Può l’avidità prevaricare su ogni relazione umana anche su quella più forte che dovrebbe esserci tra genitori e figli?
In quattro Bravi ragazzi verrà spontaneo chiederselo.
Leggo e mi sorprendo ancora, forse perché non si può comprendere fino in fondo cosa possa spingere l’essere umano a determinati comportamenti, come in questo racconto dal sapore giallo-noir, dove i protagonisti sono quattro giovani della “Milano bene” i quali entreranno a far parte di un gioco più grande di loro, inscenando un finto rapimento e macchiandosi di innumerevoli delitti.
Un racconto che si legge tutto di un fiato, conducendoci ancora una volta a riflettere su quanto il denaro possa far dimenticare gli affetti e renderci vittime e nel contempo carnefici di noi stessi.
Seppur nella sua brevità, Quattro bravi ragazzi, grazie alle attente descrizioni dell’ autore, rende bene l’idea di quanto la crudeltà umana non conosca limiti, nè confini di sorta.
Cosa può spingere un figlio a far vivere nel terrore e nella disperazione più nera i propri genitori ?
Vendetta, avidità, protagonismo ?
All’ ombra di queste azioni forse un regista ?
Per rispondere a queste domande, basta leggere questa nuova e avvincente storia di Riccardo Mainetti, e ad ognuno le sue conclusioni. Buona lettura!
Monica Pasero.
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