Genere: Biopic/dramma.
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TRAMA Giacomo Leopardi è un ragazzo studioso, sedentario e taciturno dotato di un grande talento poetico e di un’indipendenza di pensiero che alla lunga si scontra con le aspettative dei genitori conservatori. Fuggito di casa, cercherà di farsi strada nel mondo, ma il fisico e i modi gli sono avversi: solo con la poesia può imporsi nella società.
COMMENTO Vita di Giacomo Leopardi, il più importante e studiato poeta italiano dell’Ottocento, ricordato per il proverbiale pessimismo. Dopo aver trasformato in pellicola una lezione di storia italiana cruciale come il Risorgimento italiano Martone ora ci propone la biografia di uno dei tre letterati più “scolastici” che la storia italiana conosca e riesce nell’inaspettata impresa di trasformare il biopic del più pessimista e triste poeta della nostra letteratura in un film pieno di serena speranza.
Il film è infatti colmo di grazia, tenerezza e luce e il proverbiale pessimismo del Leopardi è presentato sotto le vesti di una malinconia in cui è dolce naufragar. Non si nega nulla del consolidato cliché e il poeta ci è presentato infatti gobbo e pessimista, ma quando gli rimproverano tale pessimismo risponde sincero: come potrei non esserlo?
Mal
l’uomo dietro al poeta non è qualcuno che si piange addosso: l’immagine che ne
risulta è quella di un individuo realista, persino pragmatico nella visione
della vita, più di molti poeti esaltati da momentanee passioni amorose o
politiche che ne alteravano le idee. Molto meno pragmatico appare invece il
Leopardi nella vita concreta, fisica: dal mangiare, al muoversi, al sesso.
Eppure Giacomo non smette mai di stupirsi di fronte alla meraviglia della
natura, che sia un ermo colle o un vulcano (magnifica scena conclusiva di
fronte al Vesuvio in eruzione). Il regista è così riuscito davvero a trasporre
la poetica di Leopardi, rappresentando mirabilmente quel dolce naufragar e lo
spettatore può ammettere che “sedendo e mirando, interminati spazi e sovrumani
silenzi, una profonda quiete ci assale”. Quiete, tenerezza, immedesimazione per
un personaggio atemporale e universale fanno de Il giovane favoloso un valido esempio di trasposizione letteraria, anzi poetica: ciò che conta non è la trama, ma le sensazioni, le impressioni oserei dire. Ottimo Elio Germano, bellissime la fotografia, la ricostruzione storica e le musiche affidate all'altrimenti musicista elettronico Sasha Ring, che mischia anacronisticamente musica classica e moderna.
VOTO: 8





