Esatto, è proprio questo che anche a me è venuto da pensare.
Per questo ho letto con un certo sconcerto - e diciamolo, pure con disappunto - che di libri censurati si può parlare nel paese che ci è facile considerare un faro di democrazia, gli Stati Uniti.
Con autentica sorpresa ho appreso che si è addirittuta tenuta una manifestazione quale la Settimana dei libri banditi, promossa non da qualche sospetto gruppuscolo estremista, ma nientemeno che dall'American Library Association.
E dopo aver capito che non di roghi e arresti si tratta, ma di libri comunque esclusi da scuole, biblioteche, circoli di lettura per i loro contenuti, ho anche provato una certa invidia per questo paese, dopo ci può essere tutto e il contrario di tutto, il massimo della libertà e il massimo del sospetto, la scienza più avanzata e quelli che hanno ancora paura di Darwin, il presidente nero e i rigurgiti del Ku Klux Klan.
Ma poi ho letto la classifica che l'associazione ha stilato per segnalare i titoli che più fanno paura, quelli che più destano la voglia di divieto, la smania del bando.
E diciamolo, posso capire che qualcuno non abbia ancora digerito Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, posso capire che ci sia chi storce il naso al cospetto di Twilight e perfino di Harry Potter, ma che male avranno mai fatto l'Ulysses di James Joyce (a meno che non ci si preoccupi per la sua mole...), Il signore delle mosche di William Golding o anche Il buio oltre la siepe di Harper Lee (peraltro lettura scolastica quasi obbligatoria in questo paese delle contraddizioni)?
Poi ho visto che anche 1984 di George Orwell è tra i libri che fanno paura. E allora ho trovato la cosa perfino divertente. E mi sono detto: chissà, forse un giorno una risata li seppellirà,