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Quel che resta di un bandito

Creato il 04 settembre 2010 da Cielosopramilano
Quel che resta di un banditoIn sette mesi e venti giorni ho bruciato la mia vita: dal luglio del 1976 al febbraio del 1977. Questo è quello che vorrei che capissero i ragazzini, soprattutto i più “montati”: sette mesi da presunto leone e trentanove anni di un’esistenza scontata dietro le sbarre. È in quei sette mesi e venti giorni che è nato il mio mito. Di cui sono stato a lungo, anche troppo a lungo, orgoglioso. C’è chi pensa che io abbia voluto lasciare un segno nella storia della malavita italiana, e anche nella storia del costume di questo Paese. Solo oggi, invece, aspiro a lasciare una traccia della mia vita, del mio passaggio sulla Terra, rielaborando il mio passato, come un lutto che ha coinvolto molte famiglie, ma anche me stesso. E in qual modo potrei esprimere quel “come”, se non raccontando la storia di uno che ha vissuto contro ogni regola della società civile
Spesso ho parlato del valla. Perche mi ha sempre interessato quel buco nero nella sua mente che lo portava a mollare lo champagne e le donne e gli faceva imbracciare il mitra e andava a rompere le regole e gli schemi.
Premetto che secondo me vallanzasca ha compiuto il suo percorso. Si è reso conto che alla fine ne è uscito sconfitto.
Ha pagato piu di chiunque altro: in anni di galera, in botte prese dai secondini, di una chiappa che non esiste piu, in 2 protesi all'anca.
Ma ha perso sopratutto nel morale. Perchè di lui non si è mai avuto pietà nelle azioni ma anhe nelle parole.
E' un vallanzasca diverso da quello del fiore del male dove li rivendicava un passato di eccessi spesso vantandosene. (qui un servizio del film che verrà presentato a venezia)
In questo libro grazie a un giornalista meraviglioso prende vita un vallanzasca diverso. A cui viene proposto una fuga in uno scatolone.
Per tornare in carcere dopo il primo giorno di semiliberta.
Una fuga al contrario. Come è la sua vita ora.
Il suddetto Vallanzasca Renato veniva sorpreso,alle 2.35 antimeridiane, mentre rompeva a colpi di mazzuola, il lucchetto della gabbia della tigre "Rachele".Il piazzale dove il circo Medini aveva allestito il suo tendone era gia invaso dalle altre bestie che il vallanzasca aveva fatto uscire dalle gabbie
(6/4/58)
Vallanzasca aveva 8 anni

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