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Quattro mesi a zonzo per il continente asiatico
La felicità interna lorda Gross National Happiness
Arrivo finalmente dopo tanti tentennamenti nel Paese delle fate. Prima di affrontare un viaggio in Bhutan sarebbe bene conoscerne le sue prerogative principali.In Bhutan è tutta una questione di FIL, acronimo di Felicità Interna Lorda, insomma non gli frega niente o quasi del PIL, l'importante è che il popolo sia felice e di conseguenza tutto lo sviluppo del Paese è misurato in FIL e non come nel resto del mondo in PIL. Interessante o no? Secondo me si,vediamo quindi quali siano le principali particolarità di questo unico esempio al mondo.
Lo sviluppo pone le basi essenzialmente su una tematica, quella della felicità dei suoi abitanti, che non sia legata mani e piedi al possesso del danaro e alla reale crescita economica.Al fine di raggiungere l'obbiettivo primario, i reggenti, applicano una loro strategia politica che non è necessario spiegare.Basti sapere che la condizione da soddisfare per entrare nel Paese è quella di avere un budget versato in anticipo nelle casse di qualche operatore autorizzato e di conseguenza dello stato.Occorre un minimo di 200 dollari al giorno a persona, la cifra è molto variabile nell'ipotesi di gruppi, stagionalità e qualità dei servizi richiesti.Ai giorni nostri, sotto certi intuibili aspetti direi che è una bella cosa. Se gli pare non si entra! Chiuso, punto e a capo, marcia indietro, levatevi dai coglioni e così via.In realtà uno dei loro obbiettivi è quello di non essere mischiati con stranieri, scherzo ma, mica tanto, poiché il mantenimento del patrimonio culturale e uno sviluppo dedicato alla conservazione dell'ambiente sono loro principi di base. Con questa premessa possiamo riuscire a capire alcune loro ferree inderogabili regole che vedremo in seguito.Oggi non è difficile visitare il Paese, basta accettarne le limitazioni.Per esempio possiamo decidere e pianificare l'itinerario a nostro piacimento, scegliere la categoria degli hotel, la guida, l'agenzia turistica, i mezzi da utilizzare etc etc ma, sempre in anticipo, altrimenti non si ottiene il visto. Tutto chiaro? Ma si, è semplice, una volta superato questo primo scoglio direi che gli altri possono essere quasi trascurati.Capisco che molte persone smetteranno qui di leggere il post e partirà un Vaffa n'culoma, bisogna tenere presente che il Bhutan è piccolo e non dispone di strutture adeguate a ricevere un gran numero di turisti.Insomma per concludere, seguendo i dettami della Felicità Interna Lorda, non vogliono troppi rompimenti di scatole e quindi dal punto di vista turistico che è ovviamente strettamente regolato dal governo, certe imposizioni appaiono comprensibili.Sarà bene che non faccia tante bischerate altrimenti mi butteranno fuori in men che non si dica.Note per chi decide di arrivare via aerea, cioè quasi tutti. Areoporto di ParoUna pista e una paio di aerei della Druck Air, si dice che è così pericoloso tanto da essere inserito in una speciale classifica.
Soltanto otto piloti sono autorizzati ad atterrarvi, solo di giorno e senza ausilio di strumenti, per questo si mormora che ogni atterraggio fa di loro degli eroi.Non so dirvi quanto di tutto ciò corrisponda al vero, di fatto, soltanto due compagnie operano su Paro quindi tutto è relativo, ciò non toglie che le difficoltà da affrontare siano sicuramente notevoli.L'avvicinamento si svolge fra canyon e vallate facendo il pelo ai costoni delle montagne e dopo alcuni minuti ecco apparire oltre il fiume la piccola pista di atterraggio, in poche frazioni di secondo è un botto sul nastro cementato.A titolo informativo è bene sapere che la Druck Air non ha comunque mai avuto incidenti di sorta, un sollievo saperlo in anticipo per il viaggiatore in transito.Siamo a 2300 metri di altitudine, il cielo è limpido ma è molto freddo, il termotopa segna appena + 6 gradi.I miei nuovi amici mi prendono in custodia, un ragazzo e una femminuccia niente male. La prima impressione è quella di essere sceso nel Paese delle fiabe, ordine, pulizia e casette che mi ricordano i libri di favole che sfogliavo da piccino.Chissà che nei prossimi giorni non riesca ad incontrare Biancaneve per adesso Pisolo pur non essendo io, né nano né buono.Per prima cosa andiamo al Monastero di Taktsang nella Tana della Tigre.E' l' immagine più fotografata del Bhutan, il monastero è incastonato su di un dirupo a circa 3000 metri di quota nella valle di Paro.Pur essendo uno sfaticato pedonenon sono certo venuto fin qui per prendere un caffè di montagna, Bhutan dell'Eva ladra, imprecazione ammessa e validata SEO. Adesso affronto un trekking di qualche ora, dopodiché un tratto micidiale attraverso una scalinata e sono arrivato finalmente sfinito al tempio buddista di Taktsang,che racchiude in sé tutta l'essenza del Bhutan.
Prima di lasciare la vallata di Paro ho il tempo di visitare la fortezza diDrukggeyl Dzong, molto visitata dalla gente locale per essere stata caposaldo a l'invasione tibetana.Adesso siamo diretti verso Thimphu, lungo il percorso sostiamo a uno dei luoghi più sacri del Paese, si tratta del Songtsen Gembo il santuario che ha introdotto il Buddismo nel Bhutan.
Riprendiamo il viaggio ma niente, i miei accompagnatori sono ligi al dovere e sostiamo nuovamente presso un tempio privato che non sa di nulla. Iniziamo a intravedere i sobborghi della città ma, siamo in rotta di collisione con un'altro tempio, il Simtokha Dzong, sede di una scuola per l'insegnamento della lingua dzongkha, fortuna vuole che non possiamo disturbare gli allievi che dormono.
Arriviamo nella capitale giusto in tempo per la cena.Timphu - GangteyPartenza per Wangduephodrang dove visitiamo un market molto carino e successiva fermata allo Dzong Wangdue, siamo vicini alla nuova meta, attraverso fitti boschi raggiungiamo Gangtey (Phobjikha). Uscendo dal villaggio dopo un breve trekking troviamo il Gangtey Gompa, si tratta di un antico monastero Nyingmapa dove vorrei chiedere asilo, avrei fatto bene bene, invece dormirò in campo tendato.Gangtey - Trongsa circa 120 Km, ore di viaggio previste cinque.Al mattino nonostante abbia indossato praticamente una tuta termica e mutandoni lunghi di lana, mi sveglio con la candela al naso e soprattutto con la febbre bhuttana a 38 gradi.Dovremmo esplorare la Valle di Phobjikha che è famosa per la gru dal collo nero, si narra che al tramonto vaghi nei villaggi in cerca di prede umane di sesso femminile per beccargli gli occhi. Sarà anche vero ma, sa di film già visto con altri attori sotto altre sembianze con la stessa trama.
Comunque sia,tornando al viaggio, declino l'invito e mi piazzo nella jeep con il termo acceso in attesa che mi portino a Trongsa.Attraversiamo un altro passo di 3.300 m di altezza il Pele La Pass,lo vedo e non lo vedo finalmente dopo quattro ore e mezza arriviamo in città dove prendo possesso della mia dimora mi fiondo a letto con una super dose di aspirina americana.Sono in un posto chiamato Lodge Sherubling, è tremendo tremendissimo, nell'occasione non vedo, non sento e salto la cena. Nonostante non sia per niente in forma e abbia deciso di non alzarmi vengo sollecitato dai miei accompagnatori che, hanno pronunciato una parolina magica, allora decido di uscire.Market serale di TrongsaUn polveroso mercato come ce ne sono a migliaia in ogni angolo sperduto in Asia, cianfrusaglie, maschere di legno e articoli impagliati.Trongsa - Bumthang 70 KmAl mattino non posso esimermi da sorbirmi un cappuccino al solito Dzong, è il più grande del Bhutan e merita davvero una visita adeguata, direi che è un capolavorodell'architettura bhuttanese, il Ta Dzong è costruito su più livelli e in cima svetta una grande torre di avvistamento. Torre? questa parolina mi rammenta qualche cosina stramba e torta di casa nostra vicino all'Arno pisano.Procediamo verso Bumthang il cuore religioso del Paese.Bumthang è un nome generico dato dai bhuttanesi a una combinazione di quattro vallate, Chumey, Choekhor, Tang e Ura con un'altitudine variabile dai 2600 mt ai 4000 mt e come ormai potete immaginare ci sono una miriade di templi, fortezze e monasteri buddisti.Da regolamento obbligatorio mi tocca a sorbirmi il Tamshing Lhakhang, altri rinomati Dzong e in seguito il Jambay Lhakhang che sarebbe un antico convento.Bumthang - Thimphu 268 km una bella tirata di 8 oreVerso la via di uscitaDopo una breve visita del mercato di Bumthang ritorniamo verso Thimphu, a Trongsa godiamo di un lauto banchetto in un rinomato ristorante, quindi arriviamo in città per l'ora della ninna nanna.A questo punto devo fare una considerazione, il Bhutan è sicuramente bello, un regno incantato, affascinante, pieno di misticismo ma, adesso se non voglio farmi monaco devo andarmene alla svelta.La felicità interna lorda oppure netta che sia non mi basta più, ho necessità di cose e fatti materiali, anche per questo andrò a Bangkok.Thimphu - Paro - Delhi -BangkokPorca Bhuttana, questa ci voleva proprio!http://feeds.feedburner.com/blogspot/hEIMF