Spesso i videogiochi sono stati trattati come l’inizio del cambiamento di un bambino. La peste nera della nostra epoca, ecco cosa sono. I poveri piccoli bimbi passano troppo tempo davanti a quegli aggeggi infernali creati da Satana in persona. Cosi mentre i genitori cercano di persuadere l’animo innocente dei loro pargoli, abituandoli a guardare Amici, Grande Fratello e le veline essi passano troppo tempo davanti ai videogames. Naturalmente questo non è il pensiero di una persona che si documenta, ma è dettata dall’ignoranza.
Sul blog “Io Donna” è stato pubblicato un articolo diffamatorio non solo per quanto riguarda i videogiochi, ma perfino per i videogiocatori stessi. Aldo Cazzullo nel suo breve articolo ha paragonato il videogioco ad un forma di malattia e quindi i videogiocatori a dei malati.
La cosa preoccupante è che il blog in questione è ben seguito da una grande massa di persone e pensieri come questi fanno si che la lobotomizzazione avvenga proprio dalle sue righe. Parlo di pensiero perché è di questo che si tratta. Il celebre giornalista non ha specificato i motivi, non ha condotto nessun tipo di studio né ha le competenze necessario per fare una diagnosi. Una mera questione di pensiero quindi. Il pensiero naturalmente va espresso, ma cosi anche le critiche, che gli stanno facendo i vari siti.
Consiglierei al signor Cazzullo di documentarsi un bel po’ prima di digitare le dita sulla tastiera in maniera casuale e di non andare oltre le sue mere competenze professionali, senza diagnosticare qualcosa come malattia solo perché egli ne capisce ben poco. Di seguito troverete il Link all’articolo originale e l’articolo. P.S.: Le note in grassetto sono le nostre piccole e brevi considerazioni. “I nostri genitori avevano preoccupazioni più gravi, a cominciare dalle malattie che oggi si evitano con un vaccino. I nostri avi poi erano costretti a considerare la morte dei figli un fatto non eccezionale, anzi da mettere in conto (mia bisnonna, che ho avuto la fortuna di conoscere, diceva che per tutta la vita il suo primo pensiero al risveglio è stato il figlio morto bambino). Noi viviamo in un’epoca infinitamente più fortunata (anche se alcune famiglie conoscono il dolore degli ospedali infantili). Ma dobbiamo fronteggiare insidie un tempo sconosciute. La vera piaga dell’infanzia e dell’adolescenza di oggi sono i giochi elettronici (non la disinformazione o la poca educazione). Alcuni sono violenti, razzisti, orribili. Altri sono suadenti, seducenti, affascinanti (ce n’è uno che consiste nel comporre uno zoo, curando animali malati e facendo nascere i cuccioli). Quindi i giochi elettronici non sono tutti uguali, e non rappresentano un male in sé. Tutti però proiettano i nostri figli al di fuori di se stessi, e rischiano di farne degli alienati. Come una droga, li allontanano dallo studio, dalla lettura, persino dalla tv (in effetti la tv insegna tante cose e non aliena i bambini). Film che a noi sono sembrati un fuoco di fila di trovate, da Piccolo grande uomo alla saga di Indiana Jones, a loro sembrano lenti e troppo lunghi ( il cinema cambia e si evolve… magari per lui “La corazzata Potemkin sembrerà lungo, noioso, lento e brutto). Pare passata un’era geologica dai primi videogames, quelli con i marzianetti che apparivano così facili da abbattere. Invece i marzianetti si sono riprodotti ed evoluti. E vogliono rapirci i figli. Senza che noi genitori si disponga di un manuale, di un antidoto, di un vaccino per respingerli, o almeno per somministrarli a piccole dosi. (quest’ultima parte non lascia più dubbi, parliamo di voglia di battere le dita sulla tastiera, non del giornalismo) “LINK: http://blog.iodonna.it/aldo-cazzullo/2013/01/26/troviamo-un-vaccino-per-i-giochi-eletttronici/