Magazine Diario personale

Quella Casa nel Bosco

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Attenzione
Contiene spoilers

Un film un po’ sfortunato da quello che leggo in rete, con ritardi di distribuzione, ma ancora più sfortunato in Italia dove gli hanno appioppato un titolo, beh, all’italiana. The Cabin in the Woods (Il Capanno nel Bosco), diventa Quella Casa nel Bosco, titolo che mi ricorda una vecchia canzone, interpretata tra i tanti, anche da Claudio Villa. Se volessimo essere critici fino in fondo, è una mezza strizzatina d’occhio a quel filone “Casa”, nato dal capolavoro di Raimi.
A essere sinceri, non sarebbe sbagliato del tutto, visto che in effetti c’è più di un omaggio a Evil Dead, partendo dal capanno stesso, sia all’esterno che all’interno. L’inquadratura a terra delle foglie e la botolo sul pavimento della cantina in cui si cela il male, non possono che ricordarci la pellicola di Raimi. Il film, non cerca di scimmiottare Evil Dead, bensì gli rende omaggio, come lo rende ad altre pellicole del genere, partendo dal gruppo di ragazzi che vuole farsi un week end in montagna, senza sapere che saranno agnelli sacrificali di un piano superiore (o inferiore, dipende dai punti di vista). Abbiamo tutti gli stereotipi di teen ager americano che si ficca nei guai, dall’atleta, alla bionda oca e provocatrice, dal quasi secchione alla fidanzatina ideale. finendo con il tipo allegro e sfattone, un po’ buffone. Ed è geniale come questi cinque elementi, siano previsti proprio nella simbologia della misteriosa azienda incaricata di tenere buoni e bravi, Antichi primordiali in odore lovecraftiano.

Quella Casa nel Bosco

Locandina

I riferimenti a vecchi stili e a vecchi film horror, non si ferma qui. Già dal titolo, sparato su un fermo immagine con colpi che sembrano venire direttamente dalla nostra porta, qualcosa nella nostre mente, si riaffaccia allo stile anni ’70 dei film splatter alla Romero o Hooper. E il divertimento nel trovare citazioni prosegue, tanto che lo spettatore meno smaliziato, arriverà a sbuffare davanti alla stazione di servizio color ruggine che incontrano i ragazzi all’inizio. Perché in ogni film che si rispetti, ci deve essere quel drugstore con la pompa di benzina, abitata dal tipo sporco quanto la sua attività. Qui abbiamo Mordecai, che prende il nome dal profeta Biblico, e ne riveste in parte la figura, anche se viene sbeffeggiata dai direttori dell’organizzazione, in un divertente sketch al telefono.

Quella Casa nel Bosco

Raimi’s style

Se riuscirete a sopportare qualcuno accanto a voi che non capisce il film, che ha detto “Ma quello è Thor”, e che non si diverte lasciandosi trasportare dalla acuta genialità che trasmette*, passerete il tempo divertendovi. La foggia del film, va compresa e riconosciuta come nuova frontiera dell’horror, che raccoglie appunto l’eredità del sopracitato Sam Raimi, uno dei primi a capire che lo humor va davvero a braccetto con l’horror.
Cosa posso dire in conclusione? Prendetevi un mega sacco di popcorn, una birra e godetevi questo film, pronti a farvi due risate e, lo ammetto, a fare qualche salto sulla sedia.

Quella Casa nel Bosco

I 5 agnelli sacrificali

*fortuna mia che sia mia moglie che mia figlia, non facciano parte di nessuna di queste categorie…


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