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Quell’ultimo salvifico debito

Creato il 04 ottobre 2014 da Zamax

Ormai è un convincimento generale, a sinistra, al centro, a destra: se si vuole uscire da questa epocale crisi economica (in tutto l’Occidente, non solo in Italia) bisogna che la gente abbia assolutamente più soldi in tasca da spendere, in modo tale che i consumi ripartano e con essi la macchina produttiva. Siccome i soldi non ci sono, e le tasse sono già ad un livello demenziale, e perfino ai risparmiatori (tirchi e traditori!) oramai viene negato qualsiasi interesse reale sui loro sudati tesoretti pur di costringerli a mollare l’osso, cioè a scialacquare, ecco che allora torna in auge la vecchia e sempre nuova grande idea dei disperati: fare debiti. Anche la pensata del Tfr in busta paga obbedisce a quest’andazzo: sembra partorita dall’allegra filosofia del “meglio l’uovo oggi che la gallina domani”, ma i suoi sostenitori vi diranno che questo piccolo meraviglioso ovetto rimetterà in piedi ed in moto un organismo che altrimenti perirebbe molto prima di poter vedere l’agognata gallina. E’ lo stesso tipo di speranza che anima il giocatore incallito sommerso dalle perdite e alla matta ricerca di qualcuno che gli faccia credito per potersi rifare al tavolo da gioco. Ed è figlia, questa speranza, di quella stessa comoda (ed istintiva) scuola di pensiero che ritiene necessario stimolare di quando in quando (cioè sempre) l’economia attraverso i debiti pubblici e privati e che ci ha portati dritti dritti alla crisi. Stimolo dopo stimolo siamo arrivati qui, alla ricerca di un’ultima botta di vita. Quella decisiva, che ci cambierà la vita. Oh sì, come no?

[pubblicato su Giornalettismo.com]


Filed under: Rubrica Giornalettismo, Schei Tagged: Tfr

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