Quattro chiacchiere con Emanuele Pirro

Da Carlo69 @F1Raceit
Interviste

Published on ottobre 23rd, 2012 | by Giulio Scaccia

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Quattro chiacchiere con Emanuele Pirro

Emanuele Pirro, vincitore 5 volte a Le Mans e Commissario FIA, ci dà il suo punto di vista sul finale di stagione e racconta come viene svolto il lavoro di commissario di gara.

Siamo quasi alla conclusione del mondiale. Come vedi questo finale di campionato?

Io credo abbastanza in quello che gli inglesi  “momentum”, periodi  positivi e meno positivi, sia da un punto di vista tecnico, sia da un punto di vista psicologico e di attitudine mentale. Ho paura che Alonso lo abbia esaurito questo periodo e nel momento che conta quelli della Red Bull hanno messo tutti i pezzi al posto giusto. Però adesso la differenza tra andare bene o andar male è davvero esigua ed in ognuna delle gare che mancano può di nuovo succedere di tutto. La McLaren può potenzialmente vincere tutte le gare, potrebbe farlo anche Vettel. L’unico che potrebbe farlo, ma con qualche difficoltà, è proprio Alonso. Posso comunque dire che di nuovo è venuto fuori un bel campionato ed alla fine penso che chi vincerà potrà dire di esserselo meritato.

Alonso ha fatto qualcosa di straordinario quest’anno. Rispetto agli altri è riuscito a tirare fuori il meglio con il materiale a disposizione, tranne per l’incidente di Suzuka, dove per la prima volta ha qualcosa da recriminare.

E’ partito male?

Più che partito male, ha stretto fuori pista Raikkonen, mettendosi in una posizione di rischio, perché potevano darsi una ruotata. Non voglio parlare di correttezza e scorrettezza, voglio parlare di furbizia professionale, cosa che Alonso ha sempre avuto. Io ho sempre pensato che anche quando esci, quando hai un incidente non per colpa tua, quelli veramente bravi possono evitare certe sfortune, tranne ovviamente situazioni tipo  il tamponamento di Grosjean che ti arriva in quel modo da dietro. Tante volte, anche se la colpa è di altri, tu puoi metterti o meno in situazioni potenzialmente pericolose. A Suzuka si è messo in una situazione potenzialmente a rischio. Sai poi che gli altri non mollano, perché fa parte delle corse. Là ha un po’ da recriminare. A parte quello, ha fatto veramente un campionato fantastico e se si guarda indietro, può dire che più di questo non poteva fare. Il nostro sport è fatto da un pacchetto: pilota macchina e squadra e Alonso ne ha tirato fuori il massimo.

Emanuele Pirro Commissario FIA. E’ un ruolo che hai preso molto seriamente.

E’ la verità e sto avendo anche delle soddisfazioni e vedo che il feedback da parte di piloti e squadre è veramente molto buono. Qualche singola decisione può essere contestata dagli addetti ai lavori ma è molto più contestata dagli spettatori a casa che da chi sta nell’ambiente. Ci sono state decisioni accettate con molta sportività dalle squadre, un po’ meno dai tifosi, me ne accorgo dalle mail che mi arrivano. In generale il rapporto con piloti e team è sempre migliore. Sto cercando di instaurare un colloquio. Il commissario sportivo deve essere un garante, un garante per lo svolgimento sano e giusto e della competizione. Un garante anche per la sicurezza. Invece spesso l’arbitro o il commissario è visto come uno con la mannaia. Ogni volta che si prende o non si prende una decisione, io vado sempre a parlare ufficialmente o  vado, coordinato con gli altri, in via ufficiosa, a parlare e spiegare. A fine gara o durante le prove. C’è tanto lavoro anche il venerdì e il sabato. Credo molto nel dialogo.

C’è da dire una cosa. Viviamo in un mondo in cui la tolleranza è ridotta ai minimi termini e la perfezione non esiste, tutti possono sbagliare. Credo che se si instaura un buon rapporto con gli addetti ai lavori, anche l’eventuale errore, se poi uno lo spiega e dà una  motivazione, può essere accettato in un modo sereno. Mentre in passato, come ai tempi di Balestre, in cui si rasentava la dittatura, il dialogo era una cosa lontana.

Mi ci sto impegnando, sto avendo delle soddisfazioni e mi sento di dire che un pochino ho contribuito anche io affinché le cose siano più equilibrate e più giuste. E dico anche un’altra cosa. Tanta gente si lamenta che la F1 di adesso non è più quella di prima. Troppi vincoli. Io dal punto di vista del tifoso sono uno di quelli. Io lo condivido, mi piaceva più l’automobilismo di prima, in cui era più concesso di adesso. Ci starei a rivedere le regole in un certo modo. Io adesso faccio il commissario sportivo e cerco di far rispettare le regole nella maniera più giusta e coerente. Se queste regole vogliono essere riviste, io sarei d’accordo. Ora non stiamo vivendo un automobilismo perfetto, ma dico che forse l’automobilsmo dei tempi passati è utopico. Prima c’era più gentleman agreement fra i piloti. Oggi c’è meno tolleranza e tutti si prendono tutto ciò che è concesso per cercare di vincere. Oggi bisogna dire dove è il limite.

Voi che strumenti avete per fare le valutazioni durante la gara?

Funziona in questa maniera. Il direttore di gara sta con 30/40 monitor e tutte le camere a disposizione. C’è una regia che a monte riceve tutti gli onboard camera che, ovviamente, sono tanti. C’è un filtro per ogni macchina. Se la regia decide di far passare una vista anteriore, non vediamo una vista posteriore. C’è la sala commissari, siamo in quattro, con il nostro tecnico audio-video. Abbiamo 2 grandi schermi multifunzione ed abbiamo accesso in tempo reale o in registrazione immediata a tutte le onboard camera e a tutte le registrazioni dei contatti radio; ovviamente  abbiamo anche l’eurovisione.

Quando succede qualcosa, il tecnico che è molto bravo ci ripropone su richiesta le immagini.

La procedura ufficiale è che il direttore di gara vede una infrazione, chiama commissari e chiede di controllare e noi verifichiamo se è stato infranto il regolamento.

Noi cerchiamo nei limiti del tempo di fare il meglio. Il tempo è importante e spesso ne hai poco, perché si cerca di farlo il più rapidamente possibile. Occorre  consultarsi e rivedere. Non è sempre facile. Tante volte succedono altre cose. Un episodio vuoi cercare di risolverlo senza sbagliare. Uno degli articoli del regolamento, dice che è meglio aspettare se non si è sicuri e prendere un provvedimento dopo la gara, cosa che non piace a nessuno. Ma è ancora peggio dare una penalità senza esserne certi.

A volte da casa è difficile capire, pensiamo all’episodio a Monza tra Alonso e Vettel. 

A casa si valuta con il proprio buonsenso su ciò che si ritiene giusto ed è stato visto in passato. Gli addetti ai lavori invece magari si sono accordati o sono state scritte cose diverse. Dopo il Barhain, io ero commissario anche lì oltre che a Monza, in cui Rosberg aveva chiuso la porta ad Alonso e Hamilton in rettilineo, era venuta fuori la possibilità di stabilire regole di ingaggio diverse in rettilineo. Dopo quella gara, mi sono messo a fare una tabella con tutti i posizionamenti tra una macchina e l’altra. Poi c’è stata una riunione a Parigi e alla fine è stato distribuito un bollettino in Canada dal direttore di gara che chiariva bene. E’ stato stabilito in maniera precisa quando la macchina che precede perde il diritto di chiudere la traiettoria (ovviamente non può fare due cambi di direzione, solo uno) e deve lasciare lo spazio di una macchina tra lui e il fine pista. Questo avviene quando chi segue si è affiancato con una porzione significativa di macchina. La porzione significativa è quando la ruota anteriore di chi segue è all’altezza della ruota posteriore di chi sta davanti. A questo punto chi è davanti deve lasciare uno spazio di macchina.

A Monza, Vettel si stava spostando a sinistra, aveva sottovalutato la velocità di Alonso. Ha fatto questo per arrivare in modo migliore alla seconda chicane e per non far andare Alonso in una buona posizione alla staccata. Quando Alonso ha messo le due ruote sull’erba, la sua Ferrari era ben oltre la posizione che dicevamo. Vettel non aveva più il diritto di chiudere. Non è una mia opinione, ma un fatto.

Chi è a casa non ha capito, ha fatto un confronto con l’anno precedente, ma c’erano accordi diversi.

Sempre a Monza ad esempio, è successo un fatto tra Hulkenberg e Senna. Senna era dietro alla seconda variante. Aveva preso un po’ di scia. Hulkenberg lo ha stretto. E Senna è andato sull’erba. Poi abbiamo visto l’onboard camera di Senna. In realtà non c’era più spazio per Senna. Era già lui fuori pista. Hulkenberg lo ha chiuso ma Senna era già fuori pista. Era una situazione completamente diversa rispetto a quella tra Alonso e Vettel

Ho parlato con il Team Manager della Williams, Adam Parr persona come gli altri in gambissima, è venuto a chiedere con educazione per avere delucidazioni. Gli ho spiegato con l’ausilio del tecnico. E’ rimasto soddisfatto delle motivazioni che abbiamo dato. Sono soddisfazioni.

Chi vince il mondiale?

Secondo me Vettel, ma Alonso ha fatto un campionato straordinario. Se lo merita di vincere perché ha fatto una impresa ciclopica. Ha guidato benissimo e anche come squadra se lo meritano, la macchina non si è mai fermata. La Red Bull qualche problema lo ha avuto. In Ferrari c’è tanta gente in gamba. Come pacchetto, per il lavoro che hanno fatto, se lo merita la Ferrari. Considerando poi che non hanno mai avuto la macchina più veloce.

Vettel ha vinto già due campionati. Per quanto sia un pilota fenomenale, ha beneficiato di una situazione tecnica a suo favore. Con piloti come lo stesso Vettel, Alonso, Hamilton, Button, Raikkonen e mettici anche Schumacher ed altri meno blasonati ma comunque forti, in un periodo come questo in cui il livello dei piloti è particolarmente alto, vincerne tre di seguito di mondiali non ci sta, mi auguro un po’ di equilibrio.

Se mi dicessi di scommettere, comunque punterei su Vettel.

Tags: alonso, f1, fia, Monza, Pirro, vettel


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