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Quel sottile piacere del declino condiviso

Creato il 17 agosto 2014 da Zamax

Bisogna riconoscere che il raggelante dato negativo del Pil tedesco del secondo trimestre (-0,2%) è stato accolto in Italia con grande soddisfazione, con un vero e proprio sospiro di sollievo. Il fatto poi che la Francia sia tragicamente ferma al palo, e che gli altri paesi (almeno quelli della “vecchia” Europa) vadano sciaguratamente a passo di lumaca, ha ancor più galvanizzato il partito ormai ultra-maggioritario e anti-germanico della flessibilità. Si sono risentite pure quelle corbellerie anti-Kuloniane e filo-Abenomics del Berlusca (lo dico da berlusconiano) che nel giro di poco tempo son divenute moneta corrente anche fra i parrucconi dell’Italia civile, europea, responsabile e anti-berlusconiana. Renzi, non essendo un santo, ma un politico, ha preso subito la palla al balzo per rimarcare il fatto che la stagnazione economica è ormai un fenomeno europeo e che l’Italia in questo quadro non può più essere considerata un caso speciale. Insomma, ha detto una mezza verità, e, diciamo, forse anche più di mezza. Però anche questa subitanea eccitazione per i numeretti non sempre significativi delle variazioni trimestrali del Pil mi sembra una conferma della congenita inettitudine degli italiani per i ragionamenti semplici a base di cifre, anche quando vogliono fare i furbetti. Infatti, se si volesse difendere l’Italia dall’accusa di essere di gran lunga la pecora più nera del ricco Occidente ci sarebbero a disposizione i numeri ben più eloquenti del rapporto debito/Pil del 2013 di tanti nostri paesi amici che ci fanno la morale: USA 104%, UK 91%, Germania 78%, Francia 94%, Spagna 94%, Giappone 237%, Portogallo 129%, Canada 89%, Austria 74%, Belgio 102%, Paesi Bassi 75%, Irlanda 124%, Grecia 175%, ed Italia, appunto, 132%. In mezzo a tanti mostri il vecchio mostro italico ormai riesce perfino a non farsi troppo notare. Ecco del materiale un po’ più serio per della sana e patriottica demagogia.

[pubblicato su Giornalettismo.com]


Filed under: Rubrica Giornalettismo, Schei Tagged: Germania

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