Quattro recensioni e un abbandono
Ritorno oggi con le recensioni aggregate di quattro libri più uno (che si è meritato direttamente l'abbandono dopo non troppe pagine). Anche stavolta l'attenzione è concentrata su romanzi dedicati ai ragazzi, romanzi che non sono stati presentati al pubblico come young-adults per un semplice motivo: non siamo alle prese con trame fantastiche o distopiche ma semplicemente con narrativa contemporanea, e in tali casi in Italia è più difficile che dei romanzi vengano catalogati come ya. Misteri nostrani. Si tratta di due romanzi spagnoli e due italiani (quello abbandonato, un italiano, non è destinato ai ragazzi, perciò merita un discorso a parte) tutti ambientati nel mondo degli adolescenti di oggi. Quattro risultati![Quattro recensioni e un abbandono Quattro recensioni e un abbandono](http://m2.paperblog.com/i/175/1752180/quattro-recensioni-e-un-abbandono-L-Pl6L07.png)
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Francisco de Paula è stato presentato come il Moccia madrileno, e se l'autore l'ha ritenuto un complimento, buon per lui (ma non per noi): l'accostamento corrisponde a verità. I ragazzi protagonisti di Buongiorno Principessa! sono poco credibili, poco approfonditi, stereotipati, banalissimi. Così come le situazioni che si trovano a vivere. Sono un gruppo di sei adolescenti che si sono ritrovati insieme perché uniti da un particolare: appartengono a quella categoria di ragazzi poco integrati con i coetanei, poco socievoli, incompresi. La loro unione prenderà il nome di Club degli incompresi e porterà alla nascita di forti amicizie e primi batticuori. Batticuori che si sviluppano secondo una linea di "lui ama lei che ama l'altro". Oppure loro (due amiche inseparabili) amano entrambe lui. Insomma soap-opera style, per intenderci. Centro di tutte le loro vite è l'amore, o meglio le cotte di ognuno di loro, e i tentativi di viverle appieno. Niente di nuovo sotto il cielo. I vari sviluppi sono - mi ripeto - banali e prevedibili e alla fine ne esce un quadro di un'adolescenza superficiale e piatta. De Paula ha cercato di dare profondità alla storia creando un romanzo corale: grave errore, se poi i vari personaggi sono così poco approfonditi e risultano così simili tra loro da non riuscire a distinguere chi stia parlando in un determinato momento. L'autore ha poi infarcito la storia di una serie di flashback che avrebbero dovuto dare maggior realismo e credibilità alla nascita dell'amicizia dei protagonisti: era troppo chiedere che quei flashback fossero annunciati da qualche elemento (che so: una data, un titolo, un corsivo, un segnale lampeggiante)? Spuntano dal nulla e a volte ce ne accorgiamo solo a metà racconto. Non basta rendere un romanzo leggero e scorrevole (e quindi leggibile in un paio d'ore) per considerarlo piacevole. La scorrevolezza è data dall'inconsistenza: c'è tanto vuoto, tanta superficialità. Non basta aggiungere un mistero all'ultima pagina per intrigare il lettore: che vuoi che ce ne freghi dell'identità nascosta di uno dei personaggi, quando il resto della storia è noia? Non sarà certo un mistero a portare spessore e consistenza al romanzo. Buongiorno Principessa! è un romanzo fregatura. Un romanzo che non ha rispetto per gli adolescenti di cui parla, che li considera dei personaggi e non delle persone, stereotipati e concentrati solo sulle loro cotte. Un romanzo che appiattisce chi legge e che non fa altro che mostrare l'appiattimento di chi l'ha scritto. Non leggetelo. 1 stellina
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Eugenia Romanelli
Non sapevo assolutamente di cosa avrebbe parlato questo libro. L'ho trovato per caso su una bancarella, ricordavo di aver visto la cover in giro da qualche parte e l'ho comprato, visto che il prezzo (3€) permetteva l'acquisto sconsiderato di una barca di libri. Quel titolo mi incuriosiva un po' come aveva fatto Quantic love: lì si parlava di fisica quantistica, qua di equazioni. Non ho uno spirito matematico né fisico ma mi hanno sempre attratta i linguaggi delle due discipline. Ecco perché ho dato una chance a quest'altro romanzo per adolescenti, puntando molto sulla sua mancata pubblicizzazione in giro per il web. Quando un libro fa parlare troppo di sé mi annoia ancor prima di cominciarlo, le troppe chiacchiere mi spengono la curiosità. Questo me l'ha accesa.
Parto dal pregio del libro: l'idea. Organizzare una caccia al tesoro attraverso l'utilizzo di social network e app per arrivare alla conquista del premio, un Ipad. Sembra un'idea banale ma in realtà potrebbe essere davvero efficace: raccontare la generazione di adolescenti di oggi attraverso gli strumenti che utilizzano per la comunicazione, per lo studio, per i rapporti sociali. Raccontare la necessità di essere sempre on line, sempre aggiornati, grazie all'immediatezza dei mezzi tecnologici; sottolineare la facilità con cui ci si può esporre e allo stesso tempo nascondere attraverso e dietro di essi. E la facilità con cui ci si può innamorare di chi è dall'altra parte di quello schermo. Ecco, questo aspetto degli adolescenti sarebbe stato bello da indagare. E che tutto ciò fosse accompagnato da una caccia al tesoro tecnologica poteva rendere la storia ancora più interessante. Purtroppo il risultato non è stato all'altezza dell'idea che mi ero fatta. La narrazione non procede fluida, e mi è apparsa come un resoconto dei fatti senza alcuno stile e personalità. Non avevo mai letto nulla dell'autrice e se non avessi indagato, scoprendo che è giornalista con all'attivo già sei libri, avrei pensato tranquillamente che 2BX fosse un'opera di un'esordiente alle prime armi. Oltre allo stile, ho avuto perplessità anche sul contenuto, troppo semplicistico, e sulla protagonista, che a un certo punto svela un aspetto di sé che nessuno avrebbe potuto immaginare. Un aspetto cui vien data pochissima importanza, e che invece avrebbe dovuto essere approfondito, motivato, chiarito. Insomma, un romanzo con un buon potenziale ma dallo scarso risultato.
2 stelline
Bonus
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Massimo Bisotti
Ultimo romanzo di cui vorrei parlarvi, o meglio non parlarvi, è La luna blu di Massimo Bisotti. Non ha adolescenti per protagonisti e probabilmente questi non sono neanche i destinatari espliciti della storia, ma ho i miei buoni motivi per inserirlo in questo post. La luna blu è il libro che si è meritato l'abbandono immediato alla quinta pagina. Mi sono bastati i dialoghi assurdi svoltisi tra la protagonista e l'amica del cuore per capire l'andazzo della storia e il fatto che essa non facesse assolutamente per me. Ho sfogliato il resto del romanzo, leggendo qua e là, sperando di scoprire un cambiamento. Nulla di fatto. Dialoghi infiorettati di aforismi e massime esistenziali che solo i ragazzini delle medie forse potrebbero esserne colpiti. Narrazione lentissima, situazioni surreali. Interesse nello svolgimento: zero.
Non sto qui a dirvi se leggerlo o meno: l'ho abbandonato prima di poter formulare un giudizio basato su elementi obiettivi. Ma posso assicurarvi che le poche pagine che ho letto mi hanno causato una tale irritazione e un senso di presa in giro che ho sentito il bisogno di annunciare a tutti l'abbandono.
no stelline
Inchiostro di Girasonia76 a 19:31
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