Lo stato decide di bucare la montagna della tua valle? Un indennizzo alla popolazione e si va avanti, senza dialogo.
Diventeremo una repubblica basata sull'indennizzo, come scrive oggi Luca Telese su Il fatto.
La paccata di miliardi pare che stiamo smuovendo le acque, nel tavolo dove si discute della riforma del lavoro.
E ora, come promesso dai ministri tecnici, mi aspetto che in Italia calino le orde di imprenditori desiderosi di investire nel belpaese, ma frenati dal taabù dell'articolo 18.
Mi aspetto, come ci ha raccontato Monti, un aumento del PIL del 3.5%, sia per la riforma del lavoro che per le liberalizzazioni (le edicole e le farmacie, i negozi aperti 24 ore).
Non servirà una nuova manovra:
"grazie ai margini di prudenza che abbiamo incorporato", ha rassicurato il presidente del Consiglio, grazie anche alle liberalizzazioni, che il governo "sta difendendo con i denti in Parlamento", che porteranno a una crescita del 3,5% del Pil in 10 anni.
Mi aspetto che questa paccata di miliardi risolva i problemi di crescita, sviluppo, lavoro (imprese che chiudono, che delocalizzano), che non si tratti delle solite chiacchiere.
Altrimenti dovrei pensare che la differenza tra questo governo e il precedente è come quella tra il poliziotto cattivo e quello buono.
Perchè la gente comune, quella che non lavora di politica, nelle aziende di stato (o in Bankitalia) , è anche stufa di fare sacrifici, perdere pezzi di welfare, di fronte ad una classe dirigente con qualche problema di corruzione e di sperpero di denaro pubblico.
Perchè dovremmo accettare i tagli al welfare, agli atipendi (e contemporaneamente l'aumento dell'Iva e della benzina) mentre si continua a parlare delle solite leggi sulle intercettazioni (per limitarle) sulla responsabilità dei giudici, della Rai in mano ai partiti?
A proposito di nuovi modelli industriali (per attrarre investimenti esteri), in Italia nel 2012, succede anche questo:
Alla Ferrari e Maserati di Modena si applica "l'accordo di Pomigliano". Il bonus di 600 euro scatta solo per chi ha lavorato almeno 870 ore all'anno e per le lavoratrici il diritto di maternità, escluso dal conteggio delle ore, diventa un impedimento
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