QUE VIVA EL CHE: la vita e la morte nel nome della rivoluzione

Creato il 13 giugno 2015 da Allocco @allocco_info

di Giacomo (@GiacomoPagone)

Il 14 giugno 1928 nasceva a Rosario, Argentina, Ernesto Guevara de la Serna, medico e rivoluzionario. I biografi, tuttavia, sono concordi nel ritenere che la vera data di nascita fosse il 14 maggio 1928, mentre la registrazione all’anagrafe risalisse a un mese dopo.

La storia del “Che” (il soprannome, affibbiatogli dai cubani durante i giorni della Rivoluzione per prendere in giro un intercalare usato dagli argentini, non era gradito a Guevara) è nota a tutti, dal viaggio in moto intrapreso attraverso l’America Latina con l’amico Alberto Granado alla Rivoluzione Cubana, fino alla morte trovata in Bolivia (il 9 ottobre 1967), nel tentativo vano di far insorgere la popolazione locale. A soli trentanove anni terminava la vita dell’uomo e nasceva la leggenda del “Che”.

Sulla morte di Ernesto Guevara restano ancora dei misteri: la storiografia ufficiale racconta che il suo assassino sia stato il sergente boliviano Mario Teran, fatto ubriacare appositamente prima di premere il grilletto. Mistero anche sulla sorte dello stesso Teran: secondo il giornalista Gianni Minà, il sergente si suicidò pochi anni dopo, mentre per altri il militare, nel 2007, beneficiò dell’assistenza sanitaria cubana per un’operazione alla cataratta. La storiografia ufficiosa, invece, riferisce che il colpo di pistola mortale fu sparato da Félix Rodríguez, agente della CIA. Quel che è certo, però, è che l’esercito boliviano commise un imperdonabile errore: subito dopo l’esecuzione, i rangers boliviani esposero il cadavere di Guevara davanti a giornalisti e fotografi, per testimoniare la morte del nemico. A voler ricercare un parallelo artistico, le foto scattate ritrassero la salma di Guevara nella stessa posizione del “Cristo morto” del pittore Mantegna e rimasero impresse per sempre nel ricordo collettivo. La similitudine, infatti, non tardò a consolidarsi: quando l’anno successivo scoppiarono in Europa le contestazioni del ’68, l’effige di Guevara già sventolava su tutte le bandiere e il suo nome era, ormai, sinonimo di rivoluzione.

I resti di Ernesto Guevara furono sepolti in Bolivia, le mani amputate lontane dal corpo, e riportati alla luce solo nel 1997, quando vennero tumulati a Cuba nel Mausoleo a lui dedicato a Santa Clara, contribuendo a rendere immortale la leggenda del medico che divenne una delle figure più importanti del ventesimo secolo, nonostante i violenti attacchi d’asma di cui soffriva sin da bambino.

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