiorgio Odifreddi, Caro Papa ti scrivo, Mondadori
Piace: La consueta spietatezza dell’argomentazione, l’inconsueta educazione dell’autore.
Non piace: L’inconsueta educazione dell’autore.
Voto: 8/10