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Quei conservatori degli omosessuali britannici.

Creato il 27 dicembre 2013 da Cagliostro @Cagliostro1743

David CameronDavid Cameron si è privatamente pentito di aver sostenuto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso: questo è quanto sostiene l’opinionista del Telegraph Matthew D’Ancona nel suo libro “In It Together” in un articolo pubblicato dallo stesso giornale.
La notizia è stata subito ripresa da una parte della stampa cattolica italiana. Tempi, in un articolo di Leone Grotti, titola: “Sei milioni di omosessuali in Inghilterra? No, sono 545 mila e Cameron si pente del matrimonio gay: «Tremendo errore»”.
Lo stesso Grotti mette in dubbio anche il reale numero degli omosessuali presenti nel Regno Unito: «Il numero delle persone omosessuali in Inghilterra è di gran lunga inferiore a quanto stimato dalle associazioni Lgbt durante il dibattito sull’approvazione del matrimonio gay in Parlamento. I numeri rilanciati allora dal premier David Cameron parlavano di una presenza omosessuale pari al 6% della popolazione, oltre tre milioni di persone, ma secondo la ricerca dell’Office of National Statistics pubblicata ieri gli omosessuali sono 545 mila (1,1%) e i bisessuali 220 mila (0,4%)».
La “sconvolgente” rivelazione di Leone Grotti è stata ripresa anche da Rino Cammilleri sulla Nuova Bussola Quotidiana: «La guerra delle cifre funziona sempre: basta spararne a casaccio (e pro domo sua), ripeterle fino allo sfinimento (altrui) e il gioco è fatto. L’ultima in tal senso è capitata al premier inglese Cameron, che ha fatto approvare la legge sulle nozze gay basando il suo convincimento sulle percentuali offerte dalle associazioni Lgbt. Queste sostenevano e sostengono che gli omosessuali inglesi siano il 6% della popolazione, oltre tre milioni. E Cameron ci ha creduto, tanto da spaccare il suo stesso partito (metà dei conservatori gli ha votato contro) e a varare una legge coi voti –caso bizzarro – dell’opposizione. Eh, i politici vogliono voti, solo voti, fortissimamente voti, e per un voto in più venderebbero la mamma, figurarsi per tre milioni. Solo che questa volta il David britannico e conservatore (ma de che?) si è fatto buggerare alla grande. Secondo una ricerca dell’Office of National Statistics resa nota il 3 ottobre 2013 e riferita da «Tempi», gli omo nel Regno Unito sono solo 545mila, pari all’1,1%».
Difficile che Cameron ed i parlamentari britannici potessero credere che gli omosessuali nel Regno Unito fossero circa il 6 per cento della popolazione e quindi siano stati spinti esclusivamente da fini elettoralistici: come riportato anche dal Telegraph e dal Guardian tali dati risalgono al 2005 in una indagine realizzata dal governo allora presieduto da Tony Blair.
Successivamente l’Office for National Statistics ha meglio quantificato la percentuale della popolazione che si definiva come omosessuale/bisessuale e già in una prima rilevazione compiuta tra il 2009 ed il 2010 (quindi ben prima del progetto di introdurre il matrimonio per le coppie dello stesso sesso) si ridimensionava tale fascia di popolazione all’1,6 per cento: secondo l’ultima rilevazione del 2013, l’1,5 della popolazione si definiva gay. Perciò è molto difficile che Cameron «ha fatto approvare la legge sulle nozze gay basando il suo convincimento sulle percentuali offerte dalle associazioni Lgbt» così come scrive Rino Cammilleri visto che le cifre ufficiali erano state pubblicate già nel lontano 2010.

Non sembra neanche che David Cameron, come scritto sul Telegraph, si sia pentito di aver sostenuto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Come riportato dall’Independent e dalla Bbc, il premier britannico ha smentito la notizia pubblicata da Matthew D’Ancona: «Non mi pento e la Gran Bretagna è un Paese più equo e più giusto per averlo fatto».
Cameron ha ora un motivo in più per non pentirsi: secondo un sondaggio riportato dall’Independent e dal Guardian il 30 per cento degli omosessuali britannici voterebbe Tories alle prossime elezioni contro l’11 per cento di quanti hanno votato per il partito di Cameron alle precedenti consultazioni.

Quei conservatori degli omosessuali britannici.


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