[Incidente in moto,
muore commercialista]
Così ho notato che tutte le volte in cui è consentito dalle circostanze, secondo le locandine non è mai un uomo o una donna a morire. Non un essere umano, insomma. Bensì un dentista, un idraulico, uno studente, un cuoco ecc. In altre parole la vittima (quando è italiana) è quasi sempre descritta al pubblico attraverso la sua professione, come se all'atto della sua morte il lavoro svolto durante la vita diventasse più importante agli occhi del mondo di quanto non fosse durante la sua stessa vita. Perché? Perché non scrivono: Incidente nella notte / muore Mario Rossi (e mi scuso con tutti gli eventuali Mario Rossi, i quali sono autorizzati a toccarsi i gingilli) e amen? La ragione è banale, anche se il meccanismo su cui agisce è lievemente subdolo. Il punto è che ci sono moltissime probabilità che tu - che ti lasci rapire l'attenzione dalla locandina - conosca di persona almeno un commercialista/avvocato/idraulico/medico/dentista ecc. (in questo caso i dentisti vanno per la maggiore, ma anche i commercialisti non scherzano), e facendoti così focalizzare un obiettivo assai ampio e facile da centrare, il tuo istinto finisce per solleticarti con la tentazione di andare a vedere se per caso la vittima è proprio quella che conosci tu.
Così, senza nemmeno accorgertene, ti ritrovi per le mani un chilo di rosette ancora fumanti. E dire che non avevi neanche fame.