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Quattro minuti.

Da Seavessi
C'è una persona, a cui Seavessi vuole molto bene. Questa persona ha un'idiosincrasia per le parole _chi non ha figli non sa, e siccome questo post è un pochino dedicato a lei  - no, diciamo meglio, scritto pensando a lei e ad alcune cose che abbiamo in comune - vediamo di non cominciare facendole venire la pellagra ai piedi.Cominceremo dunque dicendo che SEAVESSI prima di avere figli non sapeva.Non aveva idea.Quando ti dicono eeeh, ora la tua vita cambierà, non potrai più fare quello che facevi prima, scordati questo e quello, sbagliano.Sbagliano a prescindere a darti consigli non richiesti, e sbagliano perché non è quello, non è il non andare a cena fuori o uscire tutti i WE o chissà che altro a fare la differenza. Magari ti capita un bambino supereasy modello Cicciobello SenzalaBua, che lo infili nel passeggino e te lo porti financo alla Sagra della Tequila.Non è quello che farai o non farai il punto, il punto è che qualsiasi cosa farai non sarà mai più come prima. Non più brutto, forse neanche più bello, sicuramente molto diverso. Perché è fatto così il pupo, ti esce dalla pancia e ti si installa nel cervello.
Non è, o non solo, questione di amore. E' la consapevolezza costante di pensare non solo per se stessi.
A pensarci, è abbastanza terrificante. Ricorda Seavessi, che uno dei suoi primi pensieri mentre si stava arripigliando dall'anestesia del primo cesareo, e mentre la simpatica ostetrica le lanciava la bambina con un passaggio all'indietro tipo All Blacks per poi andarsene da altre mamme più brave, non pigrone cesarizzate, è stato _come diamine vuoi che la attacchi al seno brutta cretina, che riesco a muovere solo il braccio sinistro, che fo, la palleggio sta figlia?Il pensiero immediatamente successivo, guardando l'Infanta negli occhi socchiusi, è stato la consapevolezza che quel legame era eterno. Che lei era la mamma, no, la Mamma.Lei e solo lei, non sostituibile, niente panchina, niente sostituzioni, niente infortuni ammessi, niente pausa caffè, niente ferie.Forse è per questo che Seavessi ci ha messo tanto a smettere di avere paura dell'Infanta.Questo, Seavessi NON lo sapeva, né immaginava prima di avere figli.
Una volta accettata questa cosa, questo ruolo immenso, è facile cadere nell'abisso.Dicesi abisso quella situazione in cui:
tu e solo tu sei in grado di nutrire il pargolo. Anche se ha otto anni e il suo piatto preferito è la pasta con le vongole. Gli altri sbaglierebbero la quantità di pasta, acqua, sale e vongole. E rena, of course.
tu e solo tu sai se ha freddo ha caldo o ha tiepido. Infatti, in questi giorni di febbriciattola, Seavessi si ostina a coprire la povera Revoluciòn, che ha preso da NonnoG e suda anche quando pensa.
tu e solo tu sai perché piange. Il più delle volte in effetti il minorenne piange perché sa che ti intorta come vuole. In quel senso, tu sola sai perché pianga, perché se fosse con chiunque altro non piangerebbe affatto.
tu e solo tu sai come vestirlo, cambiarlo, infilargli le ginocchiere per la bici, tu sola sai come lavarlo dopo la cacchina e come tagliargli i bordi del tost per il pranzo al sacco dell'asilo.
tu sai, gli altri no. Dal marito in giù. Sbagliano, approssimano, fanno danni, non fanno come faresti tu.
tu sei la Mamma Punto.
Poi a un certo punto, in una notte di febbre, non ce la fai. La gnappetta urla, tu scatarri come un novantenne bronchitico, ti viene da piangere, la porti in cucina per passarla sul gas nella speranza di non svegliare la quattrenne.E' in quella che arriva il marito, acchiappa il fardello ululante e ti rispedisce a letto.
Lui in realtà ci  metterà circa 4 minuti (fa fede la sveglia che proietta l'ora sul muro) a calmare la piccola palla di rabbia e a riportarla ronfante nei suoi alloggiamenti.ma in quei quattro lunghissimi minuti, tu hai sentito gli urlacchi sempre più ovattati, e stavi stesa nelle lenzuola fresche, e ti ha invaso il pensiero che _puoi stare tranquilla, ci sta pensando qualcun altro. Dormi. Non tocca a te ora. Come rifiatare dopo un'apnea lunghissima, come i ciclisti quando l'ammiraglia gli passa la borraccia fresca.
Ci sono voluti quattro anni e due figlie per arrivarci, ma forse, forse, a calci in culo, Seavessi sta imparando a mollare un pochino la presa.

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