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Quel No a Pinochet gridato con allegria

Da Brunougolini

Quel No a Pinochet gridato con allegria
E’ la storia di una rivolta condotta con allegria, malgrado una dittatura imperante. E’ quella raccontata da “No. I giorni dell’arcobaleno”, un film presentato nel settore “retrospettiva”, alla Festa del cinema di Roma. Un film avvincente che è anche una valida lezione politica. Il regista cileno Pablo Larrain (con attori come Garcia Bernal, Alfredo Castro, Luis Gnecco, Antonoia Zeegers) ha tratto ispirazione dal romanzo “I giorni dell’arcobaleno” (Einaudi, 2013) di Antonio Skármeta.
Tutto parte dall’ottobre del 1988, quando in Cile il despota Pinochet fa indire un referendum. I cileni devono dire Si o No alla possibilità che il sanguinario presidente possa rimanere in carica per altri 8 anni. Pablo Larrain fa scorrere con maestria le immagini di un passato che dovrebbe far riflettere i cileni: dopo il golpe dell'11 settembre 1973 e l’uccisione di Salvator Allende almeno 38mila persone sono detenute illegalmente o torturate e 3.216 sono uccise e fatte sparire . Qui però si innesta il confronto nel gruppo che dovrebbe mettere in atto la campagna per il No. L’iniziativa è sostenuta da comunisti, socialisti, democristiani. Ed ecco la lezione politica. Perché il giovane che porterà alla vittoria referendaria è il pubblicitario René Saavedra (Gael García Bernal) che si scontra duramente contro altri giovani e anziani. Costoro vorrebbero basare tutte le iniziative sulla denuncia delle atrocità perpetrate. René capovolge l’impostazione, proponendo di lanciare, accanto alle denunce, soprattutto un messaggio di speranza, di fiducia, di possibilità di un cambiamento.
Il suo slogan, le sue canzoni, i suoi cori sono condensati in uno slogan: “Cile, l’allegria sta arrivando”. Un grido che può far risalire donne e uomini dalla depressione, dalla sensazione di una perenne sconfitta. Il libro da cui il film è tratto presenta il “narratore” come uno studente, Nico Santos, figlio di un professore di filosofia che propone ai ragazzi idee innovative tratte dalla filosofia greca, da Socrate, Platone, Aristotele. Fatto sta, però, che tra gli stessi sostenitori del No, c’è chi crede che quel referendum sia solo un complotto, una frode, una messa in scena per ridare dignità a Pinochet destinato comunque a vincere.
I fatti daranno torto ai dubbiosi. Il No trionferà anche perché in qualche modo ha un contenuto “assicurativo”, su un possibile futuro diverso. Certo c’è una concessione alla creatività, apparentemente fragile, dei pubblicitari, nell’organizzazione della campagna. Il “No” non può essere venduto come si vende la Coca Cola, osserva qualcuno. Eppure “Cile l’allegria sta arrivando” insieme al coro “No, no, me gusta No” ha un effetto trascinante. Anche se alla fine del film Pablo Larrain ci fa vedere il giovane Renè che torna a propagandare prodotti mercantili. Il Cile però, col suo aiuto fondamentale, ha conquistato la libertà. Con ulteriori fatiche. Le prime elezioni democratiche del 1989, lasciano all'ex dittatore la carica di comandante supremo delle forze armate. Mentre l’elezione del 1989 vede nuovo presidente Patricio Aylwin ma i delitti commessi sono superati dalla cosiddetta politica della “riconciliazione nazionale”. Pinochet. senatore a vita, è arrestato a Londra, però gli si concede di ritornare in Cile nel 2002 dove muore nel 2006. Oggi è presidente la socialista Michelle Bachelet. Che proprio in questi giorni annuncia finalmente una nuova Costituzione. Per cancellare quella voluta nel 1980 dal dittatore Pinochet. Quel No ha ancora un effetto prorompente.

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