(Quasi) irriconoscibile Odifreddi

Da Stukhtra

Pacato e rispettoso. Ma spietato sul piano delle idee, come suo solito

di Marco Cagnotti

“Odifreddi è uno stronzo”: questo il mantra fra i Cattolici. Le persone per bene non discutono con Odifreddi, si sa. Non c’è alcuna possibilità di dialogo con questo presuntuoso, saccente, aggressivo intellettuale che non esita, nell’introduzione a uno dei suoi libri, a trattare da “cretini” (sic) tutti i credenti. “Ah, sì? Mi dai del cretino? E allora con te non parlo più!”. Meglio, molto meglio il corretto, pacato Augias. Più presentabile. Più abbordabile. Così dicono, almeno, le persone per bene.

Ora, che Odifreddi riesca spesso e volentieri ruvido non c’è dubbio. Che altrettanto spesso e volentieri lui ci marci un po’, gigioneggiando simpaticamente con la propria ruvidezza, è anche verosimile. Ma non questo Odifreddi, ben educato e rispettoso, che nella sua lettera a Ratzinger si pone su un piano di sostanziale parità intellettuale, in certi passaggi perfino di inconsueta (per lui) deferenza. Diventando quasi irriconoscibile.

Eppure rimane l’Odifreddi di sempre, perché al Papa non ne lascia passare liscia una che sia una. Senza troppo divagare nell’anticlericalismo (ché troppo facile sarebbe: la Chiesa cattolica è una tale merda…), Odifreddi va dritto alla sostanza e, partendo dal Credo, mostra senza pietà tutte le contraddizioni fra la fede cristiana (e cattolica nello specifico) e una visione del mondo guidata dalla razionalità scientifica, pescando gli argomenti della controparte dalla fonte più autorevole: le opere del Papa e in particolare Introduzione al Cristianesimo e Gesù di Nazaret. Fra metafisica, metastoria, metabiologia, ne viene fuori un confronto fra l’illusione e la realtà. Confronto nel quale la prima le prende e la seconda le dà.

Fa anche piacere veder emergere, qua e là, una professione di panteismo, la religione del logos matematico opposta alla religione del Logos personificato e ipostatizzato.

Piergiorgio Odifreddi, Caro Papa ti scrivo, Mondadori

Piace: La consueta spietatezza dell’argomentazione, l’inconsueta educazione dell’autore.

Non piace: L’inconsueta educazione dell’autore.

Voto: 8/10


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