"Quella sottile differenza" di Daniele Ninfole
recensione di Angela Ferilli
Tre personaggi femminili: Alice, Santa, Amanda.
Tre personaggi maschili che impersonano tre diversi atteggiamenti dell’essere uomo all’interno della coppia. Antonio che non ha mai chiesto ad Alice di fare l’amore e parla, parla, parla. Mirco che arriva a casa e sparisce nella camera di Santa per tutta la notte, regalandole uno slip diverso ogni settimana. Biagio che grugnisce sul corpo inerte di Amanda e torna a lavoro al paese all’alba.
Tre luoghi. Sant’Angelo, luogo inventato, prototipo della provincia pugliese con i suoi limiti, caratterizzato dalla circolazione rapida delle notizie perchè tutti conoscono tutti. La città universitaria che allarga prospettive e orizzonti, che offre diverse opportunità, ma che, contemporaneamente, schiaccia perché si diventa anonimi, pedine, granelli di sabbia, privati di un’identità rassicurante. Il terzo è un luogo atipico, è il luogo onirico in cui si condensano paure, aspirazioni, tensioni, insoluti, ma anche prospettive nuove.
Tre unità di tempo in cui le tre amiche passano da una convivenza serena e complice, ad una travagliata e in odore di profondi rivolgimenti interiori, fino ad una svolta decisiva e insospettata.
Tutto si gioca sulla scoperta di sentimenti sconvolgenti e sensazioni nuove che si verificano a partire da quando due delle tre amiche decidono di agire in nome di un senso di libertà fino a poco prima negato. Aperto un varco nella percezione interna di sé, tutto può cambiare, anche in pochissimi giorni, dalla capacità di azione, reazione, provocazione, all’intuizione reale del corpo, dell’identità sessuale, della vicinanza-lontananza con gli “altri importanti”.
Daniele Ninfole sceglie il romanzo breve per narrare un mondo, quello giovanile, quello femminile che lo affascina, profondamente diverso da quello vissuto in prima persona. Il ’68 da pochi anni aveva “liberato” le coscienze di uomini e donne e aveva attribuito ad entrambi i sessi la possibilità di manifestare apertamente, e talora teatralmente, la libertà di effusioni affettuose etero e omosessuali. Ma chi quegli anni li aveva vissuti più da spettatore che da attore, aveva visto prevalere la tenacia dei valori familiari capaci ancora di inibire, contenere, arginare la forza dei cambiamenti in atto che, col tempo, si sarebbero attenuati.
In una società profondamente mutata, che ha visto l’evoluzione dei costumi, moltiplicata negli ultimi quarant’anni, Daniele Ninfole, da ex ragazzo degli anni ’70 e da attuale insegnante, decide di affrontare (e vincere) una grossa sfida: narrare una storia, condensata in appena sessanta pagine, affrontando una serie di argomentazioni estremamente delicate, con una leggerezza che permette al lettore di andare avanti incuriosito e mai turbato.
La sua, sembra contemporaneamente una descrizione del reale e una scoperta del possibile, operata dall’uomo/ragazzo ammirato, stordito, rapito dal mondo femminile e da tutto quello che esso comporta. Volontà, potenzialità, capacità, azione, pensiero, riflessione. Quale strumento migliore, se non la scrittura, pacata, ad andamento lento tipico dell’analisi, per approfondire ciò che si conosce, non dal di dentro, ma solo in superficie?! Eppure, ne vien fuori un tratto così preciso, scavato, profondo, che difficile sarebbe intuire, se non si conoscesse a priori il genere maschile dell’autore, che a scrivere sia un uomo.
Scrivere per conoscere e approfondire, per tratteggiare ed ammirare, per scoprire e provare meraviglia, sconcerto, stupore, per riflettere ed indagare un mondo altro. Uno scrittore è un narratore di storie tanto più verosimili, quanto più esse traggano linfa dal vissuto di chi scrive e dalla contemporanea capacità di penetrare nell’intimo di chi è oggetto di osservazione e costante riflessione.
(http://angelaferilli.wordpress.com)
Info:
"Quella sottile differenza" di Daniele Ninfole
Edita Casa Editrice & Libraria, Collana: Chicchi del melograno, ISBN-13: 978-8897216377, €8