Quattro giornalisti italiani sono stati sequestrati nel nord della Siria. La notizia è stata battuta dalle agenzie di stampa, che riferiscono di non meglio precisate ”fonti informate”. Si tratterebbe di una reporter della Rai e di tre freelance. Verso le 23 è arrivata la conferma della Farnesina.
Per la prima volta dall’inizio della battaglia di Damasco, in Siria, le forze governative hanno bombardato nelle ultime ore con missili terra-terra il quartiere di Barze, solidale con la rivolta. Lo riferiscono diversi testimoni oculari presenti sul terreno e citati dal Comitato locale degli attivisti di Barze. Si hanno notizie non confermate di civili e ribelli uccisi ma le informazioni non possono essere verificate in maniera indipendente. I media governativi siriani non fanno menzione della circostanza.
Hamas abbandona l’alleato Assad e cambia fronte nel conflitto siriano, sostenendo i ribelli fino a fornire loro addestramento militare. Lo scrive oggi il Times citando fonti diplomatiche occidentali. Il braccio militare di Hamas, le brigate Ezzedine al-Qassam, starebbero addestrando unità dell’esercito libero siriano nei pressi di Damasco, secondo alcune fonti. Altre sottolineano come il gruppo islamico della striscia di Gaza abbia aiutato i ribelli siriani a scavare tunnel nel sottosuolo di almeno una zona di Damasco, in preparazione di un vasto attacco alla città. Se confermate, queste informazioni rilevano come il ‘passaggio di fronte’ da parte di Hamas sia definitivamente compiuto, ai danni del presidente siriano Bashar al Assad, di cui il movimento è sempre stato sostenitore, e a vantaggio invece di una nuova vicinanza con il Qatar, il piccolo ma ricco ed estremamente influente emirato del Golfo cui si attribuisce un notevole sostegno, sia finanziario sia logistico, ad alcune fazioni dei ribelli siriani.
Il presidente americano, Barack Obama, riceverà il 26 aprile alla Casa Bianca re Abdallah II di Giordania, “per continuare le sue consultazioni” sulle riforme politiche in Giordania e sulla crisi umanitaria in Siria, e altre questioni regionali di reciproco interesse”. Lo rende noto la Casa Bianca, che ha anche annunciato la visita a Washington dell’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al Thani, che a sua volta vedrà il presidente Obama il 23 aprile.
Entro la fine del 2013, il numero di rifugiati siriani nella sola Giordania potrebbe salire a 1,2 milioni contro i 400mila attuali, ha ammonito l’Unicef oggi a Ginevra. Ma i fondi promessi dalla comunità internazionale per gli aiuti umanitari tardano ad arrivare. “I bisogni stanno crescendo in modo esponenziale e siamo al verde. In assenza di fondi – ha detto la portavoce dell’Unicef Marixie Mercado – non saremo più in grado di fornire aiuti fondamentali ai siriani fuggiti in Giordania”. In particolare, l’Unicef potrebbe essere costretta a interrompere in giugno il costoso ma vitale programma di consegna di 3,5 milioni di litri di acqua al giorno ai rifugiati del campo di Zàatari. “Sarebbe drammatico”, ha detto la portavoce ricordando che la Giordania é il quarto paese più povero di acqua al mondo. In fuga da un violento conflitto che non accenna a finire e da una situazione umanitaria sempre più difficile, i siriani sono sempre più numerosi a lasciare il loro Paese. Dall’inizio dell’anno, più di 2.000 rifugiati siriani al giorno sono giunti in Giordania, ha detto Mercado: “prevediamo che questi numeri raddoppieranno entro il mese di luglio, e triplicheranno entro dicembre. Entro la fine del 2013, stimiamo che ci saranno 1,2 milioni di rifugiati siriani in Giordania, equivalenti a circa un quinto della popolazione della Giordania”, ha aggiunto. Nel paese, l’Unicef fornisce acqua potabile, servizi igienico-sanitari, vaccinazioni, istruzione e protezione dei bambini presso il campo di Zàatari(100.000 rifugiati, metà dei quali bambini). Aiuta inoltre i rifugiati che hanno trovato ospitalità presso gli abitanti. “Facciamo moltissimo”, ma nel 2013, l’Unicef ha ricevuto solo il 19% dei 57 milioni di dollari richiesti per le attività in Giordania, ha detto Mercado. Insieme al Libano, la Giordania è il Paese che dallo scoppio del conflitto in Siria ha accolto il più alto numero di rifugiati siriani. Il dato di 1,2 milioni di rifugiati siriani in Giordania entro la fine dell’anno è enorme rispetto alle precedenti stime, già superate dai fatti. Finora, l’Onu ha infatti registrato 1,2 milioni di rifugiati siriani nei paesi vicini pari al 110% del dato di 1,1 milioni che stando ai piani dell’Onu avrebbe dovuto essere raggiunto in giugno. L’allarme-fondi lanciato dall’Unicef per la Giordania può essere esteso a tutta la crisi siriana. Malgrado l’aumento dei bisogni sempre più urgenti, tutte le agenzie coinvolte in questo intervento umanitario sono sottofinanziate. (fonte Ansa)