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Quel fischio inconfondibile

Creato il 19 marzo 2011 da Amelie75

Oggi non vi parlerò di fidanzati o ex fidanzati. Vi parlerò dell'uomo più importante di tutta la mia vita. 

Mio papà, era una persona fantastica. Non ho mai conosciuto nessuno come lui. Un vero proprio eroe moderno.

Credo che l’unica definizione che possa rendergli grazia, sia questa : si, un vero e proprio eroe moderno.

Onesto fino in fondo, a scapito di smenarci in prima persona, sempre concentrato sugli altri e mai su se stesso. Così buono e generoso da sembrare quasi finto. Superman in confronto, non era nessuno. Almeno lui aveva i superpoteri per aiutare gli altri, mio padre invece ha sempre fatto tutto da solo. Con la sola forza delle sue braccia e con la forza d’animo che lo contraddistingueva, ha sempre lottato per far star bene la sua famiglia , i suoi amici e anche quelli che conosceva poco.

Uno spirito puro, un uomo unico, una persona da emulare. Non sto esagerando.Era proprio così. Gran lavoratore, tenace e morbido allo stesso tempo, attaccato ai valori veri e alla sua Fiat Panda, poteva essere arrabbiatissimo o dolcissimo con un solo sguardo. E il suo fischio, “pssssz....pssssz” era inimitabile, quasi un richiamo da Capo branco buono. In realtà, non ha mai imparato a fischiare, per cui emetteva un fischio molto buffo, mezzo parlato e mezzo sonoro...se mi concentro un pò su alcuni ricordi, riesco persino a risentirlo ancora nella mia mente. Anche se mi piacerebbe sentirlo di nuovo, quel suo fischio, mentre arriva in spiaggia al mare, dopo la pennichella del pomeriggio.

A volte mi viene un pò di tristezza o di rabbia perchè vorrei averlo ancora qui vicino a me, vorrei sentirlo parlare, chiedergli un consiglio, condividere con lui un successo o una delusione, o semplicemente vorrei sentire ancora la sua voce.

Avrei voluto condividere con lui ancora tante cose, vederlo tenere in braccio un nipotino e perchè no, farmi accompagnare all’altare .

Purtroppo non è stato così e si sa: contro la natura non ci possiamo fare niente. Certe cose vanno accettate e basta. Perchè non c’è una spiegazione razionale per calmare un dolore così forte. Bisogna solo accettarlo e aspettare che faccia un pò meno male.

Dicono che l’unico rimedio in questi casi sia il tempo. Dovrebbe fare stare un pò meglio. Dovrebbe aiutarci a pensare a qualcuno che non c’è più, ancora con un sorriso, senza più lacrime. Sono passati sei anni e ancora quando penso a lui, sono piena di lacrime, a volte in viso , a volte solo nel cuore. Ma se penso al  suo fischio rido e piango insieme.

In fondo sono stata fortunata; perchè quella persona eccezionale, era mio papà. Perchè ho avuto la fortuna di conoscerlo, di crescere vicino ad un eroe moderno. “Era tutto lavoro e famiglia” , ha detto il parroco in chiesa quel giorno. Ed è vero.

Ha lavorato sempre tanto. Tutta la sua vita. Anzi si può dire che ha lasciato il cantiere solo per andare in ospedale. Quando proprio non poteva più stare in piedi. E anche contro la sua malattia, che si è accanita tanto e ingiustamente contro di lui, ha sempre lottato. Fino all’ultimo istante.

Mi ha insegnato ad avere passione per le cose che si fanno. Ad apprezzare la vita. Ad impegnarmi in tutto quello che faccio sempre. Che si tratti di lavoro, di costruire un castello di sabbia, di vivere una storia d’amore o di ripare un tacco, bisogna metterci passione.

Sempre e senza scuse. Non l’ho mai visto fare il furbo, approfittarsi di una situazione o di qualcuno.  Tutto quello che sono oggi lo devo a lui. E'tutto merito suo.

Tanti auguri caro papà. Ricordati che se rinasco sei prenotato. 


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