Quel nodo in gola che mi assale

Creato il 17 marzo 2011 da Frankezze

Ma che cos’è?

Perché in me c’è qualcosa dentro che non va?
E poi perché un’avventura è bella solo per metà?
E questa assurda solitudine cos’è?
Perché succede che ti ritrovi con un cuore di paglia e un incendio che non si spegne?
Per quale motivo?
È inutile farsi troppe domande, perché quando quella sensazione ti prende, ti prende e basta.
Ti fa dire cose un po’ bigotte, da vecchio.
Ti fa rimpiangere il passato.
Eccome se te lo fa rimpiangere. E ti fa anche passare per scemo.
Io lo so bene.
Succede e nemmeno te ne accorgi.
Inizi a parlare a vanvera, a sbraitare e a dare le colpe agli altri. Nel frattempo pensi a quanto era bello prima, quando eravamo tutti più lontani e felici.
Quando non c’era bisogno di router, dual band, wi-fi, fibra ottica, iPhone, iPod, iPad e così via.
Quella sensazione là si chiama nostalgia.
Ti fa dire brutte cose, da vecchio bigotto oscurantista.
Come dicevo prima, lo so.
Succede.
Una volta ogni tanto un po’ di nostalgia si può anche giustificare.
E di sicuro deve essere stato un raptus.
O l’esigenza di una riesumazione temporanea dalla noia dei dimenticati che non si arrendono.
Deve essere stato questo, per forza. Perché in un’epoca in cui il fondatore di Napster potrebbe diventare proprietario di una Major, il web 2.0 è normalità, si parla di web 3.0, la gamification pare sia una tendenza inarrestabile e un festival come il SXSW è arrivato alla sua venticinquesima edizione, a nessuna persona sana di mente – e dico proprio a nessuna – verrebbe da individuare in Steve Jobs l’incarnazione del Male. Questo avrebbe dovuto pensare Bon Jovi prima di aprire bocca e accusare il Signor Apple di aver distrutto la musica.
Invece no, non ci ha pensato abbastanza e ha rinfacciato la fine della magia degli acquisti a scatola chiusa – che, devo ammetterlo, avevano il fascino irresistibile della scoperta – ad uno dei personaggi-simbolo della modernità e del progresso dei nostri tempi. Non proprio la mossa migliore per uno che pretende di fare rock e di essere popolare.
Ma posso capire la sua nostalgia. In un’altra epoca era proprio bello comprare cd sconosciuti e, una volta a casa, scoprire di avere trovato dei piccoli gioielli. Ma, sempre a quei tempi, potevano anche esserci delle brutte sorprese, soprattutto quando si dava retta a certi amici teste di cazzo, e poteva anche succedere di ritrovarsi fra le mani un disco di un tizio biondo e belloccio che, con il petto villoso in bella mostra, cantava a squarciagola di un amore-che-sarebbe-durato-per-sempre.
Sicuri di voler tornare indietro?


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