Foto da Wikimedia Commons
Del Castello di Gradara e del suo borgo ho un ricordo molto bello. Arrivai sulle colline tra Marche e Romagna in un giorno d'autunno, approfittando di un viaggio tra amici per andare a trovare una persona in quel di Urbino. Avevo già girato un sacco ma mi mancava quel pezzo d'Italia e fui ben felice di riempirmi gli occhi di bellezze nuove.
Partimmo da Urbino in un mattino piovoso e viaggiammo su strade tortuose fino a Gradara.
Avevo letto un sacco di cose su quel castello ma non sapevo cosa aspettarmi. Il viaggio stesso fino a lì fu una sorpresa e capii come mai da quelle parti molti diventano motociclisti. Le colline tra Marche e Romagna sono davvero un territorio bellissimo!
Arrivati a Gradara venni attirata come una calamita per le piccole strade attorno al castello.
C'era pochissima gente, complice forse la pioggia e l'autunno che voleva manifestarsi.
La visita al Castello per me fu interessantissima perché sono una grande appassionata dell'Inferno Dantesco e ritrovarmi nelle stanze in cui Paolo e Francesca consumarono i loro giorni ... beh... non è una cosa così comune.
Che lì sia successo davvero ciò che Dante racconta ("galeotto fu il libro e chi lo scrisse") poco importa, le sale del castello sono ben curate, maestose e con la giusta dose di oscurità e mistero.
L'ingresso costa solo 4€ e la visita li vale tutti.
Purtroppo il Castello mi è sembrato poco accessibile, come spesso accade in Italia, a disabili o persone con mobilità ridotta.
Spero di sbagliarmi e di essere stata poco attenta ai particolari: troppo spesso in Italia non si rende il giusto accesso a monumenti come questi a persone con una mobilità diversa dalla nostra.
In UK questo non accade e mi stupisco sempre di vedere gente in carrozzina visitare vecchi manieri senza il bisogno di assistenza alcuna.
Mentre visitavamo il castello smise di piovere e, non appena uscimmo da lì, davanti a noi si stagliava un panorama davvero spettacolare, fatto di cielo e mare che si fondevano in un unico essere.
Era quasi l'imbrunire e a me sembrava di essere dentro ad un dipinto.
Il cielo era pulito, terso, d'un colore incredibile. Là sotto, dopo le colline c'era il mare, c'era Rimini... una Rimini silente e placida proprio perché era autunno.
Riprendemmo la macchina e guidammo proprio fino alla Città Romagnola.
L'aria cominciava a farsi pizzichina e fresca, proprio come piace a me.
Finimmo sul lungomare e trovammo una piadineria dalla quale usciva una musica molto alta.
Entrammo e ordinai un classico che adoro tutt'ora: piadina con squacquerone, crudo e rucola.
Me la gustai bevendo un'aranciata amara e ogni tanto mi giravo per guardare il mare.
Per una nata, vissuta e cresciuta in zona montana come me non è certo cosa da tutti i giorni.
Quel giorno fu magnifico perché gli occhi mi si sono riempiti di cose belle.
Mi sentivo stanca ma felice a fine giornata.
Quando ripartii da Urbino, qualche giorno dopo, sentivo dentro di me la voglia di tornare a Gradara, per godere di nuovo di quella vista che mi aveva riempito il cuore.