Quattro anni fa trascorrevo la mia prima estate a Berlino…non più in vacanza studio ma con la consapevolezza che avrei fatto di tutto per restare. Di quell’estate ho tantissimi ricordi: vivevo in pieno ovest, a Charlottenburg, e impiegavo 30 minuti di metro ogni mattina per andare a lavoro, che era esattamente al lato opposto della città. Eppure non mi pesava affatto, era sempre in orario e diretta. Di quella mansarda enorme ,dove trascorrevo 8 ore al giorno, ricordo il balcone con vista sulla Torre della Televisione, dove mangiavamo in pausa pranzo. Ricordo che fu un luglio caldissimo, tanto che più di qualche giorno ci mandarono a casa prima, dopo averci regalato scatole di gelati per compensare alla mancanza di aria condizionata. Ricordo un ambiente rilassato con una cucina a disposizione. Ricordo che ero circondata da ragazzi quasi tutti più giovani di me ma con mille esperienze in più dietro le spalle, ricordo l’eccitazione per trovarmi la prima volta in ambiente internazionale, la paura di non sentirmi all’altezza e la gita in barca sulla Sprea con grigliata annessa. Ricordo l’inizio di un’amicizia nata da ore di chat in skype a due metri di distanza e lo smercio di dvd di serie tv che allietava le mie serate in una città dove non conoscevo ancora nessuno.
Era l’estate dei mondiali, i primi che io seguissi all’estero. Ricordo i pomeriggio in cui giocava la Germania: tutto l’ufficio si fermava, si grigliava in balcone, si piazzava il proiettore e via tutti a tifare la squadra teutonica. Ero sorpresa nel vedere quanto e con che foga tifassero, come supportassero sempre la loro squadra, la presenza di maxischermi in tutta la città, le bandiere sui balconi, le automobili addobbate. Il rispetto per le squadre vincitrici. Quel rosso giallo nero divenne parte anche di me, dopo l’eliminazione dell’Italia tifai ovviamente solo Germania, che si qualificò terza.
I giorni passavano e io cominciavo un pò ad odiarlo quel maledetto SEO, e dover scrivere a comando era diventato abbastanza noioso…però a quella mansarda dal tetto rosso ero affezionata. Quella stessa mansarda che oggi, invece, è ad appena 7 minuti di tram da casa mia e che osservo alzando gli occhi ogni giorno passandoci davanti durante la mia passeggiata quotidiana.
Tutto mi sembra sia iniziato da lì. E oggi, 4 anni dopo, memore di quella bellissima estate mi ritrovo sempre qui, a tifare una nazionale che non è la mia, a subire il fascino di una lingua che non padroneggerò mai, a ricordarmi che in 4 anni ne son successe di cose ma che dopotutto alcune certezze restano.