Prima immagine a colori di Plutone e Caronte ripresa dalla sonda New Horizons con la camera “Ralph” il 9 aprile 2015 da una distanza di circa 115 milioni di chilometri. Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute
Non sarà la sorpresa del navigante che finalmente scorge la vagheggiata terra, poiché si conosce da anni il momento – a metà del prossimo luglio – dell’arrembaggio al pianeta nano Plutone da parte del vascello spaziale New Horizons della NASA. Ma già il viaggio di avvicinamento è un dono, il lento svelarsi di un freddo mondo lontano, il voluttuoso definirsi di fattezze solo intraviste.
Dopo la prime istantanea a colori di Plutone e Caronte del 9 aprile scorso (qui a fianco), nelle ultime immagini scattate da New Horizons con la fotocamera LORRI (Long-Range Reconnaissance Imager) da una distanza attorno ai 113 milioni di chilometri, si cominciano a intravedere le asperità della superficie ghiacciata di Plutone. Si tratta ancora di “macchie”, alcune più chiare e altre più scure, ma già sufficienti agli scienziati per lanciarsi in interpretazioni, dopo averle ripulite e abbellite con una tecnica chiamata deconvoluzione. In particolare nel team scientifico di New Horizons si scommette se una zona più luminosa possa essere o meno una calotta polare.
«Mano a mano che ci avviciniamo al sistema di Plutone cominciamo a vedere delle caratteristiche interessanti, come una regione brillante vicino al polo visibile di Plutone. Questo segna veramente l’inizio della grande avventura scientifica per capire questo oggetto celeste enigmatico», dice John Grunsfeld della Direzione missioni scientifiche della NASA.
Nelle immagini è stata catturata anche la più grande luna di Plutone, Caronte, che ruota attorno (anzi, assieme) in 6,4 giorni. Il tempo di esposizione di un decimo di secondo, utilizzato per creare ciascuna immagine che compone la sequenza, era troppo corto per rilevare quattro lune molto più piccole e più deboli, che non risultano quindi visibili benché siano nel campo di vista.
«Dopo aver atteso per i nove anni durante i quali la sonda ha attraverso lo spazio, è ora stupefacente vedere Plutone prendere consistenza sotto i nostri occhi, trasformandosi da mero puntino luminoso fino a diventare una vera e propria terra da esplorare», ha detto Alan Stern, responsabile scientifico di New Horizons presso il Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado. «Queste immagini incredibili sono le prime in cui possiamo cominciare a scorgere dettagli su Plutone, e ci stanno già mostrando che Plutone ha una superficie complessa».
Le immagini che la sonda spaziale invierà a Terra miglioreranno notevolmente mano a mano che New Horizons si approssimerà al suo ormai imminente appuntamento estivo con il sorvolo di Plutone.
«Possiamo solo immaginare quali sorprese ci attendono quando New Horizons passerà a circa 12.500 chilometri sopra la superficie di Plutone quest’estate», ha dichiarato Hal Weaver, progettista della missione presso la Johns Hopkins University.
Ecco come vengono migliorate le immagini grezze ottenute da LORRI su New Horizons. Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute
Fonte: Media INAF | Scritto da Stefano Parisini