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Quattordici anni di asteroidi: un fenomeno sottovalutato?

Creato il 30 aprile 2014 da Webnewsman @lenews1
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Pubblicato da Paolo Somà

C’è chi sostiene che la frequenza con la quale meteore, bolidi ed affini si vanno schiantando sul nostro pianeta, stia aumentando. L’ipotesi potrebbe essere credibile, come è ugualmente credibile il fatto che le maggiori segnalazioni siano dovute all’aumentata percezione del fenomeno e alla moltiplicazione di strumenti ottici a portata di tutti per catturare gli exploit celesti.

Proprio ad aprile abbiamo potuto osservare numerosi sciami meteorici, ma questo non è un fenomeno eccezionale. Nel corso della la terza decade di Aprile, dalle 5 alle 30 meteore solcano ogni ora il cieli di tutto il mondo in quanto il nostro pianeta attraversa la coda della cometa Thatcher (no, non l’ha scoperta la Lady di Ferro); tale evento che noi chiamiamo “Liridi” (o meteore di pasqua) fu osservato e registrato per la prima volta dagli astronomi cinesi alcuni secoli prima di cristo.

Soltanto nei primi mesi del 2014 sono stati registrati numerosi eventi, in parte collegati alle Liridi, in parte no. Eccone alcuni:
- Il 13 marzo una potente scia luminosa, provocata da un meteorite o meteoroide, è stata registrata nel Nord Italia e su parte del Centro.
- Il 1 aprile un meteorite è stato segnalato tra Italia settentrionale e Germania, Austria e Svizzera. Secondo il Centro Meteo Italiano si è trattato di un meteorite di “discrete dimensioni”.
- il 12 aprile un Meteorite cade tra Messico e Stati Uniti: le segnalazioni sono state fatte da decine di persone in Texas. L’oggetto celeste è stato segnalato e fotografato.
- Nella notte fra il 18 e il 19 Aprile nella città di Murmansk, in Russia nord-occidentale, è stata registrata la caduta di un meteorite. All’incidente hanno assistito i residenti della città. Molti sono stati in grado riprendere con i cellulari il movimento ad alta velocità dell’oggetto luminoso che lasciava dietro a sè una coda brillante ed ha risvegliato il timore che si ripetessero i fatti di Chelyabinsk (solo gli alberi di un bosco sembrano essere stati danneggiati).
- il 19 aprile un meteorite ha solcato i cieli del Brasile. Il meteorite è stato avvistato poi nella città di Buenos Aires (Argentina) ed a contatto con l’atmosfera ha formato una grande palla di fuoco, con una scia in grado di illuminare a giorno il cielo.

Cio che molti ignorano è che gli impatti in cielo ed al suolo di asteroidi, meteoriti ed affini sono molto più frequenti di quello che ci si aspetti. Tra il 2000 ed il 2013 sono stati registrate 26 collisioni con l’atmosfera, come risulta da una mappatura rilasciata dalla rete di rilevamento infrasuoni dell’Organizzazione sugli esperimenti nucleari (nell’immagine in rosso i punti di contatto).
La maggior parte dei meteoriti è stata frenata dall’atmosfera e solo un paio l’hanno oltrepassata, come nel caso della meteora di Chelyabinsk Oblast, in Russia (15 febbraio 2013), che ha provocato danni materiali e lesioni.

Secondo le stime dell’Organizzazione, di cui fanno parte anche alcuni ex astronauti della Nasa, “gli impatti di asteroidi sulla Terra sarebbero da 3 a 10 volte più comuni di quanto ipotizzato finora, e quelli abbastanza grandi da distruggere – potenzialmente – una grande città cadrebbero una volta ogni 100 anni“.
Certo, nella maggior parte dei casi, la caduta di asteroidi, come dicevamo, viene neutralizzata dall’atmosfera terrestre o termina negli oceani. Oltre il 90% degli asteroidi in grado di provocare danni irreparabili al nostro pianeta è sotto osservazione. Tuttavia ben poco si conosce di quelli di dimensioni comprese tra i 100 e i 1000 metri, che, secondo le più recenti stime della Nasa, “potrebbero arrivare a un numero vicino a 20 mila e la cui carica distruttiva sarebbe considerevole se colpissero aree abitate“.

Sono proprio questo tipo di corpi celesti, ancora non del tutto mappati, al centro del progetto “Sentinel“: un telescopio orbitante che, dal 2018, dovrebbe individuare le rocce vaganti all’interno del Sistema Solare, non ancora identificate.
Se si sente la necessità di spedire in orbita uno strumento di rilevamento specifico, significa – senza ombra di dubbio – che sino ad oggi il fenomeno è stato sottovalutato ed, in alcuni casi, anche sminuito.

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